Palestina, a Napoli in piazza per il primo venerdì di Ramadan

Una delegazione del Centro Culturale Handala Ali accolta nel palazzo della prefettura

Palestina, a Napoli in piazza per il primo venerdì di Ramadan
Palestina, a Napoli in piazza per il primo venerdì di Ramadan
di Alessio Liberini
Venerdì 15 Marzo 2024, 19:20 - Ultimo agg. 19:52
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Dopo il blitz pro Palestina di questa mattina alla Federico II, nel pomeriggio la protesta a favore del popolo di Gaza è proseguita lungo le strade di Napoli. Un corteo, composto da circa 200 attivisti, ha attraversato con striscioni e bandiere il centro del capoluogo campano, sfilando da piazza Garibaldi fino al Plebiscito. “Stop al genocidio, no alla complicità tra Italia e Israele. Free Anan, Napoli per la Palestina” si legge sul grande striscione posto in apertura della marcia pacifica. 

La manifestazione, promossa dagli attivisti della Rete di Napoli per la Palestina, la Rete Studentesca per la Palestina e il Centro Culturale Handala Ali, è stata organizzata in concomitanza con il primo venerdì di ramadan, mese sacro per i mussulmani in cui si svolge il tradizionale digiuno in commemorazione della prima rivelazione del Corano a Maometto.

«Oggi per gli islamici, la maggioranza assoluta della popolazione di Gaza, è il primo venerdì di ramadan, un giorno che quest’anno a Gaza viene celebrato in condizioni terrificanti - racconta Ludovico Chianese, referente del centro culturale Handala Ali - Ormai siamo ampiamente all’interno di un’emergenza umanitaria tra le peggiori degli ultimi tempi». 

Dopo oltre cento giorni di massacro, le richieste della piazza sono: un immediato cessate il fuoco, la liberazione dell’attivista Anan Yaeesh, attualmente detenuto nel carcere di Terni con l'accusa di terrorismo, e lo stop all’invio di armi da parte dell’Occidente verso Israele.

«Nonostante i nostri ministri smentiscono ogni volta - precisa Chianese - molti istituti internazionali di ricerca dicono il contrario.

Secondo diversi studi si evince infatti che dallo scorso ottobre l’Italia ha mandato oltre un milione di euro di armi a Tel Aviv». 

Una complicità “inumana” secondo i manifestanti. «Quello a cui stiamo assistendo è un vero e proprio genocidio: più di 30mila civili sono stati ammazzati in pochi mesi - ricorda il portavoce nazionale di Potere al Popolo, Giuliano Granato - Nel mentre ci sono altre questioni che attengono direttamente al nostro governo. In questo dramma assolutamente complice anche dal punto di vista militare». 

«Lo stesso arresto di Anan - osserva Granato - ci dice che il nostro governo è assolutamente succube di Israele. Fortunatamente i giudici della corte di appello hanno messo però nero su bianco che non può essere instradato anche perché in Israele rischia di essere perseguitato e sottoposto ad atti crudeli e disumani». 

Al termine del corteo, una delegazione del Centro Culturale Handala Ali è stata accolta nel palazzo della prefettura dove è stato consegnato un documento con le richieste della piazza.

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