Rione Sanità, il custode dell'asilo agli arresti domiciliari: «Nasconde un’arma»

Nel 2018 ha ricevuto la revoca del suo incarico: «È un pericolo per i piccoli alunni dell’asilo nido»

L'asilo nido Filangieri alla Sanità
L'asilo nido Filangieri alla Sanità
Leandro Del Gaudiodi Leandro Del Gaudio
Martedì 9 Gennaio 2024, 23:57 - Ultimo agg. 11 Gennaio, 07:30
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L’ultima verifica l’hanno fatta i carabinieri della compagnia Stella, appena un mese fa. E le conclusioni del sopralluogo - a detta degli inquirenti - non lasciano spazio a dubbi: i locali sono ancora occupati; il custode al quale era stato revocato l’incarico cinque anni fa è ancora lì, all’interno della scuola, ad occupare abusivamente un appartamento che non gli spetta.

E non è tutto.

A leggere le conclusioni investigative, il custode si trova agli arresti domiciliari proprio nei locali che sarebbero di competenza di chi dovrebbe accudire la sicurezza dei bambini, dei piccoli ospiti dell’asilo nido. Ma non è ancora finito. Già, perché da uno degli ultimi sopralluoghi dei carabinieri, è emersa anche un’altra circostanza gravissima: l’uomo avrebbe maneggiato un’arma all’interno dell’abitazione abusiva nella quale è recluso agli arresti domiciliari. Facile intuire - scrivono i pm contabili - i rischi per i bambini dell’asilo, per i loro insegnanti e per tutti gli utenti. 

Succede a Napoli, all’interno dell’asilo nido “Gaetano Filangieri”, in un istituto comunale che rappresenta un importante avamposto dello Stato nel campo della formazione, dell’educazione, del rispetto delle regole per i piccoli cittadini e per le loro famiglie. Fatto sta che, al netto dell’offerta formativa di indiscusso valore, il caso del “Gaetano Filangieri” finisce al centro di un fascicolo giudiziario coordinato dal vice procuratore generale della Corte dei Conti Ferruccio Capalbo, a proposito di gestione discutibile del patrimonio immobiliare. Ma ecco come viene cristallizzato il caso del Filangieri, all’inizio di dicembre del 2023, al netto della capacità di Comune e scuola di allontanare l’occupante abusivo: «Non risulta definito il suddetto sgombero coatto, attesa la perdurante occupazione sine titolo del suddetto alloggio».

Anzi: «Con informativa del primo dicembre del 2023, i carabinieri della stazione Stella hanno accertato sia la presenza del suddetto occupante, per altro ristretto addirittura agli arresti domiciliari presso il cespite medesimo, sia concreti indizi concernenti la possibile presenza di un’arma in una zona ben definita dell’immobile e verosimilmente occultata in epoca antecedente all’attività di polizia giudiziaria espletata». Un retroscena sul quale è facile immaginare che ci siano verifiche in corso da parte dei militari del’arma. 

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Un caso che ha spinto la Procura contabile guidata dal procuratore Antonio Giuseppone ad accendere un faro, che ha sortito al momento questo doppio sbocco: da un lato la decisione di non contestare un’ipotesi di danno erariale nei confronti del Comune, che comunque si è adoperato per diffidare il custode abusivo; dall’altro, la necessità di sottolineare l’importanza di adoperarsi per eliminare ogni forma di illegalità nella gestione dell’appartamento.  

Un caso simbolo, quello emerso dalle indagini dei magistrati di via Piedigrotta, che rappresenta anche una sorta di spartiacque nei rapporti tra Procura contabile e amministrazioni degli enti locali. Come è noto, negli ultimi mesi c’è stato una sorta di patto amministrativo per dare seguito a una serie di indicazioni frutto del particolare osservatorio della Corte dei Conti. Sinergia istituzionale, nessuna voglia di tollerare sacche di inadempienza per i prossimi anni, a proposito di alloggi, locali commerciali e guardianie, in uno scenario in cui nessuno è disponibile ad accettare altre forme di omissioni da parte delle istituzioni. 

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