Universiadi, gli argentini a Napoli:
«Città bellissima, ma quei rifiuti...»

Universiadi, gli argentini a Napoli: «Città bellissima, ma quei rifiuti...»
di Gianluca Agata
Martedì 2 Luglio 2019, 08:35 - Ultimo agg. 10:34
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Los Choiques, la nazionale argentina di rugby universitaria, gioca con la palla ovale sotto il Maschio Angioino; Lauren Reedy, una tuffatrice statunitense, non vede l'ora di rilassarsi con un bel bicchiere di vino, Francisco, che arriva dalla Spagna vuole andare a Capri. Per Michael l'obiettivo è che finiscano presto le gare di nuoto anche se, confida, la pizza la mangerà anche prima delle competizioni.

IL BADGE
Atleta che vai, turista che trovi, segni particolari: badge di accredito. Lo hanno tutti. È un po' come un salvavita in una città che ospita un grande evento internazionale. 

 
Sanno che dà diritto ai trasporti gratuiti, agli ingressi in alcuni musei, e soprattutto mette il tuo interlocutore di buon umore. «Io sono delle Universiadi» dicono. Una grande famiglia allargata che comprende oltre cinquemila atleti a Napoli, tutti in città per lo stesso motivo: viverla e cercare la gloria. All'information center ricevono un «handbook» in cui c'è anche la storia della città e della regione. Poi tante domande, quelle che più colpiscono sono su dove trovare una buona pizza, ma anche come andare sulle isole e a visitare i musei.

LOS CHOIQUES
Se la nazionale argentina di rugby risponde all'appellativo dei Pumas, quella universitaria sono i Los Choiques, gli struzzi, ragazzi che si preparano da un anno per arrivare a Napoli e hanno fatto anche i mondiali. Professionisti della materia. Hanno la palla ovale, l'immancabile maglia argentina e giocano a rugby sotto il castello di piazza Municipio tra l'apprezzamento di passanti e turisti. «È fantastico essere qui - racconta Rodirgo - da quando siamo arrivati sembra di essere a casa. Non vediamo l'ora di cominciare. Abbiamo fatto un giro veloce per la città. Siamo qui da poche ore ma già ci sentiamo già in empatia con la gente».
IL SAN PAOLO
Location che cambi curiosità che trovi. Al Main Press Center c'è una delegazione di giornalisti argentini, sono cinque, tre uomini e due donne, fanno parte del giornale universitario. Tutti con maglia biancoceleste. «Siamo arrivati questa mattina, per visitare la città ne avremo di tempo». Pablo aggiunge: «Personalmente non vedo l'ora di entrare al San Paolo, il tempio di Maradona, la Cathedral. Il giorno della cerimonia di apertura sarò eccitatissimo». Lauren Reedy è una tuffatrice statunitense. Una degli atleti più attesi a queste Universiadi. Lei non ha dubbi. «È la prima volta che vengo in Italia. Voglio fare la mia gara e poi andare dappertutto prima di rientrare a casa». È abituata ai villaggi internazionali ma «sulle navi non ero mai stata. Molto divertenti e molto comodo rispetto alle precedenti manifestazioni. Sono andata poco in giro, tutto molto bello. Pensi che arriverà anche mio padre. Ma non si faccia illusioni non è per vedermi. Siamo entrambi appassionati di vino e vogliamo bere i migliori».
IL BASKET
Eziyoda Maghegou arriva dall'Australia e gioca nella nazionale di pallacanestro femminile oltre che nella Wnba americana. Altissima con lunghe treccine nere: «Il primo impatto è stato molto bello anche se abbiamo visto poco. So che con la delegazione andremo a Pompei anche se sarà tutto molto serrato perché dobbiamo pensare ad allenarci». I judoka russi escono alla spicciolata dal padiglione 5 della Mostra. Volti sorridenti, cappelli in testa: «Non vedo l'ora di mangiare una pizza», dice Vladimir. Paese che vai, stessa richiesta che trovi. È quella di Gabriella Mantena de Moraer, judoka brasiliana: «Comida is very nice». Napoli non fa paura: «Vengo da Rio, pensa che posso avere timore di una grande città?».
LA SPAZZATURA
Tutto bello ma fino a un certo punto per due atleti canadesi: «Napoli è fantastica - dicono - peccato ci sia tanta immondizia in giro. La gente è super, ci hanno accolto benissimo. Il nostro è solo un consiglio per migliorare: tutta questa sporcizia è inaccettabile».
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