Violenza sulle donne a Napoli in aumento: «Due casi al giorno»

Nove donne su dieci che si rivolgono ai centri antiviolenza (Cav) sono vittime di mariti e compagni presenti o passati

Iniziativa antiviolenza sulle donne
Iniziativa antiviolenza sulle donne
di Gennaro Di Biase
Venerdì 4 Agosto 2023, 23:22 - Ultimo agg. 6 Agosto, 10:11
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Crescono, e purtroppo non di poco, le donne vittime di violenza a Napoli. Secondo i dati ufficiali comunicati al Mattino dall’assessorato alle Pari Opportunità di Palazzo San Giacomo (la cui delega spetta all’assessore allo Sport Emanuela Ferrante), sono già «380 le donne che dall’inizio del 2023 si sono rivolte ai 6 centri antiviolenza partenopei».

Una media che sfiora i due casi al giorno sul solo territorio comunale (e che cresce di molto, se si tiene conto delle mancate denunce). Parliamo, naturalmente, di diverse tipologie di violenze: «Non solo fisiche o psicologiche – precisa la Ferrante – ma anche economiche». Già: sono tante le ragazze e le madri che rinunciano alla denuncia perché temono, tra l’altro, di non poter trovare un modo alternativo per dare un adeguato sostegno monetario ai figli, che sono in moltissimi casi minorenni. I numeri descritti sopra, inoltre, assumono più rilevanza se paragonati con quelli dell’anno scorso: c’è un incremento del «38%» delle richieste di aiuto da parte delle donne rispetto ai primi sette mesi del 2022. Senza contare che «al momento sono già 190 i femminicidi avvenuti in Italia da inizio anno. Nel 2022, in totale, c’era stato più o meno lo stesso numero di omicidi di donne, ma siamo solo a metà anno». Un orribile raddoppio. 

A Napoli, ben nove su dieci delle donne che si rivolgono ai centri antiviolenza (Cav) sono vittime di mariti e compagni presenti o passati. I Cav in città sono sei, e resteranno aperti anche ad agosto e operativi h24 per tutto il mese corrente al numero 3509742562: una scelta ragionata, da parte del Comune, dal momento che il periodo delle vacanze è anche tempo in cui, purtroppo, i dissidi e le aggressioni domestiche vengono molto spesso a galla. «In estate spesso le violenze aumentano – prosegue la Ferrante – il 90% subisce violenza all’interno del nucleo familiare, dai compagni, dai mariti o dagli ex. Per la maggior parte si tratta di donne che non hanno un’indipendenza economica, e fanno fatica ad abbandonare la situazione domestica». Non a caso, la «violenza domestica» rientra nelle ipotesi delle eccezioni anche per quelle donne che hanno perso l’accesso al reddito di cittadinanza.

Il che potrebbe contribuire, in proiezione, a una crescita delle richieste di assistenza presso i Cav. Violenza fisica, psicologica o economica, dicevamo: queste sono le tre principali motivazioni delle donne che si rivolgono ai cav partenopei. 

«Va sottolineato – aggiunge l’assessore alle Pari Opportunità – che la maggioranza delle vittime di violenza non hanno un lavoro, né gli strumenti economici necessari per svincolarsi dalle situazioni di disagio in cui versano». «Per combattere queste difficoltà economiche – continua la Ferrante – stiamo lavorando per pubblicare a settembre una manifestazione d’interesse ad hoc. Con un bando, destineremo 200mila euro in corsi di formazione e supporti alle donne vittima di violenza. I privati che presenteranno i progetti più utili vinceranno la gara e si occuperanno poi di organizzare il servizio. In aggiunta ai 6 Cav, ci sono in città 12 case convenzionate, più una del Comune: Casa Fiorinda (dove c’è spazio per 3 donne con i figli). Riscontriamo che 2 donne su 3 tra quelle che si rivolgono alle nostre sedi subiscono violenza fisica: spesso, date le difficoltà economiche, le madri arrivano da noi solo dopo che si è verificata un’aggressione. Per il 25% sono straniere. La violenza sulle donne riguarda più il Sud che il Nord». In termini operativi, la procedura funziona così: dopo l’intervista al Cav, si passa all’eventuale accoglienza in una nuova casa, lontano dalle vessazioni. 

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I centri antiviolenza erano chiusi da due anni per assenza di fondi. L’attuale amministrazione li ha riaperti a dicembre 2021. Si trovano, come indica la brochure «Non sono caduta dalle scale» reperibile online, al civico 102 di via Hemingway a Ponticelli, al 330 di via Diocleziano a Fuorigrotta, al 61 di Via Agostino degli Scalzi Salita San Raffaele a Materdei, al 242 di via Giacinto Gigante al Vomero, al 26 di via Concezione a Montecalvario e al 5 di via Galielo Galilei a Scampia.

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