La Napoli svelata di Marco Perillo, evento alla Feltrinelli

La Napoli svelata di Marco Perillo, evento alla Feltrinelli
di Vittorio Del Tufo
Venerdì 4 Novembre 2016, 09:00
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Vi sono storie che resistono all'oltraggio del tempo, e sopravvivono nei labirinti della toponomastica, o in certi vicoli misteriosi che percorriamo con passo distratto. Nel complesso degli Incurabili, all'Anticaglia, i medici e gli alchimisti cercavano il segreto della pietra filosofale, e conoscevano scienze arcane in grado di superare i confini della medicina tradizionale. Ma in quanti lo sanno? A Santa Chiara fu esposto per ben sette giorni il corpo della regina Giovanna, assassinata; un'antica leggenda vuole che ancora oggi la "perfida sovrana" urlerebbe disperata, di notte, tra le arcate del chiostro: sareste disposti a crederci? Nel convento di San Lorenzo Francesco Petrarca, la notte tra il 24 e il 25 novembre 1343, fu sorpreso dal terremoto che, accompagnato da un violento tsunami, si abbatté su Napoli: l'orrore che vide lo avrebbe tormentato per il resto dei suoi giorni. Avete mai letto le pagine sublimi che l'autore del Canzoniere volle dedicare a quella notte di furia? Nei sotterranei del Centro Direzionale esistono tracce dell'antico Sebeto, il fiume impetuoso che divenne rigagnolo. È storia o mito? Tra storia e mito, di strada in strada, di quartiere in quartiere, di leggenda in leggenda, Napoli svela a ogni passo i suoi tesori sepolti, come uno scrigno di antiche memorie. Per disvelarle, occorre scrostare i sedimenti del tempo dalle facciate dei palazzi, guardare oltre, dietro, sotto e certe volte anche attraverso. È un'operazione affascinante, giornalistica e culturale; un'esplorazione che spesso lascia senza fiato. V'è un unico filo che spesso lega storie e vicende diverse, distanti tra loro nello spazio e nel tempo, e attraverso quel filo transita lo spirito della città: il paesaggio dell'anima, per dirla con Calvino. Di quel paesaggio oggi Napoli ha un nuovo cantore, erede di una tradizione illustre. Marco Perillo, giornalista del Mattino, autore di romanzi, saggi e poesie, ha raccolto nel volume "Misteri e segreti dei quartieri di Napoli" (Newton Compton, 12 euro) centinaia di aneddoti, curiosità, storie reali e spesso irreali, in una sorta di flânerie tra strade, piazze, vicoli e monumenti. Dieci passeggiate, dieci percorsi narrativi in altrettanti quartieri, dal cuore di Neapolis al porto, da Montecalvario a Chiaia, da Posillipo a Fuorigrotta.



Un affascinante viaggio nel mito e nella leggenda della "sola città del mondo antico - scriveva Curzio Malaparte - che non sia perita come Ilio, come Ninive, come Babilonia" e che non sia affondata "nell'immane naufragio della civiltà antica". La città-mondo più facile da riconoscere che da conoscere, con il suo mondo antico, precristiano, sopravvissuto a secoli di stratificazioni e contaminazioni. E allora, ci ricorda Perillo, ogni percorso è una continua scoperta: dagli arcani sepolti nel sepolcro del principe di Sansevero alle statue dei Dioscuri, Castore e Polluce, sostituite dalle sculture di Pietro e Paolo, perché non v'è un solo tempio o culto pagano di cui il Cristianesimo delle origini non si sia impossessato, per edificare la sua grandezza. E poi il buio e la luce dei Decumani, le teste mozzate del Nilo, i misteri del principe e despota Vlad a Santa Maria la Nova, la strega coi capelli rossi di Port'Alba, la mazzarella di San Giuseppe e i leoni di piazza dei Martiri, la fontana delle zizze e la maledizione della contessa di Saponara, gli "enigmatici sepolcri" del Poeta Virgilio e della Sirena Partenope e i riti di camorra al cimitero delle Fontanelle.

Napoli, lo ricordava lo scrittore marocchino Tahar Ben Jelloun, ha la struttura di un romanzo, uno splendido romanzo "barocco e surrealista, ma incompiuto, irrisolto, contraddittorio, dove convivono l'apoteosi della religione cattolica e la bestemmia". Perciò, in fondo, non smettiamo di raccontarla, come non smettiamo di amarla, nonostante i suoi infiniti sfinimenti. Di certo non riusciremo mai a capirla davvero, fino in fondo, come probabilmente non sono riusciti a capirla fino in fondo i grandi maestri del passato, tutti coloro che hanno provato a scrostare i sedimenti del tempo, a scavare sotto la superficie, a camminare per le strade guardando attraverso: da Carlo Celano a Bartolomeo Capasso, da Benedetto Croce a Matilde Serao. A raccontare le storie di Napoli oltre il velo - e oltre gli stereotipi  - ci ha provato ora Merco Perillo inserendosi, con un volume ricco e documentatissimo, in una strada già percorsa con successo da autori come Maurizio Ponticello, Martin Rua, Agnese Palumbo, Valerio Ceva Grimaldi, Antonio Emanuele Piedimonte. 

   
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