Napoli, la cella di san Tommaso d'Aquino apre per una visita guidata d'eccezione

L'apertura straordinaria nel giorno della commemorazione liturgica del santo

La tavola duecentesca di san Tommaso, protagonista della visione
La tavola duecentesca di san Tommaso, protagonista della visione
di Vincenzo Cimmino
Mercoledì 24 Gennaio 2024, 13:54 - Ultimo agg. 25 Gennaio, 07:21
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La cella di san Tommaso d’Aquino a Napoli apre in via straordinaria il 28 gennaio. La stanza dove il santo ha vissuto tra il 1272 e il 1274 entra in uno speciale percorso dedicato del Doma, il Museo dell’Opera San Domenico Maggiore. E lo farà domenica, giorno della commemorazione liturgica del santo. La visita partirà alle 16:30 e prevede un costo agevolato di 4 euro.

La cella, protagonista della giornata, è stata recentemente restaurata. È stato un lavoro lungo, difficile. A promuovere il recupero di quel luogo storico era stata l’associazione Friends of Naples con Giuseppe, Giulia e Gabriella d’Aquino di Caramanico, della stessa famiglia del santo, e il Museo Cappella Sansevero.

Con loro, in collaborazione, anche il Comune di Napoli e i frati domenicani del Convento di san Domenico Maggiore.

E proprio domenicano era Tommaso. Lui, il Doctor angelicus, il santo, il dottore della chiesa, il pilastro teologico e filosofico del cattolicesimo. Lui, l’autore della Summa Theologiae. Nella cella napoletana, il grande filosofo, scrisse la terza parte della sua opera più importante, proprio la Summa. 

«Doma è una Onlus che nasce nel 2016 – commenta Monica Pesapane, coordinatrice Doma – dall’intenzione dei domenicani di valorizzare il patrimonio del complesso. Domenica 28 gennaio, in occasione della commemorazione liturgica di san Tommaso d’Aquino, il Doma invita i visitatori a scoprire i luoghi e le testimonianze legate alla presenza di san Tommaso a san Domenico, a Napoli. Venne chiamato qui da Carlo I d’Angiò nel 1272, nell’ambito di un processo più ampio di rilancio della città di Napoli come centro culturale in grado di rivaleggiare con gli altri». 

La visita guidata illustrerà i tesori custoditi in quegli spazi sacri. Inizierà attraversando la Chiesa per giungere al punto di incontro, l’antisala della sagrestia. Continuerà quindi attraversando l’antica sagrestia, dove sono conservate le arche aragonesi, le casse che contengono i corpi mummificati di re e alti dignitari napoletani.

Il ballatoio pensile, dove le arche sono custodite, ne contiene quarantadue. I sarcofagi contengono i corpi di quanti, tra il Cinquecento e l’Ottocento, scelsero la basilica di san Domenico Maggiore come luogo di sepoltura. L’attuale sistemazione delle arche è riconducibile al progetto di restauro pensato da Giovan Battista Nauclerio nel Settecento.

Superata la sagrestia, si giunge a una rampa di scale. Alla fine, si sale al piano in cui ancora oggi abitano i domenicani. Ogni cella, nel suo ingresso, conserva dei medaglioni sopra la porta che raffigurano scene di vita di san Tommaso. Attraversato il corridoio si giunge davanti alla cella. 

La cella, situata al primo piano, accanto all’ex biblioteca, fu trasformata in una cappella nella metà del Seicento. A volerlo, il priore d’allora, Tommaso Ruffo dei duchi di Bagnara. La stanza custodisce oggetti dall’alto valore storico e religioso. Una bolla papale, un omero del santo, ricordi della traslazione del suo corpo. 

Ma la cella è famosa anche per altro. Qui, Tommaso, ebbe una visione. Qui parlò col crocefisso. «Bene scripsisti de me, Thoma; quam ergo mercedem recipies?», “hai scritto bene di me, Tommaso; che ricompensa vuoi?”, gli chiese Gesù. «Non aliam nisi te, Domine», “nient’altro che te, Signore”, rispose il santo. Quel Gesù, in croce, tra la Vergine e san Giovanni è ancora lì, in quella stanza.

La tavola duecentesca che raffigura i tre è stata anch’essa restaurata. Di fianco a lei, in una sorta di dialogo oramai infinito, immortale, un dipinto del santo. Risale al Settecento ed è stato realizzato da Francesco Solimena. Tommaso ha mantenuto fede alla sua parola. «Non aliam nisi te, Domine», “nient’altro che te, Signore”.

La cella è visitabile, insieme alla sagrestia, alla sala del tesoro e alla cripta Carafa di Roccella con la sua Terra santa, tutti i giorni dalle ore 10 alle 18. Il costo del biglietto varia e sono previste riduzioni.

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