Napoli, incontro sulla legalità con Nando Dalla Chiesa: «Do un consiglio a Manfredi su Geolier»

Dialogo sul libro dello scrittore e sociologo a Palazzo Reale

L'incontro a Palazzo Reale
L'incontro a Palazzo Reale
di Ferdinando Gagliotti
Giovedì 15 Febbraio 2024, 17:49
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Legalità, educazione, scolarizzazione, politica: sono solo alcuni dei tanti temi trattati durante l’incontro di ieri, presso la sala della fondazione Premio Napoli a Palazzo Reale, tra Nando Dalla Chiesa - scrittore, sociologo e politico, figlio del generale Carlo Alberto - e i suoi lettori (e non solo), mediato dal coordinatore della giuria tecnica del premio Alfredo Guardiano e il direttore del Corriere del Mezzogiorno Enzo D'Errico. L’autore ha presentato al pubblico il suo libro “La legalità è un sentimento” (Bompiani, 2023).

La risposta alla fatidica domanda «Che cos’è la legalità», a sorpresa, l’autore l’ha ricevuta da Francesco, uno degli studenti del suo corso di sociologia e metodi di educazione alla legalità all’università degli studi di Milano: «L’educazione alla legalità è educazione al conflitto». «La legalità è una promessa di liberazione - spiega ai presenti l’autore -, non una minaccia. È stato difficile costruire una idea di legalità desiderabile. Essa può essere descritta come quei sentimenti che una persona può mettere in fila, uno dopo l'altro, e dire: voglio vivere in un mondo così. Invece viviamo in una società in cui abbiamo coniato termini come vincente e perdente. Dobbiamo capire cosa vuol dire considerare valore le sconfitte, è un programma immenso. È chiaro che un mondo così sembra costruito per scatenare la voglia di vincere ad ogni costo, e in una situazione come questa si spiana la strada alla mafia. La mafia, o la camorra, non nascono in un vuoto sociale, non nascono solo nella miseria.

La povertà educativa, di cui abbiamo parlato a Città del Messico, è una sfida mondiale: è salita la scolarizzazione, è vero, ma non è scesa la povertà educativa, che non riguarda solo i ragazzi di Secondigliano ma tutte le classe sociali».

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Al sociologo è stato poi chiesto di commentare la scelta del sindaco Gaetano Manfredi di premiare Geolier con una medaglia e una targa per il risultato ottenuto all’ultimo festival di Sanremo, nonostante i testi dell’artista «non sempre veicolano messaggi positivi»: «Manfredi ha deciso di fare una grande scommessa, e ora questa scommessa deve portarla fino in fondo. Il mio consiglio non richiesto al sindaco è: prendi questo ragazzo e raccontagli la storia di Napoli e del mondo. Io la storia dei narcos in Messico, ad esempio, non la racconto perchè ogni volta mi viene da piangere. Geolier può diventare un simbolo, ma questa partita - se ci si sente di giocarla - che non diventi un disastro pubblico. Che si incentivi invece la fiducia. Manfredi non deve prescrivere al ragazzo cosa fare, cosa dire, ma la storia va raccontata: gli stessi maestri di strada insegnano che a volte per le cose bisogna passarci, per raccontarle. Le sofferenze altrui, le ingiustizie...».

«C'è bisogno di un regista. Dentro lo stato, il governo. Che affronti la scuola, lo sport, la sicurezza, con una logica non divisa per ministeri, ma sapendo che esiste la legalità. Sapendo dove si vuole arrivare», conclude l’autore. 

All’interno del manuale è citata anche una poesia di Erri De Luca, “Considero valore”: «Lessi questa poesia nel 2002 - rivela Dalla Chiesa -, l'ho ripresa in mano prima di una lezione forse d'istinto nel 2017 o 2018. Ho detto: proviamo a leggerla in classe, nel corso di educazione alla legalità. Mi sono reso conto che quella poesia gettasse le basi della legalità senza mai menzionarla. Sono tanti sentimenti, che messi insieme proteggono la società. Tutte le falle che la nostra società presenta, lì dentro non ci sono. Gli studenti, alla lezione successiva, sono intervenuti tutti, come mai successo. Loro capiscono anche qualcosa che potrebbe sembrare refrattario alla loro cultura. Considero valore anche chiedere permesso per sedersi a tavola: io ho smesso di chiederlo a dieci anni, ogni tanto lo ticordavo con le mie sorelle. Bisogna immergersi in un clima in cui le parole ritrovino tutti i propri valori positivi. Quella è una poesia che è andata al di là delle sue intenzioni».

Da un De Luca (Erri) a un altro (Vincenzo, presidente della Campania), si è parlato anche di come si sta evolvendo il linguaggio della politica: «Il vocabolario si è ristretto e quando un linguaggio si restringe non è mai buona musica per la società. Non si studiano le conseguenze delle parole, dei fatti, dei gesti. Il turpiloquio è un indebolimento della democrazia: parli come un essere regredito, non condivido neanche il linguaggio di certi miei colleghi. Il linguaggio è uno dei grandi limiti della politica di oggi».

All’indomani delle proteste dei manifestanti pro-Palestina davanti le sedi Rai, che hanno provocato violente reazioni da parte delle forze dell’ordine, Dalla Chiesa ha commentato: «Come si spiega il sentimento della legalità ai ragazzi quando vedono calpestata la libertà di espressione e di pensiero? Siamo di nuovo nel caso della scolarizzazione che si accompagna alla povertà educativa. La prima ci ha messo dentro una specie di arroganza, perchè pensiamo di avere gli strumenti per giudicare tutto. La scolarizzazione è avvelenata, fa pensare al genitore di saperne quanto l"insegnante. C'è un'ignoranza diffusa con una scolarizzazione di massa. Ci vuole molta severità e molta capacità di inclusione da parte dello stato. Poi, per chi commette violenze, ci sarà la repressione della violenza, ma manifestare dovrebbe essere sempre concesso. Lo stato deve essere inclusivo: a volte le punizioni sono sconsiderate, come quelle per gli studenti occupati per le occupazioni puniti più di quelli che commettono atti di bullismo».

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