«Abbiamo deciso di completare l'intero Rione Terra mettendo a disposizione altri 50 milioni di euro, perché questo è un patrimonio mondiale come Pompei e sarà uno dei poli di attrazione del turismo culturale italiano e europeo. Qui c'è qualcosa di unico al mondo». Il presidente della giunta regionale campana, Vincenzo De Luca, ha scelto il giorno dell'inaugurazione del nuovo percorso archeologico sotterraneo del Rione Terra di Pozzuoli, con 6mila metri quadri visitabili di nuovi reperti di epoca imperiale, per dare l'annuncio ufficiale.
Dopo l'evacuazione nel 1970 per il bradisismo, dal 1993, anno di avvio dei lavori con la creazione della struttura commissariale per la ricostruzione post-terremoto e l'affidamento dei lavori al general contractor Consorzio Rione Terra, con la direzione tecnica dell'ingegnere Giovanni Giannini, sono passati quasi trent'anni e sono stati già spesi 220 milioni di euro. Per un giacimento archeologico di età augustea, sul quale si è stratificata l'arte del cinquecentesco vicereame spagnolo che diventa, ora, quartiere dove ci sono uffici, la sede del Parco Archeologico dei Campi Flegrei, il museo diocesano e la Cattedrale. Oltre a alberghi e residence con due bar, una galleria d'arte e quasi sei chilometri quadrati tra tabernae e magazzini di epoca romana. Volano di sviluppo per centinaia di posti di lavoro, con un volume di affari stimato in 2,5 milioni di euro annui (tra ospitalità alberghiera, visitatori del museo e del percorso archeologico e frequentatori dei bistrot).
Rione Terra e Metro: opere a cavallo tra due secoli
Ma servono altri soldi per terminare anche la parte dell'antica Rocca puteolana, primo avamposto in Occidente degli antichi esuli greci euboici, che affaccia a picco sul mare e sulla vecchia darsena dei pescatori. Una «incompiuta» che ha dimostrato di essere una sorta di Araba Fenice, tra incendi devastanti, terremoti, pastoie burocratiche e finanche scioperi degli operai che, spesso, sono finiti sull'orlo del licenziamento per il blocco dei finanziamenti e, di riflesso, dei lavori. E, non a caso, l'aggettivo «storico» è stato il più usato, ieri mattina, dal governatore De Luca, dal sindaco Vincenzo Figliolia e dalla sovrintendente dell'area metropolitana di Napoli Teresa Elena Cinquantaquattro.
«Qui è stata fatta un'opera storica, non solo per Pozzuoli, ma per l'Italia intera, che potrà apprezzare un pezzo della nostra civiltà ha detto ancora De Luca, che ha visitato il nuovo tratto ipogeo -. Un recupero che consente la vita, non la mummificazione dei luoghi. Con tutti i Campi Flegrei qui sarebbe possibile creare un distretto turistico di valore mondiale. Purtroppo, però, la burocrazia e le lentezze ataviche di questo Paese non sempre aiutano, anche se qui il sindaco ha lavorato bene». Sulla stessa lunghezza d'onda la soprintendente Cinquantaquattro, che non ha mancato di sottolineare le difficoltà anche caratteriali nei rapporti con i vari enti coinvolti e i loro rappresentanti. «È una tappa sicuramente importante nel programma di recupero e valorizzazione del Rione Terra ha detto la Cinquantaquattro . Con questi due nuovi tratti di percorso archeologico si completa l'itinerario di visita della antica città di Puteoli, fino al Duomo».
Rione Terra come una specie di culla della civiltà occidentale, con il primo nome di Dicearchia: concetto filosofico di città dei giusti per gli esuli greci.