Paura della firma e abuso d’ufficio: all'Università Federico II di Napoli giudici e professori a confronto

Confronto particolarmente acceso sull’abrogazione dell’abuso d’ufficio

Giudici e professori a confronto
Giudici e professori a confronto
Martedì 27 Febbraio 2024, 10:20
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All’Università Federico II, sono stati affrontati i temi di grande attualità del reato di abuso d’ufficio, della discrezionalità amministrativa e della cosiddetta “paura della firma”.

I dirigenti delle pubbliche amministrazioni, in particolare dei comuni, testimoniano un forte disagio nell’esercitare le proprie funzioni. Emblematico è l’alto numero di richieste di essere assegnati a funzioni diverso rispetto a quelle considerate ad alto rischio di responsabilità penale e/o erariale (es. in materia di gare pubbliche o di rilascio di provvedimenti a costruire).

Queste tematiche, che vengono rappresentate come strettamente politiche (con inevitabili contrapposizioni tra maggioranza e opposizione, ma anche all’interno della stessa maggioranza), sono state trattate, con approccio rigoroso, dai magistrati (amministrativi e penali) chiamati ogni giorno ad applicare la legge, e dagli accademici, che ne hanno approfondito scientificamente i vari aspetti, avendo come riferimento la Costituzione.

Sono intervenuti Luigi Maruotti (Presidente del Consiglio di Stato), i presidenti di sezione Raffaele Greco (Consiglio di Stato) e Vito di Nicola (Cassazione), e i professori universitari di diritto amministrativo, penale e costituzionale Maria Alessandra Sandulli, Emanuele Boscolo, Marco Calabrò, Cristiano Cupelli, Massimo Luciani, Fiorenzo Liguori e Vincenzo Maiello

Sull’abrogazione dell’abuso d’ufficio il confronto è stato particolarmente acceso.

A fronte dei dati giudiziari, a tutti noti, che attestano la bassissima, si potrebbe dire insignificante, percentuale di condanne rispetto alle azioni giudiziarie avviate, alcuni dei relatori si sono espressi auspicando che il legislatore intervenga con una nuova riforma dell’articolo 323 del codice penale, ma senza abrogarlo. Perché il rimedio sarebbe peggiore del male. Tra le ragioni di questa posizione vi sarebbe il rischio dell’applicazione di altre norme, già previste dall’ordinamento, ma per altre finalità, che verrebbero utilizzate per sanzionare comportamenti percepiti come contrari all’interesse pubblico.

Il confronto ha beneficiato dell’analisi dei temi specifici affrontati dalla Rivista giuridica dell’edilizia, fondata dal Maestro del diritto amministrativo Aldo Mazzini Sandulli, improvvisamente e prematuramente scomparso l’11 febbraio 1984, e che ha visto il fondamentale contributo dei professori Guido D’Angelo e Salvatore Bellomia, recentemente mancati, che sono stati ricordati.

Si è in particolare discusso, su invito della professoressa Sandilli, attuale direttrice della Rivista, che ha introdotto l’incontro, della coerenza costituzionale della posizione assunta dalla Cassazione penale laddove configura il reato per assenza di permesso di costruire anche nei confronti di chi abbia costruito sulla base di atto amministrativo giudicato, ma solo in seguito, illegittimo dal giudice penale. Situazione che appare paradossale, ma tant’è.

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I magistrati hanno rimarcato il ruolo fondamentale degli studiosi e l’importanza delle loro sollecitazioni. Gli studiosi hanno evidenziato le criticità dell’esercizio della discrezionalità amministrativa e riconosciuto il ruolo fondamentale dei giudici, chiamati a interpretare leggi spesso ‘oscure’, auspicando che la loro autorevole voce giunga sino in Parlamento, affinché venga concretamente considerata l’esigenza di garantire i diritti dei cittadini — che rappresentano, purtroppo, l’anello debole dell’intero sistema —, e l’esercizio sereno delle funzioni dei dirigenti che, con la loro firma, si assumono la responsabilità dei provvedimenti delle pubbliche amministrazioni. 

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