Autonomia differenziata, De Luca attacca Schlein: «Il Pd non ha la credibilità per parlarne»

L'accusa a Speranza: «Da ministro faceva finta di non vedere che la Campania era derubata di centinaia di milioni di euro l'anno»

Vincenzo De Luca e Gaetano Manfredi
Vincenzo De Luca e Gaetano Manfredi
Venerdì 7 Luglio 2023, 16:41 - Ultimo agg. 27 Luglio, 20:20
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Il commissariamento del partito in Campania? «Un atto di delinquenza politica di cui vergognarsi». Misiani? «Un cacicco». È un fiume in piena il governatore campano Vincenzo De Luca nei confronti del suo partito, il Pd, anche oggi preso di mira nel corso dell'appuntamento social del venerdì. «Peccato non averlo oggi in vita Pasolini - ha esordito il presidente della Campania - un grande intellettuale che ha avuto il coraggio della verità perché fustigava l'ipocrisia indegna della sinistra storica, dei radical chic, di quella sinistra che ancora oggi è malata di presunzione, di superiorità morale e poi nella coerenza di vita si presenta peggio degli altri. Ci fosse stato Pasolini avrebbe fatto qualche commento su quello che ha fatto il Pd nella Regione Campania, un atto di delinquenza politica. Hanno perduto le primarie e hanno sequestrato il partito, per cercare di ribaltare il risultato, una vergogna. Neanche nell'Africa subsahariana».

Nel mirino di De Luca finiscono i commissari mandati dal segretario Elly Schlein in Campania e a Caserta, Antonio Misiani e Susanna Camusso: «Hanno mandato in Campania - l'affondo di De Luca - per fare il rinnovamento politico un tale di nome Misiani, che è un cacicco con cinque legislature sulle spalle, e a Caserta come commissaria un fiore di freschezza come la signora Camusso, Dio la protegga a lungo e l'abbia in gloria. Sono cinque mesi dalle primarie e non stanno facendo niente. Hanno sequestrato un partito perché il risultato delle primarie non gli andava bene, perchè quelli che hanno votato in Campania non hanno approvato il look dell'on. Schlein. Ma bisogna starsi. Si sono inventati di tutto, che bisognava cambiare invece di rispettare le regole della vita democratica, non cercando di imbrogliare mettendo in piedi atti di delinquenza politica».

«Il mio saluto al cacicco Misiani - la chiosa di De Luca - e al fiore di bellezza e di freschezza della on. Camusso, che ha trovato il tempo di firmare documenti con i peggiori notabili politici dell'area casertana ed è stata talmente cafona da non informarsi con la Regione su materie su cui la Regione lavora da anni contro la camorra nella battaglia contro la brucellosi. Seguiremo questo cabaret che è stato messo in piedi nella Regione Campania, ma anche a livello nazionale.

Vorremmo concentrarci su cose più serie rispetto all'idiozia di questi improbabili dirigenti del Pd».

«Negli anni che abbiamo alle spalle gli unici che hanno combattuto in maniera coerente e tenace contro l'autonomia differenziata e per l'uguaglianza di trattamento tra tutte le regioni siamo stati noi. Non credo che il Pd abbia molto titolo per sollevare il tema dell'autonomia differenziata». Così il governatore della Campania - continua De Luca  - Questo perché uno dei nuovi aderenti al Pd del nuovo corso, l'allora ministro Speranza, a suo tempo quando si è fatto il riparto del fondo sanitario nazionale e io protestavo perché la Campania continuava ad essere derubata di centinaia di milioni di euro l'anno, faceva finta di non sentire e dunque non so con quale legittimità oggi il Pd parli di autonomia differenziata. Bisogna essere credibili - invoca De Luca - e sapere che la battaglia contro l'autonomia differenziata richiede credibilità, coerenza e non iniziative propagandistiche ma atti concreti, altrimenti sono solo chiacchiere al vento».

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«Noi - ha proseguito - dobbiamo proseguire questa battaglia, lo facciamo come Regione Campania al di là della propaganda di chi non ha titolo per parlare di autonomia differenziata e al di là dell'orientamento del governo che è inaccettabile perché porta alla divisione dell' Italia e quindi faremo la guerra contro questa ipotesi. Però dobbiamo fare attenzione, un conto è battere l'ipotesi di autonomia differenziata, altro è tornare al centralismo nazionale che è cento volte peggiore. Stiamo vedendo quello che sta succedendo con il Pnrr dove hanno fatto i furbi i governi precedenti, con l'illusione di governare da Roma tutto. Dobbiamo invece valorizzare le autonomie regionali e avvicinare le istituzioni ai territori e alle imprese senza cadere in tentazioni centralistiche». 

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