Marco Sarracino, parlamentare e responsabile nazionale Sud del Pd: «Basta veleni, lavoriamo tutti insieme contro questa autonomia»

«Il nostro unico avversario è la destra. E noi lavoriamo per costruire un fronte quanto più largo possibile in difesa della nostra Costituzione e dell'unità nazionale»

Marco Sarracino è parlamentare e responsabile nazionale Sud del Pd
Marco Sarracino è parlamentare e responsabile nazionale Sud del Pd
di Adolfo Pappalardo
Venerdì 7 Luglio 2023, 11:00
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«Basta veleni, la battaglia contro l'Autonomia non si fa divisi», auspica Marco Sarracino, parlamentare e responsabile nazionale Sud del Pd, dopo le polemiche degli ultimi giorni con il governatore De Luca.

Quale è il senso di questa due giorni a Napoli di metà luglio?
«Siamo davanti ad un disegno che spacca l'Italia a metà e condanna il Mezzogiorno a irreversibile marginalità. Per questo il Pd ha deciso di organizzare il 14 e 15 a Foqus, nel cuore dei quartieri spagnoli, un'iniziativa in difesa della coesione e dell'unità del Paese che sarà conclusa dalla nostra segretaria nazionale Elly Schlein. Discuteremo in maniera aperta con tutti coloro che vorranno dare il loro contributo, dai nostri amministratori ai nostri parlamentari, fino alle forze economiche e sociali. Deve diventare un tema popolare».

Una due giorni che deve unire ma ha creato una frattura tra il Pd nazionale e il locale.
«Dopo l'unità trovata sulla proposta di salario minimo, ritengo che la contrarietà all'Autonomia differenziata possa essere una battaglia comune.

Un ulteriore passo verso la costruzione di un campo alternativo alla destra. E Napoli è la città giusta da cui partire, proprio per il modello politico costruito: governano bene assieme Pd, M5S, le forze della sinistra e il terzo polo. Anche per il partito locale c'è l'urgenza di organizzarsi in questa battaglia politica, come testimoniato dalle tante iniziative dei nostri circoli».

Qualche vostro governatore tempo fa strizzò l'occhio a Calderoli.
«Questo progetto è fuori dal tempo e antistorico. Gli obiettivi del Pnrr, ad esempio, prevedono il rafforzamento della coesione e la riduzione delle disuguaglianze. Dopo le criticità emerse dall'ufficio bilancio del Senato, dalla Commissione Europea, dalle audizioni avvenute in commissione e le dimissioni di altri quattro autorevolissimi componenti del comitato che avrebbe dovuto definire i Lep, è palese il fallimento di questa pseudo riforma. Si indebolisce lo Stato e non c'è alcun meccanismo di perequazione nei confronti dei territori che vedranno una diminuzione drastica delle risorse. È proprio il tema delle risorse a fare la differenza. Si legittima infine una specie di diritto differenziato, ovvero l'accesso ai diritti e alle opportunità dipenderà dal territorio in cui nasci. È inaccettabile».

La Schlein non risponde alle critiche di De Luca. Ma almeno lei? Sostiene come "il Pd ha reciso il rapporto con il mondo cattolico, dell'impresa, dei professionisti, del commercio". Parla di linea suicida.
«Mi sembra una analisi molto parziale. Il Pd oggi è innanzitutto il partito che tutela il lavoro, difende la sanità e la scuola pubblica, che torna a ricostruire un rapporto con i ceti popolari e si batte per il salario minimo. Oggi c'è attenzione da parte di mondi che ci avevano voltato le spalle. Quanti anni erano che un segretario del Pd non andava fuori le fabbriche incontrando gli operai? E con gli studenti che lottano per il diritto alla casa?».

E gli altri mondi?
«Non sfuggo: sull'immigrazione sull'integrazione, sull'ecologia, sulla pace, la nostra linea è molto in sintonia con la storia e i valori del cattolicesimo sociale e con la sensibilità del pontificato di Papa Francesco. Sull'impresa, in molti sono rimasti meravigliati dalla calorosa accoglienza ricevuta dai giovani di Confindustria».

De Luca ma è stato durissimo con i vertici del Pd: vi accusa di aver preso in ostaggio il partito campano.
«Per quel che ci riguarda, il nostro unico avversario è la destra. E noi lavoriamo per costruire un fronte quanto più largo possibile in difesa della nostra Costituzione e dell'unità nazionale. Al governo si dicono patrioti a parole, ma poi sono pronti ad abbandonare metà della nazione solo per pagare una cambiale alla Lega. E dobbiamo lavorare assieme, senza divisioni».

Insisto sul congresso: quando si farà?
«Non si possono fare previsioni, ma è chiaro come il commissariamento deve servire a cambiare radicalmente metodi che tutti i candidati alla segreteria nazionale hanno condannato e individuato come un problema serio».

Ma davvero questo governo è anti-Sud come dite?
«Le scelte di questo governo sono contro il Sud. Per il Pd invece la sua tutela è un tratto identitario. Riflettiamo sul combinato di tre scelte politiche del Governo: oltre all'Autonomia, il Dl lavoro, approvato la scorsa settimana, riduce gli strumenti per combattere la povertà, aumenta la precarietà con i contratti a termine, aumenta a 15mila euro la possibilità di poter utilizzare i voucher e taglia il cuneo fiscale solo per qualche mese. Mentre il Pnrr ormai è stato trasformato da grande opportunità a campo di battaglia e le incertezze del governo hanno praticamente paralizzato la nostra pubblica amministrazione. Così si condanna il Sud». 

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