Autonomia differenziata, Salvini: «A Napoli solite lamentele della politica che ha fallito»

Ma le opposizioni restano sul piede di guerra

Matteo Salvini
Matteo Salvini
di Adolfo Pappalardo
Giovedì 18 Gennaio 2024, 07:00
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È ancora scontro sull'Autonomia differenziata. Con Salvini che, ovviamente, difende il provvedimento caro alla Lega e spara ad alzo zero: «Alcuni politici non hanno fatto una mazza per trent'anni...», sbotta ieri mattina, ospite ad Agorà, quando sullo schermo scorrono le immagini della manifestazione di piazza del Plebiscito con gli ex sindaci di Napoli Bassolino e de Magistris. Si riferisce alla Campania. E proprio oggi pomeriggio curiosamente, il vicepremier e il governatore De Luca si vedranno per un sopralluogo della diga di Campolattaro, nel Sannio. Anche se i due rimangono sì in disaccordo sull'Autonomia differenziata, il cui iter legislativo è partito ieri, ma assolutamente d'accordo per il terzo mandato nelle regioni. 

Eppure ieri il ministro delle Infrastrutture non rinuncia alle frecciate. «Oggi la sanità della Campania è pari alla sanità della Lombardia? No. In questa proposta di legge sull'Autonomia differenziata, che non hanno letto, ci sono i livelli essenziali di prestazione (Led). Significa che per la prima volta nella storia viene applicata la Costituzione: tutti i cittadini italiani - spiega Matteo Salvini - da Treviso a Benevento dovranno per norma avere gli stessi livelli di prestazione, cosa che oggi non è.

Quindi è un passo in avanti». Poi la bordata: «Autonomia significa scommettere sui politici bravi e se a Napoli si lamentano gli stessi politici che non hanno fatto una mazza per 30 anni, cade la mazza».

Ma non finisce qui, perché sempre il leader della Lega aggiunge: «Non sarà più colpa di Salvini, se hai le competenze sei tu a Napoli che mi devi dare le risposte. Il Sud può correre, competere. La responsabilità è di chi ha governato la Campania in questi anni e la lascia in queste condizioni, non di Salvini. E se, dice a mo' di esempio, «domani la Regione Campania dicesse alcuni beni culturali me li gestisco io, non toglierebbe soldi alla Lombardia».

«Mi sento di rassicurare tutti, la Commissione parlamentare deputata al rapporto tra lo Stato e le Regioni vede il tema dei Lep come prioritario. Voglio ricordare che nel testo sono previste misure perequative e di promozione dello sviluppo economico, della coesione e della solidarietà sociale, per garantire le quali vanno assicurate le opportune risorse. Personalmente, da senatore eletto in una regione del Sud, la Campania, vede nel percorso verso maggiori forme di Autonomia un'occasione straordinaria per colmare i divari storici del Paese», è la rassicurazione di ieri mattina in Aula del senatore azzurro Francesco Silvestro, presidente della Bicamerale per le questioni regionali. Mentre il ministro Calderoli, sempre a Palazzo Madama, nelle repliche incalza: «Vogliamo fare qualcosa per far girare la manovella del Mezzogiorno e dar l'idea che tutto il sistema Paese possa crescere? La mia risposta è farlo attraverso l'Autonomia». 

 

Ma la minoranza è sul piede di guerra. «La maggioranza sta scrivendo in Senato una pagina triste, infelice, amara della politica: con il ddl sull'autonomia differenziata decentra e con quello sul premierato accentra, nella rappresentazione plastica di come per queste forze politiche gli interessi di parte, i vessilli e gli scalpi per la campagna elettorale siano da anteporre agli interessi generali del Paese. Perché non è vero che è un risultato disastroso giocato solo sulla pelle del Sud e del Mezzogiorno, è invece giocato sulla pelle dell'intero Paese», attacca in Aula la senatrice del Pd Valeria Valente, componente della Commissione Affari costituzionali. E sottolinea come «Tutti gli auditi in Commissione, da Confindustria, a Bankitalia, all'Anci, all'Upi, ai sindacati hanno detto: fermatevi, questo ddl mina la forza del Paese, mina la sua competitività».

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Allarme anche dall'Anci. «L'Autonomia differenziata così come proposta da Calderoli spacca il Paese e porta alla creazione di tanti sistemi sanitari e scolastici regionali, mettendo a rischio i principi di equità e solidarietà nazionale», dice, infine, Ciro Buonajuto sindaco di Ercolano e vicepresidente nazionale Anci. 

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