Comune di Napoli, nasce la maxi azienda dai rifiuti ai trasporti: «Così servizi migliori»

Comune di Napoli, nasce la maxi azienda dai rifiuti ai trasporti: «Così servizi migliori»
di Luigi Roano
Venerdì 1 Aprile 2022, 07:10 - Ultimo agg. 12:24
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Il primo settembre un Pezzo corposo del Patto per Napoli in quota Comune - vale a dire uno degli step per fare sì che l'erogazione del miliardo e 231 milioni non si fermi - prenderà forma e finirà sulla scrivania del premier Mario Draghi: si tratta della razionalizzazione e riorganizzazione del sistema delle aziende partecipate. Il Governo ha erogato i primi 54 milioni facendo una eccezione, vale a dire senza le misure sulle aziende comunali accettando la richiesta del Comune di avere più tempo: «Perché il lavoro da fare - spiega l'assessore al Bilancio Pier Paolo Baretta - è profondo e ampio e necessita di un po' di tempo in più». E il perno sul quale sta lavorando l'assessore per rilanciare le partecipate assomiglia a una autentica rivoluzione come si legge nelle slide distribuite martedì in Sala dei Baroni quando Draghi ha firmato il Patto: «La messa a fattore comune di funzioni delle società».

Cosa significa? Sostanzialmente la creazione di una holding - diversa da quella attuale che ha altre mission - dove i servizi vengono accorpati. «Una ipotesi di lavoro - conferma Baretta - su cui ragioniamo è la creazione di una holding che gestisca tutti i servizi a iniziare dalla logistica. E voglio precisare che non c'è nessun problema di personale, non ci saranno esuberi, anzi noi puntiamo a implementare la pianta organica». Più concretamente di cosa si tratta? Di quali servizi si interesserebbe quella che poi è destinata a essere una maxi azienda pubblica? «Messa a fattor comune di funzioni orizzontali delle varie società come, ad esempio, la gestione del personale, la gestione degli acquisti e delle manutenzioni, il contenzioso e la difesa legale, la sicurezza e l'interoperabilità dei sistemi informatici, mantenendo gli attuali livelli occupazionali, anche attraverso percorsi formativi che consentano l'abilitazione rispetto ai nuovi obiettivi aziendali e il miglioramento delle performance manageriali». Questa la scheda che è nelle mani di Draghi. E dovesse andare in porto - come sembra abbastanza certo - significherebbe che a Palazzo San Giacomo le aziende verrebbero messe a sistema ovvero oggi quello che fa la NapoliServizi, per esempio, non è allineato a quello che fa l'Asìa o l'Anm. Allineamento e comunicazione interna tra le aziende è uno strumento che per il Comune può dare migliori servizi ai napoletani, questo l'obiettivo finale. Perché la certezza è una: le aziende sono il punto di snodo tra Comune e cittadini, i servizi per i napoletani passano da lì. Nel pacchetto dell'interoperabilità ci finisce quindi la vicenda delle manutenzioni vale a dire anche e soprattutto le strade e le migliaia di buche che tormentano i napoletani. E ancora la manutenzione degli alloggi di Edilizia pubblica residenziale. C'è la sicurezza attraverso la messa in comune dei servizi informatici che dovrebbe garantire ai vigili urbani una più fruttifera presenza in strada. Anche con la riattivazione delle telecamere che il Comune sta perseguendo pedissequamente anche in queste ore, piano che il sindaco oggi presenterà al ministro dell'Interno Luciana Lamorgese.

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I trasporti che si gioveranno delle telecamere e i cosiddetti semafori intelligenti.

E i rifiuti con un dialogo serrato tra Asìa e la stessa NapoliServizi. Ma non è finita qui. Tra le funzioni orizzontali messe a sistema, la più importante è quella tra i lavoratori delle aziende, c'è la gestione del personale che con adeguati corsi di formazione potrebbe operare in ambiti diversi. Non è finita qui perché mettere in comunicazione il comparto legale con quello del contenzioso - il Comune è esposto per un miliardo e la metà di questa somma sono richieste di risarcimento dei cittadini piombati nelle buche - potrebbe vedere risposte dell'ente di piazza Municipio più puntuali nei tribunali. Il piano è largo e prevede collaborazioni con altre aziende prevalentemente pubbliche per arricchire e potenziare la gamma dei servizi che erogano le partecipate. A spiegare come stanno le cose è ancora Baretta: «Prevedo collaborazioni - dice l'assessore - ma con aziende pubbliche di alto livello come avviene in altre città, ma anche di Stato penso alle Fs, Enel, Poste italiane. Non abbiamo l'esigenza di ricorrere al mercato privato. Il Dl concorrenza spinge, ma non siamo obbligati. La metro a Napoli ad esempio è fatta con una società che è del Comune di Milano». 

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