De Luca non si scusa: «Meloni insulta il Sud»

Fdi “chiama” il Viminale sul caso Roma, Sangiuliano lo bolla come «monarca»

L'intervento di Vincenzo De Luca
L'intervento di Vincenzo De Luca
di Adolfo Pappalardo
Sabato 17 Febbraio 2024, 23:00 - Ultimo agg. 18 Febbraio, 17:21
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Nessun passo indietro. Anzi Vincenzo De Luca insiste nello scontro diretto con la premier Meloni. E sull’insulto, in un fuori-onda a Montecitorio, minimizza: «Era una cosa detta a mezza voce. Ma i titoli principali sono l’insulto di De Luca alla Meloni, siamo alla follia...». È l’autoassoluzione deluchiana. Poi un minuto dopo controbatte: «L’unico insulto lo ha rivolto lei a chi è andato a manifestare, perché in un Paese democratico non decide lei chi e quando deve manifestare».

Insomma, per il governatore della Campania, si è assolutamente nel giusto. Alimentando così, anche ieri, lo scontro con il centrodestra ma anche aprendo una spaccatura tra gli amministratori. Alcuni sindaci campani chiedono all’Anci di dissociarsi mentre i governatori di centrodestra, colleghi di De Luca, chiedono al presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, d’inserire all’ordine del giorno della prossima riunione un punto specifico per censurare il comportamento dell’ex sindaco di Salerno.

Il governatore arriva puntuale al teatro Sannazaro, nel cuore di Chiaia, dove ha dato appuntamento agli operatori culturali per la vicenda dei fondi Fsc non ancora stornati alla Campania e che metterebbero a rischio la prossima stagione estiva. Non una parola con i giornalisti mentre risuona Bella Ciao al suo ingresso. Poi un’introduzione breve sul palco dove parla con un filo di voce. Ma l’afonia che l’ha colpito dopo la manifestazione di Roma del giorno prima non sembra affatto piegarlo o scalfirlo. 

«Ho parlato a piazza Santi Apostoli per un’ora e nessuno ha offeso nessuno. Hanno mandato in giro un fuori onda mentre ero a Montecitorio a bere un bicchiere d'acqua. Bisogna stare attenti, era una cosa detta a mezza voce. Ma i titoli principali sono l'insulto di De Luca alla Meloni, siamo alla follia. Siamo in un Paese malato di conformismo e opportunismo e in cui l'opinione pubblica sembra aver perso la ragione critica. Ci si è ridotto a un titolo su una battuta», attacca lui. Poi torna il governo nel mirino dei suoi strali. «Chi governa non può monopolizzare le risorse per ricattare i cittadini, ci sono delle regole fondamentali in una vita democratica. Il potere è rispettare i diversi ruoli istituzionali: lo scontro che abbiamo con il governo non è fra maggioranza e opposizione, fra Nord e Sud, ma è per il carattere della democrazia: in Italia stiamo perdendo le regole fondamentali». 

Infine la freccia intinta nel curaro: «Questo è il governo Meloni-Badoglio. Sono scappati tutti: c’erano migliaia di persone in piazza e il governo è stato totalmente assente, abbiamo chiesto più volte di essere ricevuti tra Palazzo Chigi, la sede del ministero della Coesione e Montecitorio, ma l’unico rappresentante che ha difeso la dignità delle istituzioni è stato il prefetto di Roma». Infine si scaglia contro il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi: «È stato latitante per tutta la giornata, nonostante la situazione che si era creata a Roma. La mia solidarietà va alle forze dell’ordine, che non sapevano come comportarsi».

Ovviamente lo scontro politico non accenna a diminuire nella sua intensità. «Lo squadrismo moderno è usare lo Stato come proprietà privata. Negare fondi pubblici per ragioni di lotta all’avversario politico. Schierare la polizia - attacca il vice di De Luca, Fulvio Bonavitacola - contro Sindaci e manifestanti pacifici e fare trovare le porte chiuse di Ministero della coesione e di Palazzo Chigi a chi chiedeva solo un incontro civile». Mentre da Fdi parte l’interrogazione parlamentare proprio sulla manifestazione di Roma: «Ci risulta che tra i manifestanti ci fossero persone partite in pullman che nulla avevano a che vedere con i sindaci, personale dello staff di De Luca, dipendenti di Municipalizzate di Salerno e , della Regione che dovevano essere a lavoro», spiega il senatore Antonio Iannone.

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Mentre Luciano Schifone, consigliere del Ministero della Cultura accusa anche gli operatori della cultura riuniti ieri mattina: «Convocati, forse meglio dire precettati, da chi ha tagliato a suo piacimento i fondi al Teatro San Carlo e al Teatro Mercadante per darli alle luminarie di Salerno, si riuniscono per protestare contro il mancato Accordo di Coesione che proprio De Luca sta boicottando». Mentre il ministro Sangiuliano si limita ieri a proporre sui social la lettura di un libro: «Il Monarca. Vincenzo De Luca, una questione meridionale».

Infine è frattura anche all’Anci. «Da sindaci campani, - dicono i sindaci di Afragola, Antonio Pannone e di Casalnuovo di Napoli, Massimo Pelliccia - invitiamo l’amico Carlo Marino a dissociarsi dalle dichiarazioni di De Luca. L’Anci deve continuare a contraddistinguersi per senso delle istituzioni e rispetto di tutte le comunità che rappresenta e pertanto, non può essere trascinata nella deleteria deriva insultante innescata da De Luca a danno del premier Meloni».