Potrebbero agitarsi le acque campane di Azione, il partito di Carlo Calenda. Complice un riavvicinamento dell'ex ministro con il governatore Vincenzo De Luca suggellato da un vertice a Santa Lucia, due mattine fa. Incontro durato un'ora e tenuto assolutamente riservato. A cominciare da Calenda stesso che non ne avrebbe fatto parola nemmeno con la presidente del suo partito, l'ex ministro Mara Carfagna, creando quasi sicuramente malumori ancora tutti da venire. Anche perché appena agli inizi di luglio, alla convention del partito proprio Napoli, Calenda aveva tenuto a marcare le distanze da De Luca: «Il terzo mandato non cambia la vita di nessuno. Come arrivare alla fine di questo mandato ci interessa», diceva. Ancora più dura la Carfagna: «Questa gestione merita un giudizio severo che debba invocare discontinuità piuttosto che continuità». Epperò l'arrivo a Santa Lucia del leader di Azione sembra aver mezzo il sigillo proprio sull'ok ad un nuovo quinquennio di De Luca senza che però nel partito, a cominciare dai suoi vertici, si sia mai fatta una discussione o una valutazione politica condivisa sul tema.
Due mattine fa l'incontro officiato da Sommese, padre e figlio arrivati in anticipo.
Anche perché nel partito era questa la linea stabilita: non avanzare e rimandare al momento opportuno ogni ulteriore valutazione su da farsi in vista delle prossime regionali che sono tra quasi tre anni. E invece quello di Calenda sembra più un blitz solitario che ora apre nuovi scenari e che spiazza anche una buona parte del suo gruppo dirigente. A cominciare dalla presidente Carfagna.
E acuendo, con evoluzioni future, anche una divisione netta che c'è da tempo in Azione campana. Tra chi è posizionato già e senza indugi su De Luca e il terzo mandato (a cominciare dal coordinatore Giuseppe Sommese e dall'europarlamentare Ferrandino) e chi è freddo se non proprio ostile: come Carfagna e il suo gruppo o un ex democrat come Peppe Russo. Vedremo ora cosa accadrà nel partito di Calenda. Mentre il governatore De Luca, dal canto suo, in questo modo si mette in un punto di forza anche rispetto al suo partito, il Pd, con cui è in perenne scontro. Proprio sul terzo mandato rispetto al quale la segretaria non intende concedere aperture.