Elly Schlein e De Luca, Manfredi difende Piero: «Ha lavorato bene»

Prima il no al terzo mandato, poi Piero scalzato dal ruolo di vicecapogruppo alla Camera dei dem

Elly Schlein tra Valeria Valente, Cecilia D'Elia e Sara Ferrari
Elly Schlein tra Valeria Valente, Cecilia D'Elia e Sara Ferrari
di Luigi Roano
Venerdì 9 Giugno 2023, 11:00
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«Per me Piero De Luca ha lavorato bene», si è fatto scappare il sindaco Gaetano Manfredi. A raccontarlo sono quelli che gli stanno davvero vicini, che fanno parte della sua segreteria politica e che condividono con l'ex rettore i tormenti del Pd di questi giorni, quelli orientati su Napoli e la Campania. Non entra nelle dinamiche interne del Pd il sindaco - questa la sua volontà - ma è chiaro che se il Pd è il principale partito della maggioranza che lo sostiene, e due attori come il governatore Vincenzo De Luca e suo figlio Piero che di mestiere fa il parlamentare dem entrano in rotta di collisione con la segreteria retta da Elly Schlein è un evento che lo preoccupa non poco per i riverberi che questa guerra interna al partito potrebbe avere sulla città. Al governatore la Schlein ha già detto no al terzo mandato. Poi Piero è stato scalzato dal ruolo di vice capogruppo alla Camera dei dem. «Una vendetta trasversale» l'ha definita la famiglia De Luca. «Abbiamo promesso e ci siamo impegnati a garantire il pluralismo nei gruppi, si è lavorato in questo senso. Ci sono due nuovi capigruppo espressione della maggioranza ed è giusto che ci siano due vicari che non hanno votato me al congresso. E questo ha comportato altre scelte che tenessero conto del pluralismo. Credo che in questo contesto tutti possano proseguire a portare il proprio contributo e a vedersi valorizzati», la risposta della Schlein ai De Luca. In questo contesto arriva la difesa di Manfredi di Piero. A Palazzo San Giacomo ritengono che il parlamentare «anzi, ha sempre dato una mano alla città ed ora occorre sempre più sostegno in sede parlamentare per Napoli sul piano dei conti, delle leggi sulle grandi città, sugli affitti brevi e turismo». Piero, la sostanza politica del ragionamento dell'ex rettore, dà una mano concreta a Napoli e va tutelato e la sua azione va valutata per quello che fa e ha fatto e non perché figlio del presidente della Regione Campania. Non banale che dal Comune venga fori questa linea proprio oggi, cioè nel giorno in cui il sindaco alle 19, alla Libreria Coop Ambasciatori di Bologna, partecipa al forum sul tema «Dopo l'alluvione» con il primo cittadino felsineo Matteo Lepore e il presidente Stefano Bonaccini. Un venerdì dove è in programma un incontro con la Schlein. Dove si parlerà dell'argomento e probabilmente anche dell'assessore in quota dem che manca alla giunta Manfredi. Visto che a Napoli il partito non riesce a uscire fuori con un nome condiviso. Un faccia a faccia con la Schlein che verrà bissato domenica alla Whirlpool a Napoli, a Ponticelli. 

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Non banale nemmeno che il sindaco si spenda per Piero, ma su De Luca senior nemmeno mezza parola. La distanza tra i due è siderale fatta eccezione per i rapporti istituzionali. Ed è questa la cosa che preoccupa Manfredi. Se De Luca lasciasse i dem per correre con una lista sua alla Regione, i prossimi due anni sarebbero un inferno sul fronte napoletano, atteso che già non c'è feeling tra i due, figurarsi con il governatore sganciato completamente dall'alleanza. I dispetti già ci sono stati, per esempio il definanziamento del San Carlo e del Mercadante, pur sapendo De Luca senior che Manfredi ha la delega alla cultura. E ancora, dalla Regione dopo mesi di trattative ancora non arriva il via libera sulla delibera del Comune per tutela di alcune strade del centro storico Unesco, dove un determinato tipo di attività come pizzetterie e affitti verranno limitate. Delibera «che serve alla città», ha ricordato l'assessora Teresa Armato in una intervista a Il Mattino. 

IL RETROSCENA

Anche sul fronte politico nazionale Manfredi rimarca dei distinguo da un certo mondo dem. L'ex rettore ha sempre favorito - e resta convinto - che serva il campo largo con i Cinquestelle con dentro anche le forze centriste che ora sono in ricomposizione. E il Pd della Schlein ancora non ha sciolto questo nodo. A Parigi - mercoledì scorso - ha avuto in merito un colloquio con Maria Elena Boschi presente come commissione Cultura della Camera sull'argomento centristi e campo largo. Del resto, l'alleanza che lo ha portato a indossare la fascia tricolore a Napoli, era ed è esattamente composta dal M5S e da forze centriste. Manfredi ne ha parlato anche al compleanno di Salvo Nastasi - questo trapela - con i suoi amici Dario Franceschini, Giuseppe Conte ex premier e capo dei pentastellati e con Gianni Letta.
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