Elezioni Europee 2024, Maurizio de Giovanni stoppa l’area Schlein: «Non mi candiderò»

Lo scrittore smentisce contatti con i dem

Schlein e De Giovanni
Schlein e De Giovanni
di Dario De Martino
Giovedì 4 Gennaio 2024, 22:53 - Ultimo agg. 6 Gennaio, 09:10
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Non ci sarà il nome di Maurizio de Giovanni sulle schede elettorali delle prossime elezioni europee. Né l’abbraccio con la segretaria Elly Schlein a giugno scorso né il libro presentato con il presidente della Regione Vincenzo De Luca a novembre erano davvero indizi validi per immaginare una possibile “discesa in campo” del popolare scrittore sulla scena elettorale. Ed anche se in queste ore il suo nome era tornato a ribalzare sui taccuini come possibile candidato alle europee in quota Partito democratico, i rumors vengono nettamente smentiti. Non solo da alcune voci di dentro nella segreteria del Pd, ma soprattutto dallo stesso protagonista, che non ha intenzione di mettersi nell’agone elettorale. Tanto che quando glielo si chiede, de Giovanni risponde in maniera molto secca: «Non sono mai stato contattato da nessuno per una candidatura alle prossime elezioni europee». E poi, dopo una breve pausa, aggiunge: «E comunque non sono interessato a una candidatura». Parole che non lasciano spazio a ribaltamenti di fronte e che vanno in coerenza con quanto già detto, sempre in un’intervista a Il Mattino, a giugno scorso: «Se mi chiedessero di partecipare a una competizione elettorale direi di “no”». E così sarà. 

Non è certo disinteresse verso il ruolo istituzionale oppure verso la politica. Anzi, de Giovanni continua a coltivare con impegno civico il suo ruolo da scrittore popolare e riferimento culturale in città, cercando anche di trasmettere ai più giovani la necessità di un ritrovato interesse verso la cosa pubblica.

E infatti chiarisce: «Ritengo comunque un onore che il mio nome sia accostato alla possibilità di partecipare a una competizione elettorale per un posto da parlamentare europeo. Ma penso - il ragionamento fatto dallo scrittore rispondendo alle domande de Il Mattino - che possa essere più utile una voce critica e libera». E infatti sono questi i panni che vuol continuare a vestire. Con una posizione di parte, ma senza appartenere a nessuno. «Tutti sanno che il mio cuore batte a sinistra», dice candidamente, aggiungendo però che «non appartengo a nessuno schieramento». Tradotto: nessuna corrente o ancor di più, nessun partito, può pensare di mettermi l’etichetta addosso.

E d’altronde basta guardare la posizione avuta su Schlein. «Cara Elly, sei una grande novità e soprattutto una grande occasione per la sinistra», disse lo scorso giugno nella sede della ex Whirlpool nel corso di una visita napoletana della segretaria dem. Il tempo, però, ha fatto perdere, nella visione di de Giovanni, quella speranza di cambiamento interno al partito. «Mi sembrava una scelta non di apparato, e quindi di una determinazione diversa. Ma i fatti hanno dimostrato che l’apparato vince sulle persone», disse a novembre lo scrittore a proposito della segretaria. Lo fece, tra l’altro, seduto accanto al nemico giurato della deputata di Lugano, Vincenzo De Luca, in occasione della presentazione del libro del governatore. Un giudizio, quello sull’operato della numero uno del Pd, che ribadisce anche oggi: «La stima per Elly Schlein c’è sempre ma non ritengo che operi davvero in autonomia». E il problema non è tanto della segretaria ma dell’intero partito che, nella visione di de Giovanni, è la «risultante di troppe anime diverse». E d’altronde anche la posizione che la guida nazionale del partito ha avuto nei confronti di De Luca potrebbe sembrare in qualche modo troppo severa allo scrittore.

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Basti ricordare le belle parole spese dal presidente del premio Napoli in occasione della presentazione di “Nonostante il Pd” a novembre al circolo del Tennis, quando a proposito dell’opera del governatore campano dichiarò: «Il titolo non fa giustizia a un libro ricco di sentimenti, scritto da chi legge il Paese con grande cura». Insomma: basta ripercorrere gli interventi pubblici per ritrovarci davvero quella voce «critica e libera» che non si schiera né con De Luca né con Schlein per partito preso ma in funzione di ciò che pensa e di ciò che fanno. Scartata l’ipotesi de Giovanni, ovemai fosse stata davvero caldeggiata dalla segreteria dem, in casa Pd si continua a ragionare sulle liste e sulle candidature per le Europee. Il rebus ruota, prima di ogni altra cosa, attorno alla candidatura della stessa Elly Schlein come capolista. Se non ci fosse lei, dovrebbe essere il giornalista Sandro Ruotolo il numero uno. I nomi caldi restano la vicepresidente Ue uscente Pina Picierno, il sindaco di Bari Antonio Decaro (sostenuto da un fronte importante anche in Campania), Lello Topo e in quota De Luca l’assessore regionale Lucia Fortini o direttamente il deputato, e figlio del presidente della Regione, Piero De Luca.

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