Luigi Cesaro, corvi e soffiate: «Così iniziò il depistaggio»

Luigi Cesaro, corvi e soffiate: «Così iniziò il depistaggio»
di Leandro Del Gaudio
Venerdì 12 Giugno 2020, 08:00
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Soffiate, depistaggi, atti di indagine rubati e offerti in regalo a un politico potente, lettere anonime corredate di proiettili, finanche un incontro informale all'Excelsior dei tre fratelli Cesaro e un ufficiale dei carabinieri per alcune «confidenze informali».

È uno dei filoni investigativi dell'inchiesta che vede in cella Antimo Cesaro, ai domiciliari i fratelli Raffaele e Aniello, mentre il senatore Luigi Cesaro è destinatario di una richiesta di arresti in carcere. Concorso esterno in associazione camorristica, in uno sfondo segnato da «una costante attività di depistaggio», che ha una genesi precisa: siamo nel 2013, quando un maresciallo dei carabinieri della compagnia di Castello di Cisterna trafuga un'intera informativa di polizia giudiziaria sui rapporti occulti tra i Cesaro e il boss Pasquale Puca, a proposito dei milioni di euro che sarebbero stati riversati dalla camorra di Sant'Antimo per costruire (negli anni Novanta) il centro polidiagnostico Igea e in seguito il centro commerciale il Molino.
 


Un'intera attività di indagine viene così disvelata ai fratelli Cesaro, che in quegli anni hanno l'ulteriore conferma di un'inchiesta sul loro conto, dopo la decisione del boss Ferdinando Puca di collaborare con la giustizia. Da allora, avrebbe avuto inizio una sorta di strategia vittimistica condotta dai tre fratelli imprenditori. Decidono di mostrarsi vittime del racket, come imprenditori vessati e costretti a pagare da sempre il pizzo. E avrebbero così sfruttato i segnali sinistri che si registrano sul territorio, per avallare questa versione. Ricordate cosa è accaduto ai Cesaro negli ultimi anni? Nel 2014 la bomba contro il centro Igea, poi gli spari contro la macchina di Antimo e la rapina in casa di Aniello, ma anche la vandalizzazione delle vetrine nel centro commerciale, come opera di babygang (per dimostrare di non godere della protezione di alcuno). Diversa è invece la conclusione del gip Maria Luisa Miranda: si tratta di un'azione di depistaggio, finalizzata a nascondere le «cointeressenze imprenditoriali esistenti con i Puca», nella realizzazione del centro commerciale e del centro polidiagnostico. Tutto nasce dalla «manina» del «servitore infedele dello Stato» che consegna la pen drive con l'informativa di pg sui rapporti tra i Cesaro e i Puca.

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Da qui avrebbe avuto inizio la ritirata dei tre imprenditori che interrompono le dazioni di denaro mensili alla famiglia del boss Pasquale Puca. E c'è un altro capitolo di questa presunta strategia difensiva che risale al dicembre del 2015. I tre fratelli Cesaro ottengono un incontro informale con un ufficiale dei carabinieri di Castello di Cisterna, che a loro insaputa registra il dialogo e lo usa per fare una relazione di servizio a loro carico. Se Aniello e Raffaele si mostrano a loro agio, lì all'interno dell'Excelsior, Antimo è invece guardingo e contratto, tanto da alzarsi in più occasioni per controllare se non ci fossero altri soggetti a spiarli.

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Inchiesta condotta dai pm Loreto e Serio (aggiunto Rosa Volpe), grazie al lavoro dei carabinieri del Ros agli ordini del colonnello Gianluca Piasentin, spuntano anche altri episodi finalizzati ad azioni di depistaggio. È il caso della lettera minatoria che sarebbe stata spedita all'ingegnere Claudio Valentino da parte del consigliere comunale Francesco Di Lorenzo (entrambi agli arresti), al termine di un accordo finalizzato - si legge agli atti - a depistare le indagini in corso, ma anche a «impedire l'assegnazione di consulenze esterne», con l'arrivo del nuovo sindaco Aurelio Russo.

Oggi gli interrogatori.
Tocca ad Antimo Cesaro (difeso dall'avvocato Claudio Botti) rispondere alle accuse di essere il perno di un sistema politico imprenditoriale infiltrato con la camorra; e tocca anche all'ingegnere Claudio Valentino smentire le accuse di aver messo in piedi un sistema di tangenti in cambio di concessioni e licenze, all'ombra del comune dei fratelli Cesaro. 

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