De Luca, attacco al Pd: «Solo anime morte, quando andate via?»

Lo show alla prima presentazione napoletana del libro

La presentazione del libro del governatore Vincenzo De Luca
La presentazione del libro del governatore Vincenzo De Luca
di Dario De Martino
Mercoledì 8 Novembre 2023, 07:10 - Ultimo agg. 9 Novembre, 07:30
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Per una volta, in un evento a cui partecipa Vincenzo De Luca, gli attacchi duri ai dem non arrivano soltanto da lui, ma anche da chi gli siede accanto: Maurizio de Giovanni. Lo scrittore elogia il libro del governatore e non risparmia critiche alla segretaria nazionale del Pd Elly Schlein, avversaria numero uno del presidente della Regione. Mentre De Luca, tra risate e applausi delle oltre duecento persone che hanno raggiunto il circolo del tennis di Napoli, si lascia andare all'ormai solita disamina sulle «anime morte» della classe dirigente del Pd.

Il giorno dopo il coordinamento provinciale, che ha fotografato ancora una volta lo scontro tra i bonacciani-deluchiani e i seguaci della segretaria Schlein, De Luca torna ad attaccare nuovamente i dem, pur non esprimendosi su temi al centro dello scontro come congresso regionale e terzo mandato. Le rimostranze rispetto ai suoi continui attacchi al partito, evidentemente, non bastano a fermarlo. E così ecco servito il nuovo affondo contro la classe dirigente del Pd: «Quando arriva un disastro elettorale come quello delle ultime elezioni, in un partito ci si dovrebbe domandare chi sono i responsabili. Nel Pd questo non accade. Noi abbiamo un gruppi di dirigenti che io chiamo di anime morte perché non sono conosciuti nemmeno nei loro territori». Quindi il messaggio alla Schlein: «Se vuoi fare davvero il rinnovamento, chiami per nome e cognome chi ha avuto responsabilità. E invece i vecchi marpioni, i capicorrente e i partiti personali, sono rimasti tutti lì. Sembrano turisti svedesi». «Ma quando ve ne andate!?», urla. E ancora, il tono diventa più perentorio: «Nel Pd più sei un ciuccio più vai avanti. Il loro problema è non avere concorrenti. Un partito del genere, che non sceglie le risorse migliori sui territori, è un partito morto». L'arringa prosegue: «Bisogna pensare al futuro dell'Italia non alla prossima elezione. Altrimenti la politica è inutile, meglio dedicarci alle famiglie». Per il presidente campano «il Pd di oggi è assolutamente inutile.

Non puoi presentarti come alternativa di Governo se non ti dai un programma in grado di convincere ed entusiasmare. Io sfotto i miei colleghi di partito dicendo che parlano sanscrito». Con la sua consueta voglia di fare anche show, De Luca cita alcuni termini utilizzati dai dem che ritiene difficili da comprendere: «Campo largo, resilienza, essere confidenti invece che fiduciosi. Ma fatevi capire dalla gente. Questo è un linguaggio autoreferenziale». Per De Luca la responsabilità del Pd è di aver «consegnato l'Italia nelle mani della destra ideologica. Stavo per dire dei fascisti». Poi aggiunge: «Giorgia Meloni poteva creare una destra moderna, europea. Non credo che ce la farà». E anche per la presidente del Consiglio l'attacco è duro: «Parla di Nazione invece che di Paese o di Stato. La parole Nazione è stata tradita dal fascismo. Non parlare tu di Nazione, tu non hai titolo per farlo», chiosa dando il tu alla premier. 

 

In platea, ad ascoltare l'intervento di De Luca e le parole dello scrittore Maurizio de Giovanni moderati dal giornalista Antonello Piroso, sono numerosi i volti noti. C'è il rettore della Federico II Matteo Lorito, l'ad di Gesac Roberto Barbieri, il numero uno dell'Asl Napoli 1 Ciro Verdoliva, l'ex esponente di Forza Italia Stanislao Lanzotti, il consigliere regionale Giuseppe Sommese insieme con l'ex consigliere comunale Carmine Sgambati. Presente, ovviamente, il padrone di casa Riccardo Villari secondo cui «la sferzata di un iscritto al Pd come De Luca è un aspetto da valorizzare e non da criminalizzare perché il Pd ha smarrito se stesso». Tutti hanno accolto con interesse anche l'intervento di de Giovanni che non è stato tenero con il Partito democratico. All'epoca dell'elezione di Schlein, de Giovanni la definì «una splendida occasione». Ieri, invece, ha spiegato: «Mi sembrava una scelta non di apparato, e quindi di una determinazione diversa. Ma i fatti hanno dimostrato che l'apparato vince sempre sulle persone. Ho dei dubbi - aggiunge - che, se avessimo qui Schlein, potrebbe risponderci di riconoscersi in questo Pd». E ancora, ricordando i trascorsi elettorali dem a Napoli, l'autore dei Bastardi di Pizzofalconedice: «Qui siamo campioni del mondo di primarie farlocche e ricche di brogli, lo dico con cognizione di causa».

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Parole positive, invece, quelle spese per De Luca. Per lo scrittore, il titolo “Nonostante il Pd” «non fa giustizia a un libro ricco di sentimenti, scritto da chi legge il Paese con grande cura. Ho trovato nel volume - chiosa De Giovanni - sentimenti bellissimi come una certa nostalgia del futuro, per quello che avremmo potuto avere se il grande partito di riferimento dell'area democratica si fosse mosso secondo le traiettorie democratiche». 

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