Comicon, tra i grandi ospiti Caparezza e Milo Manara

Si conclude la seconda giornata della XXIII edizione di Comicon alla Mostra d'Oltremare, che ha visto tra i grandi ospiti Caparezza e Milo Manara

Il Comicon a Napoli
Il Comicon a Napoli
di Valentina Bonavolontà
Domenica 30 Aprile 2023, 10:55 - Ultimo agg. 13:12
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Si conclude la seconda giornata della XXIII edizione di Comicon alla Mostra d'Oltremare, il festival della cultura pop atteso tutto l'anno. Tanti gli incontri e i dialoghi tra mondi della cultura diversi ma collegati. Gipi, protagonista del fumetto italiano, incontra Valerio Mastandrea, protagonista del nostro cinema. Le disegnatrici MIki Yoshikawa e Mirka Andolfo raccontano il loro lavoro attraverso una sessione di disegno. Un protagonista della musica italiana, Caparezza, ed uno dei disegnatori italiani più noti al mondo, Simone Bianchi, rivelano i sottili legami tra disegno e musica, cementati anche dalla loro collaborazione per l’album “Exuvia”.

«La mia prima passione è stato il fumetto. Nella mia biografia dopo le generalità c'è scritto proprio questo, che da piccolo volevo fare il fumettista. - spiega Michele Salvemini, in arte Caparezza - Sono qui per confermare questa questa cosa e, dato che non ci sono riuscito, ho deciso di farmi tutte le fiere di fumetto».

Musica e disegno: due arti lontane, eppure da sempre in dialogo. Scopriamo insieme ai due artisti in che senso disegnare è un’attività affine a suonare o comporre canzoni e come mai ascoltare musica spesso ispiri spesso immagini.

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«Amo il fumetto perchè vive di passione, ha ancora serbato la sua autenticità e genuinità.

Ci sono ancora persone animate dal semplice e puro afflato creativo. Il fumetto ha ancora tanto da dire in termini di destrutturazione del mezzo, mentre la musica sembra aver sperimentato tutto.» - continua il cantautore. 

 

Superando i confini dei propri dei linguaggi espressivi, due grandi artisti condividono passioni, ispirazioni e accorciano le distanze tra i mondi della creatività, in un appuntamento dedicato a raccontare i numerosi intrecci fra musica e fumetto, manga, videogame, cinema con grandi ospiti e dialoghi inediti.

«Sì, come scrivo in una canzone per me l'arte è meglio della vita. Se c'è una cosa che mi ha deluso è stata la realtà, molte persone creano proprio perchè questo mondo non basta». - conclude.

«Se Caparezza fosse un Supereroe? Silver Surfer. Cazzeggiava nello spazio e parlava da solo» - dice ironicamente Simone Bianchi.

Altro ospite importante della giornata di oggi Milo Manara. In anteprima assoluta a COMICON, il fumettista italiano ha presentato la sua nuova opera: l'adattamento a fumetti del romanzo di Umberto Eco. Un incontro tra due grandi artisti del racconto, legati dalla passione comune per i cortocircuiti fra storia ed enigmi fantastici. Una miscela di tre distinti stili grafici che si intersecano, inseguendo la perfezione visiva nella rappresentazione del Medioevo, per una delle novità editoriali internazionali più attese dell'anno.

«Il fascino del medioevo narrato da Eco non è gotico, non è quello scritto da Bram Stoker o da Mary Shelley, non è sulla cupezza. È invece su un'era affascinate, divertente e luminosa, divorata dalla fantasia febbrile e febbricitante, un delirio fantastico».

 

Così Milo Manara parla de Il nome della rosa, prima parte, che esce il 2 maggio e ripercorre il romanzo di Umberto Eco, partendo proprio nelle prime pagine con il volto dello scrittore che descrive le sue ricerche prima della scrittura del romanzo. 

«C'è una frase di Ugo Pratt che dice: il fumetto è lettaratura disegnata. Sosteneva che gli autori di fumetto fossero scrittori che sapevano anche disegnare. Effettivamente il modo di raccontare il ruolo del fumetto è molto simile a quello della lettaratura. Prima il fumetto era un genere, ora non ha più argomenti limite, è sconfinato.» - spiega Milo Manara parlando delm dialogo tra il mondo del fumetto e quello della letteratura. 

«Perchè Il nome della rosa? Innanzitutto mi è stato proposto dal collega Igort che ha ricevuto dai figli di Eco la volontà di vedere trasposta in fumetto la ricerca di loro padre. Ho accettato per il mondo molto affascinante, amo la possibilità del fumetto di raccontare la storia, di dare l'idea visiva dei vari periodi e infatti ho lavorato sulla storia della Francia, sulla storia dell'Italia, di Caravaggio. E' un'opera mondo, un'opera totale che contiene tanti mondi, c'è tutto lo scibile umano. Poi c'è la fede. E poi c'è il sesso, l'erotismo. E' un romanzo di formazione.» - spiega il fumettista italiano. 

E leggendo il fumetto di Manara spicca subito il volto del protagonista che nel film è Sean Connery e invece nelle sue pagine è Marlon Brando: «Nella celeberrima versione cinematografica del Nome della Rosa - spiega Manara - Sean Connery è una figura potente visivamente ed è ormai penetrata profondamente nel nostro immaginario, quando pensi a Guglielmo pensi a Sean Connery. Per me è stato un ostacolo e allora ho pensato a un'altra personalità penetrante nel nostro immaginario, che avesse la potenza positiva e corrispondesse anche alla descrizione di Eco di Guglielmo di Baskerville: mi è venuto così in mente il nome di Marlon Brando, spero che la sua potenza possa sostituire, almeno nel tempo della lettura, la figura di Connery. Nella trasposizione ho annche usato una narrativa di tipo felliniano, con il ragazzo che ricorda in un libro di memoria la propria gioventù che però con gli anni si deforma nella nostra mente».

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