Dopo la tragedia Ischia riparte dal «Desiderio» di filosofia

Al via il bando del festival internazionale del pensiero: si parlerà di fragilità, bellezza e felicità

Raffaele Mirelli
Raffaele Mirelli
di Ciro Cenatiempo
Mercoledì 1 Febbraio 2023, 18:35
4 Minuti di Lettura

«Desiderio. Che cosa ci manca realmente?», è questo il tema della nona edizione del festival internazionale di filosofia di Ischia che si svolgerà, dal 1. al 24 settembre, alla Torre Guevara, ai Giardini la Mortella e al Castello Aragonese nell’isola verde. A svelare oggi l’argomento clou della manifestazione organizzata dall’associazione culturale «InSophia» in raccordo con un prestigioso pool di collaborazioni, è stato l’ideatore e direttore del festival, il filosofo Raffaele Mirelli, in concomitanza con il lancio del consueto «Call for papers», l’invito a partecipare alle giornate ischitane rivolto a filosofi e studiosi ma anche ragazzi delle scuole, in Italia e all’estero.

«Il tema assume rilevanza – spiega Mirelli - nella sua contrapposizione con il mondo tecnologico e con il sistema capitalistico mondiale. Ma non solo. Una riflessione quest’anno vorrei spenderla sull’isola d’Ischia. Alla luce del disastro del 26 novembre, emergono due aspetti fondamentali da tenere in considerazione: da un lato iniziamo a comprendere che il mondo non può dipendere solo dai nostri desideri e che bisogna assumersi le proprie responsabilità. Dall’altro diviene urgente capire che cosa desidera la natura stessa. L’isola incoronata “isola più bella al mondo”, nello stesso anno è anche scenario di una tragedia.

che mette in risalto la sua sola fragilità e, ancor di più, quella dei suoi abitanti. Gli ischitani sono felici? Oppure vivono in un sistema di mercato depressivo, part time? La domanda sulla felicità, il suo desiderio, rimette in gioco lo stile di vita di una popolazione che – spesso – desidera la bellezza solo per gli altri, per il mercato turistico e non per sé stessa. Ischia dovrebbe essere, invece, un luogo dove la felicità trova casa; dovrebbe essere presa in considerazione come patrimonio dell’umanità, da salvaguardare e non da sfruttare».

In sottofondo ci sono ulteriori interrogativi.          

«Chiedersi del desiderio ci espone a un rischio: comprendere quali siano gli elementi essenziali della nostra esistenza. Contemplare la “mancanza” insita nella parola stessa, invita a riflettere e a praticare le cose essenziali. La domanda etica spinge alla considerazione del rapporto del proprio Io con il Mondo. Desideriamo e otteniamo tutto quello che vogliamo. Desideriamo oggetti e status sociali, ma quando impareremo a desiderare insieme?».

On line, sul sito del festival (www.lafilsofiailcastellolatorre.it) si può trovare la «Call for papers» che invita filosofi, studiosi e ragazzi a inviare una proposta di relazione, a prendere la parola (scade il 16 aprile). Come ogni anno la manifestazione andrà avanti per un mese intero, offrendo al pubblico oltre 120 conferenze, con ospiti di fama internazionale, laboratori, concerti e mostre. Grande il coinvolgimento dei più giovani e delle scolaresche che frequentano il festival, provenienti da tutta Italia. Pronta anche la campagna di sensibilizzazione, di cui saranno autori gli alunni, intitolata “Polvere di stelle. Un desiderio condiviso”, che metterà al centro del dibattito una pedagogia del desiderante e del desiderato.

Gli enti coinvolti nella kermesse, accanto all’associazione culturale InSophia, ente no-profit ideatore del festival, sono il Comune d’Ischia, il CRF - Centro Internazionale per la Ricerca Filosofica, l’Università di Toronto, Mississauga (dipartimento di Visual Studies); il Liceo «A. Canova» di Treviso, la Regione Campania, la FISP (Federazione Internazionale delle Società  Filosofiche), il XXV World Congress of Philosophy, Rome 2024, il Circolo «G. Sadoul», l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, il Dipartimento di Scienze Umanistiche dell'Università di Palermo, la SFI (Società Filosofica Italiana), e il Premio internazionale di Architettura PIDA.

© RIPRODUZIONE RISERVATA