Giovedì 2 e venerdì 3 marzo, sono in programma le giornate internazionali di studio su Artemisia Gentileschi: curatori e direttori di musei italiani e internazionali, docenti universitari e studiosi si confrontano su temi della mostra, su novità relative ad Artemisia e alla sua attività, su altre importanti donne artiste del Cinque e Seicento.
L’ingresso è libero fino ad esaurimento dei posti disponibili. Domenica 5 marzo, come ogni prima domenica del mese, l’ingresso alle Gallerie d’Italia sarà gratuito.
La mostra Artemisia Gentileschi a Napoli, alle nuove Gallerie d’Italia in Via Toledo a Napoli fino al 19 marzo, nasce come approfondimento dell’esposizione monografica dedicata all’artista alla National Gallery di Londra nel 2020, con la consulenza speciale di Gabriele Finaldi, direttore del museo londinese, e la curatela di Antonio Ernesto Denunzio e Giuseppe Porzio.
Il progetto espositivo è dedicata al lungo soggiorno napoletano di Artemisia Gentileschi, attestato tra il 1630 e il 1654 e interrotto solo da una parentesi londinese tra la primavera del 1638 e quella del 1640, che costituisce il capitolo conclusivo e più esteso nel tempo dell’intensa esistenza della pittrice.
La realizzazione della mostra è stata preceduta da una intensa attività di indagine scientifica e di ricerca archivistica che ha restituito nuovo e importante materiale per la biografia di Artemisia, che fa del catalogo uno strumento fondamentale anche per il prosieguo degli studi, grazie a un accurato regesto documentario. Si sono finalmente chiarite le circostanze dell’arrivo di Artemisia Gentileschi a Napoli, nel 1630, direttamente da Venezia, così come si sono aggiunte ulteriori tracce per i suoi anni estremi, afflitti da difficoltà economiche – confermando l’intuizione letteraria di Anna Banti –, sia la sua vicenda privata (il concubinato della figlia Prudenzia Palmira e il matrimonio riparatore seguito alla nascita del nipote Biagio, nel 1649), sia alcuni degli aspetti salienti della sua attività, a cominciare dal ruolo della committenza vicereale e borghese, per finire con le relazioni tra Artemisia e le accademie letterarie, che già in vita contribuirono ad amplificarne la fama.
Sul sito delle Gallerie d’Italia, nella pagina dedicata alla mostra, è disponibile una sezione immersiva con storie audio e video sull’artista e sulla Napoli del ‘600.