Il fanciullo di Cristiano protagonista di «Nuovo Instabile Equilibrio»

Il fanciullo di Cristiano protagonista di «Nuovo Instabile Equilibrio»
di Giovanni Chianelli
Venerdì 17 Dicembre 2021, 13:27
3 Minuti di Lettura

14 opere di grande formato, scelte dopo attenta selezione, che attraverso la figura di un bambino riescono a indagare l’animo umano. Sono le tele che Bartolomeo Cristiano espone a Castel dell’Ovo da sabato 18 dicembre: la mostra è intitolata “Nuovo Instabile Equilibrio”. Presentata con il patrocinio del Comune di Napoli e della Regione Campania, l'esposizione è allestita nelle sale delle terrazze.

Dice Cristiano: «Il mio lavoro artistico rappresenta uno squarcio sulla possibilità di affrancarsi dalla potenza dell’egemonia della tecnica nel nostro tempo. La tecnica è calcolo, efficienza funzionale, e non produce orizzonti di senso ma edifica angusti spazi dove il nuovo possibile è dato da più efficienza e più innovazione della merce; in una parola, più consumo”. Il tempo, per l’artista, si azzera e ci immerge in un eterno presente, "un eterno ritorno" che relega l’uomo al rango di un funzionario d’apparato.

I lavori intendono rispondere, così, a una domanda: come riaprirsi, in un’era sotto attacco della tecnica, alla conoscenza del mondo. “Il corpo come originaria conoscenza e apertura al mondo è il tema riproposto nel mio lavoro dal corpo nudo di un fanciullo. È un fanciullo angustiato dall’eccessiva consapevolezza che la forza asfittica della tecnica lo assedia. Nella sua poetica umanità il bimbo si apre al mondo senza veli e infingimenti, cerca di esprimere il senso vero di essere uomo nelle condizioni in cui la vita si manifesta” risponde Cristiano.

Nel quadro "L'inquietudine" il bambino evocato appare disteso, le braccia gli coprono il volto a difendersi da una giungla di titoli di giornale che incombono su lui e riportano il decalogo della crisi che lo avvolge: precariato, periferia, paura, disincanto. A questo assedio Cristiano risponde recuperando gli archetipi nietzschiani: “Possiamo riaprirci conquistando ogni volta un “nuovo stabile equilibrio” (come da titolo della mostra) nella conoscenza, a partire dall'armonia tra apollineo e dionisiaco”, e con un'opera che riporta proprio il titolo "L'apollineo e il dionisiaco, un'armonia perduta" mette in relazione, di schiena, uomo e fanciullo in un confronto inatteso, un contrasto muto eppure pacificato. La necessità di un capovolgimento radicale sembra l’esito della sua ricerca: “Possiamo riabitare la vita poeticamente, con tutto il peso tragico e magico che porta con sè. In questo dico grazie alla forza creatrice della città di Napoli, a cui devo tutto”. 

Nato a Grumo Nevano, già da adolescente Cristiano coltiva pittura e arte; laureato in Architettura, con esperienza di studi all’estero, è stabilmente a Napoli dall’inizio del percorso universitario. “La mia pittura rivolge un grande interesse alla Transavanguardia: con questa corrente riscopro il piacere della manualità nel dipingere, la bellezza, la necessità del fare arte nel solco della sua tradizione storica, attualizzando strumenti costitutivi come colori, tele e pennelli”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA