Maschio Angioino di Napoli, l'installazione artistica “Lacrime di coccodrillo”

Un'installazioni curata da Vincenzo Trione per rafforzare la vocazione al contemporaneo della città

Locandina dell'evento
Locandina dell'evento
Venerdì 6 Ottobre 2023, 13:51
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Un nuovo appuntamento con Napoli contemporanea, la ricca programmazione di mostre e installazioni voluta dal sindaco Gaetano Manfredi e curata da Vincenzo Trione, consigliere del sindaco per l’arte contemporanea e l’attività museale.

L’obiettivo è quello di rafforzare la vocazione al contemporaneo della città con iniziative pensate appositamente dai protagonisti dell’arte del nostro tempo e di creare una relazione diretta con la cittadinanza invitando artisti di alto profilo a intervenire in piazze, strade, chiostri, quartieri della città, e contribuire così ad alimentare un processo di riqualificazione urbana.

Ogni progetto nasce in collaborazione con le realtà attive in città, con l’intento di incentivare la formazione e l’espressività dei giovani e la crescita progettuale e professionale del tessuto culturale e artistico del territorio.

“L'arte contemporanea – ha sottolineato il sindaco Gaetano Manfredi -  torna protagonista in uno dei luoghi simbolo della nostra città: la fortezza angioina con oltre 700 anni di storia che non smette di incantare e di stupire i turisti e persino gli stessi cittadini napoletani. È il segno di una Napoli fiera della propria tradizione ma che è anche proiettata verso il futuro; una città che traccia segni di contemporaneità in luoghi che rappresentano il suo passato, facendo discutere sui grandi temi del presente”.

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“Quest’opera salda con efficacia il legame tra la storia della città e lo sguardo contemporaneo, rinvio a mitologie lontane e sensibilità postmoderna” ha spiegato il consigliere per l’arte contemporanea e l’attività museale Vincenzo Trione.

Proprio a questi intrecci tra tempi diversi rimanda la scelta di contaminare in maniera misurata e rispettosa gli spazi di Castel Nuovo con una serie di inciampi visivi contemporanei. Prima, l’elmo di Mimmo Paladino.

E, ora, il coccodrillo famelico di Vezzoli, in attesa di altre presenze, capaci di coniugare memoria e modernità”

Progetti speciali

Nel luglio del 2022 il Comune di Napoli è risultato vincitore del “PAC2021” (Piano per l'Arte Contemporanea),  promosso dalla direzione generale creatività contemporanea del Ministero della Cultura.

L'artista Francesco Vezzoli ha realizzato l'opera “Lacrime di coccodrillo”, ora esposta in maniera permanente al Maschio Angioino, andando così ad implementare l'offerta culturale del museo civico di Castel Nuovo e a valorizzare il legame tra le opere antiche della collezione e quelle contemporanee.

L'installazione è l'espressione del connubio tra antico e moderno e si lega, oltre che alla collezione del museo, alle origini mitiche e leggendarie della città di Napoli, in continuità con il mito della sirena Partenope, titolo dell'opera inizialmente proposto.

Si tratta della prima opera realizzata nell’ambito dei progetti speciali previsti per Napoli contemporanea, un programma che mira ad arricchire la programmazione culturale, promuovendo interventi in dialogo con la storia di Napoli, impegnati anche ad affermare la vocazione contemporanea di questa città

La figura del coccodrillo è legata a una leggenda narrata in miti e leggende napoletane da Benedetto Croce (1919). Si racconta che, nei sotterranei del Maschio Angioino di Napoli, si nascondesse un coccodrillo trasportato dall’Egitto dalla regina Giovanna II: il famelico alligatore era solito sbranare gli amanti della regina e i prigionieri rinchiusi nei sotterranei del castello. 

 

Questa vicenda è all’origine di Lacrime di coccodrillo, che fa parte della collezione permanente di Castel Nuovo. Riprendendo motivi di una sua precedente installazione, realizzata nel 2021 per Piazza della Signoria a Firenze, intitolata Pietà , Vezzoli sperimenta qui un montaggio cronologico e materico: un coccodrillo in bronzo patinato (seconda metà del XX secolo) tiene nella sua bocca una testa di marmo (circa III secolo d. C.) proveniente da Palmira, sito archeologico siriano sottoposto, nel 2013, alle sistematiche e violente distruzioni del gruppo terrorista dello Stato Islamico.

In Lacrime di coccodrillo, emerge una precisa filosofia del classico, inteso come figura che accoglie in sé antitesi: identità e alterità.

 

Non geografia dell’incertezza, ma tempio di una nobile semplicità e di una tranquilla grandezza. Patrimonio da rimontare con ironia e leggerezza. Eredità da rifare. Non meta raggiunta, ma evento estraneo e sempre imprevisto, da riconquistare ogni giorno. Relitto ancora emozionante.

Evidenti le assonanze con le poetiche postmoderniste, ispirandosi alle quali Vezzoli sembra comportarsi come un deejay, abile nella manipolazione e nella ricombinazione di materiali già realizzati. Esperto nell’estetica del riciclo a oltranza e del download di forme. Pronto a re-mixare iconografie già esistenti. Disinvolto nel rivivere miti e leggende in una prospettiva priva di senso del tragico.

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