«Affabulazione» con «Le quattro morti di Pier Paolo Pasolini» dal 17 al 20 novembre

Eventi, rassegne e laboratori nella Napoli policentrica: Le quattro morti di Pier Paolo Pasolini, da giovedì 17 a domenica 20 novembre 33° Circolo Didattico Risorgimento, via Canonico Scherillo 40

Riccardo Festa Le Quattro Morti Di Pier Paolo Pasolini
Riccardo Festa Le Quattro Morti Di Pier Paolo Pasolini
Lunedì 14 Novembre 2022, 20:31
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Nell’ambito di «Affabulazione», progetto sostenuto dal Comune di Napoli con il contributo del Fondo Unico per lo Spettacolo della Direzione Generale Spettacolo del Ministero della Cultura, da giovedì 17 a domenica 20 novembre, alle 21.00 (ingresso libero), presso il 33° Circolo Didattico Risorgimento di via Canonico Scherillo 40, in scena in prima mondiale lo spettacolo «Le quattro morti di Pier Paolo Pasolini» di Gian Maria Cervo con la regia di Pep Gatell, presidente della Fundación Epica de La Fura dels Baus.

Seguirà - a partire dal 21 novembre - il «Laboratorio Visioni Pasoliniane», workshop creativo aperto a pubblico e artisti, tenuto da Roberto D’Avascio (Università l’Orientale di Napoli). All’incontro con la stampa, insieme a Pep Gatell, Gian Maria Cervo, Roberto D’Avascio, ha partecipato Andrea Mazzucchi, delegato dal Sindaco di Napoli Gaetano Manfredi per le biblioteche, il patto per la lettura e programmazione culturale integrata.

«Con Affabulazione, il progetto nella cui cornice rientra anche lo spettacolo di Cervo e Gatell, il Comune scommette sul rilancio della città tutta – senza distinzioni di sorta tra centro e periferia – a partire dalla cultura, parola troppo spesso evocata quando si parla di ripensamento degli spazi urbani ma che stavolta trova fondamento in una programmazione coraggiosa e capace di unire ricerca contemporanea e coinvolgimento del pubblico – dichiara Andrea Mazzucchi –. Il centenario pasoliniano, che va ormai concludendosi, ha dimostrato quanto ancora fertile sia il lascito intellettuale di Pier Paolo Pasolini, irriducibile a etichette di comodo come impermeabile a indebite appropriazioni.

La sua morte rappresenta ancora oggi un trauma per la vita collettiva del Paese, sul quale è necessario ragionare, anche se necessario tornando a guardare lo strazio del suo corpo. Nello spettacolo Le quattro morti di Pasolini, l’evento diventa plurale come plurale è stata la figura stessa di “PPP”, di volta in volta poeta, romanziere, regista, critico del suo tempo. Gian Maria Cervo, drammaturgo figlio di questa città ma da tempo protagonista della scena teatrale mondiale, ripensa l’esperienza della fine di Pasolini come esperienza storica che supera la storia stessa. E non stupisce che una delle Quattro morti ci riporti a quel fatale 1975: la biografia di Pasolini fa quasi capitolo a sé nelle ricostruzioni del Novecento italiano.

Mi pare significativo che, per dare luogo ai «quadri» coi quali rimodula la morte di Pasolini, Cervo unisca le forze con Pep Gatell, anima de La Fura dels Baus, cioè di una delle più vitali esperienze del teatro europeo recente che nella sua riflessione e azione sul corpo sembra recuperare molte intuizioni delle regie pasoliniane più radicali. Questo spettacolo dimostra ancora una volta la statura internazionale di Pasolini, al centro del lavoro sinergico di artisti provenienti da formazioni e background diversi che si incontrano sui palchi di un luogo deputato alla mescidanza di culture e saperi quale Napoli». «Le quattro morti di Pier Paolo Pasolini» è uno spettacolo che presenta due aspetti inediti: per la prima volta un regista della Fura dels Baus incontra il lavoro di un drammaturgo contemporaneo rappresentato internazionalmente, e per la prima volta celebra la figura di Pasolini. L’evento avviene nella periferia di Pianura-Soccavo a Napoli, la città con cui il grande poeta morto a Ostia nel 1975 più si era posto in un rapporto di simpatia psichica.

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