Covid a Napoli: campo rom zona rossa, donna di 32 anni muore dopo il cesareo. La denuncia: «Niente soccorsi»

Covid a Napoli: campo rom zona rossa, donna di 32 anni muore dopo il cesareo. La denuncia: «Niente soccorsi»
di Paolo Barbuto
Sabato 12 Dicembre 2020, 07:29 - Ultimo agg. 10:46
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Non c’è pace per il campo Rom di Secondigliano, zona rossa dal 3 dicembre per un gigantesco focolaio Covid: le persone bloccate all’interno iniziano a mostrare segni d’insofferenza, la Regione sferra un assalto al Comune accusando l’amministrazione locale di aver lasciato nel profondo degrado l’intera area, Palazzo San Giacomo replica spiegando di aver fatto ogni passo possibile, e mentre monta la polemica si consuma la tragedia: una 32enne, mamma da pochi giorni, è morta probabilmente per complicazioni seguite al parto cesareo.

 


Partiamo dal dolore del lutto, denunciato dall’associazione “Chi Rom e chi no”. Secondo quanto spiegato in un post sui social, la tragedia si sarebbe sviluppata mercoledì quando una donna ha iniziato a sentirsi male fino a svenire nel suo alloggio.
La donna, fresca mamma di una bimba nata prematura, e tuttora tenuta in incubatrice, avrebbe manifestato problemi per l’intervento dovuto al parto cesareo. I parenti hanno provato a trasportarla in ospedale ma all’uscita dal campo sono stati bloccati, nel rispetto delle norme sulla zona rossa. È stato immediatamente lanciato l’allarme al 118 e i medici giunti sul posto hanno tentato manovre di rianimazione prima di disporre il trasferimento in ospedale dove, però, la donna è deceduta.
Sulla questione l’associazione “Chi Rom e chi no” chiede che venga fatta luce per verificare che non siano stati i ritardi nei soccorsi a portare alla morte la giovane mamma. 

Proprio mentre la popolazione del campo si immergeva nel dolore per la morte della donna, da Santa Lucia veniva lanciato un poderoso attacco al Comune per la gestione di quel campo. Il vicepresidente della Giunta, Fulvio Bonavitacola, ha detto che «Il campo, dichiarato zona rossa è privo di illuminazione la sera, infestato dai ratti e senza alcun tipo di manutenzione.

Tutto il lavoro è a carico dell’Asl Napoli 1, mentre altri enti non intervengono. Quel che sta accadendo desta sconcerto. Sugli aspetti sanitari, l’Asl competente sta svolgendo al meglio le azioni di propria competenza. La Regione è pienamente impegnata anche in attività di supplenza, vista l’assenza di altri Enti. Ma tale assenza è davvero intollerabile. Invito il Comune di Napoli a garantire almeno i propri doveri elementari, unitamente alla propria partecipata Asìa, per contribuire a gestire in modo ordinato e civile la situazione che si è venuta a determinare».

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Ieri è giunta la replica da palazzo San Giacomo con una nota con la firma congiunta di ben cinque assessori comunali, Buonanno, Clemente, Galiero, Del Giudice e Menna: «L’amministrazione comunale si è attivata in modalità task force con servizi sociali, protezione civile comunale e Asìa. Abbiamo fornito generi di prima necessità, prodotti per l’igiene, monitorato il campo e supportato le forze dell’ordine nella gestione del campo. Con l’Asl c’è stato un costante e continuo confronto, e ci preme sottolinearne l’ottimo lavoro. Abbiamo incontrato tre volte in pochi giorni il Prefetto Valentini sul tema, prendendo responsabilità importanti e impegnative. Stamattina (ieri per chi legge) una squadra di Napoli Servizi ha ripristinato il manto stradale ed è in arrivo la torre faro per garantire una maggiore e più forte illuminazione».
Intanto, però, lì dentro si soffre. Le polemiche e le difese d’ufficio non aiutano, servirebbero azioni immediate, concrete perché in quel campo si muore.
 

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