Insulti e fischi alla brigata ebraica, i filo palestinesi sporcano la festa

Insulti e fischi alla brigata ebraica, i filo palestinesi sporcano la festa
Domenica 26 Aprile 2015, 03:15
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Amarcord del 25 aprile. Con Roma divisa a metà. E tensione alle stelle e scontri a Milano. Dove si è chiusa sulle note di «Bella ciao» la manifestazione per celebrare il 70esimo anniversario della Liberazione. In una piazza del Duomo gremita. Da Porta Venezia fino in piazza San Babila il corteo ha sfilato senza intoppi: occhi puntati fin da subito sulla Brigata ebraica, preceduta dai sindacati e «protetta» dal Pd che seguiva. Un lungo e lento serpentone che tra musica e slogan ha impiegato circa due ore per percorrere poche centinaia di metri. Ad attendere in piazza San Babila le bandiere di Israele c'era un gruppo di contestatori - tra loro rappresentanti dei centri sociali - che hanno contestato con fischi e insulti i rappresentanti della Brigata ebraica. È un incontro ravvicinato dai toni forti che dura pochi ma intensi minuti: «Israele Stato fascista» o «Fuori i sionisti dal corteo» alcuni degli slogan a cui la Brigata ebraica ha replicato: «Siamo tutti antifascisti». A Roma è stato il giorno degli striscioni choc. Sulla terrazza del Pincio è stata appesa una gigantografia con Mussolini in piazzale Loreto e la frase: «Noi lo festeggiamo così». Tra la cerimonia a Porta San Paolo e le celebrazioni in Campidoglio è esplosa una vera e propria guerra di cartelli tra antifascisti e fascisti. Scritte a cui i militanti di destra hanno risposto con altri manifesti - come denuncia l'Anpi, l'associazione dei partigiani - sul lungotevere, zona Prati: «Onore alla Repubblica Sociale Italiana».
La scritta sul muro è stata cancellata dai militanti dell'associazione nazionale partigiani. «Buffoni ancora credono a queste cose. Ricordo io a questi cosa è stato il fascismo: trent'anni di dittatura e di prepotenze - dice il presidente dell'Anpi di Roma Ernesto Nassi - E poi la cosa più brutta, ovvero le leggi razziali. È stata una delle pagine più vergognose».
Dura anche la condanna del sindaco Marino: «Le scritte apparse in diverse zone della città offendono tutti gli italiani e in particolar modo la memoria delle donne e degli uomini che hanno lottato e combattuto, anche a costo della vita, per liberare e rendere democratico il nostro Paese». In viale dell'Università, vicino all'ateneo La Sapienza, invece, è stato attaccato uno striscione antifascista di un festival sulla Resistenza con la scritta «Achtung banditen». Ma a rendere ancora più cupa l'atmosfera ci hanno pensato anche le tensioni con i movimenti filo-palestinesi, regolarmente presenti in piazza. Centinaia i partecipanti - molti anziani, ma anche famiglie e giovani - sotto il palco montato a ridosso della Piramide appena restaurata, o sparsi tra i gazebo. Anche se qualcuno tra la folla nota «con dispiacere un'affluenza minore rispetto agli anni scorsi». Un riferimento c'è stato anche sulle polemiche relative all'assenza delle associazioni dei partigiani ebrei. Assenti in piazza la Brigata ebraica e l'Aned che si sono autoescluse. Il presidente dell'Anpi di Roma ha sottolineato che «c'è un grande rammarico - aggiunge - Non condivido la loro scelta ma la rispetto. Anche se la Brigata ebraica aveva il dovere di essere qui. Non si può mettere la testa sotto la sabbia: il problema Israele-Palestina esiste». La decisione degli ex deportati e della Brigata ebraica di disertare la manifestazione dell'Anpi è stata presa a seguito delle tensioni lo scorso anno al corteo per la presenza delle bandiere palestinesi.
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