Musei, si cambia sono stranieri 7 direttori su 20

Musei, si cambia sono stranieri 7 direttori su 20
Mercoledì 19 Agosto 2015, 02:48
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Laura Larcan
Roma. Il direttore più giovane d'Italia se l'aggiudica il parco archeologico di Paestum. È il tedesco Gabriel Zuchtriegel, 34 anni di passione per l'archeologia classica e un curriculum di tutto rispetto (con tanto di cattedra in Basilicata). Batte, quanto a giovinezza, anche l'enfant prodige del Museo Egizio di Torino, il quarantenne Christian Greco, ormai spodestato. E che dire della romana Flaminia Gennari Santori (47 anni), storica dell'arte “cresciuta” all'università della Sapienza, ma volata poi all'estero a macinare carriera, e solo ora ritornata a casa, a guidare la capitolina Galleria nazionale d'arte antica di Palazzo Barberini e Palazzo Corsini. O del 46enne Paolo Giulierini, toscano esperto di etruschi, che guiderà il Museo Archeologico Nazionale di Napoli. È segnata di qualche primato e molte sorprese la golden list dei nuovi direttori dei venti musei più importanti d'Italia diventati autonomi con la riforma voluta dal ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini, che parla di «scelte di qualità».
Una lista delle eccellenze che ha seminato anche grandi esclusi, una conferma sui pronostici come Anna Coliva alla guida della Galleria Borghese, amarezze, qualche commento al vetriolo, magari anche i conti in tasca dei colleghi tra stipendi di serie A (145mila euro l'anno per i sette musei di prima fascia) e stipendi di serie B (i 78mila euro l'anno per i 13 musei di seconda fascia). Il valzer delle polemiche ha animato, nella migliore delle tradizioni, una giornata che ha comunque segnato una svolta epocale nel sistema della cultura italiana. La critica più incalzante, rimbalzata da un'agenzia all'altra, e rincorsa tra addetti ai lavori (chi conosce chi e chi rinnega chi) è sull'estremo internazionalismo che ha guidato la scelta dei finalissimi. Che l'X Factor della cultura italiana sia necessariamente oltralpe o oltreoceano? Sembrerebbe di sì visto che su venti “eletti” gli stranieri tout court sono sette, e a loro sono stati affidati sedi tra le più prestigiose in assoluto, dagli Uffizi a Brera, da Capodimonte alla Galleria Nazionale di Urbino. E e quattro sono “cervelli italiani in fuga” ritornati a casa, con un curriculum tutto costruito su esperienze all'estero. E se a Firenze, la battuta è lecita, sembra che i musei comincino a parlare tedesco (con Eike Schmidt agli Uffizi e Cecile Hollberg alla Galleria dell'Accademia, ossia il museo del David di Michelangelo), il grande escluso sembra proprio lo storico direttore dell'istituzione di piazza della Signoria Antonio Natali, classe '51. Da quanto si apprende, la commissione esaminatrice non l'avrebbe inserito neanche nella terna dei finalissimi, finita sul tavolo del ministro Franceschini per la scelta risolutiva. Cosa ha giocato a suo svantaggio? I bene informati dicono che abbia pesato l'età. Ancora un anno e mezzo circa di lavoro e sarebbe andato in pensione: in questo modo non avrebbe completato i quattro anni previsti dal bando pubblico. Eppure, gli over 60 (con altrettante esperienze di lungo corso) sfilano tra i nomi di punta della lista d'oro.
Un aspetto che salta agli occhi è la questione delle quote rosa. Una spartizione certosina e zelante: su 20, 10 uomini e 10 donne. Pensare che, a proposito di signore, una fuoriclasse come Cristiana Collu (46 anni) che ha sbaragliato la forte concorrenza per la poltrona della Galleria nazionale d'Arte moderna di Roma (già direttrice del Mart di Rovereto e del Man di Nuoro) aveva partecipato un anno fa al bando pubblico per la direzione del museo Macro, istituzione (più piccola) comunale di Roma, ma dopo i colloqui era stata esclusa. Quando si dice, prendersi una rivincita.
E il giorno dopo? La commissione presieduta da Paolo Baratta continuerà a lavorare, perché entro il mese di settembre i venti top musei devono diventare operativi, ciascuno con i propri Consiglio d'amministrazione e Commissione scientifica. Organi che saranno nominati a seguire nelle prossime ore. Il debutto delle nuove squadre rappresenterà una fase quanto mai strategica per la vita dei musei, non fosse altro perché devono mettere in campo i nuovi progetti di valorizzazione e di messa a reddito del patrimonio culturale. Dettaglio non da poco. In ballo ci sono, infatti, tutti i servizi aggiuntivi i fase di proroga da anni. E qui verrà svelato il vero lato manageriale del nuovo direttore, che dovrà garantire con tempestività e originalità l'apertura delle nuove gare di appalto per caffetterie, ristorazione gourmet, bookshop, comunicazione, biglietterie. Questa sarà la vera svolta. Dopo anni di stallo.
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