Eredità Agnelli, ora si indaga sui fondi dirottati all'estero: milioni nei paradisi fiscali. «Fittizia la residenza in Svizzera»

Si indaga sui soldi dirottati in offshore nelle Isole Vergini e su 14 documenti fatti sparire

Agnelli, la pista dei pm: milioni nei paradisi fiscali. «Fittizia la residenza in Svizzera»
Agnelli, la pista dei pm: milioni nei paradisi fiscali. «Fittizia la residenza in Svizzera»
di Valeria Di Corrado
Mercoledì 14 Febbraio 2024, 00:11 - Ultimo agg. 12:35
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La faida familiare per l’eredità da capogiro di Gianni Agnelli, innescata dalla figlia Margherita dopo essersi pentita del passo indietro fatto vent’anni fa, potrebbe trasformarsi in un clamoroso boomerang per l’impero dei tre fratelli Elkann. La Guardia di Finanza, infatti, ha avuto mandato a indagare dalla Procura di Torino sui redditi che non sono stati dichiarati all’Agenzia delle Entrate da Marella Caracciolo, con la “scusa” che aveva la residenza in Svizzera, e che invece sono stati dirottati su società schermate con sede in paradisi fiscali come le Isole Vergini Britanniche. Redditi che potrebbero aver generato - a loro volta - interessi milionari, anche questi rimasti esenti da tassazione. Una montagna di euro, insomma, che, da sola, avrebbe potuto rimpinguare le casse dell’erario. Ma c’è di più: i finanzieri con le perquisizioni disposte dal procuratore aggiunto Marco Gianoglio e dai sostituti procuratori Mario Bendoni e Giulia Marchetti cercano - ma non hanno ancora trovato - quattordici documenti in originale. Il sospetto, infatti, è che alcune firme della moglie dell’Avvocato siano apocrife.

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L’ESPOSTO
Secondo l’esposto - depositato nel dicembre del 2022 alla Procura di Torino - con cui Margherita Agnelli ha dichiarato “guerra” ai tre figli avuti con il primo marito Alain Elkann, sua madre Marella avrebbe fittiziamente mantenuto la residenza in Svizzera, anche negli anni in cui viveva prevalentemente in Italia.

Lo dimostrerebbero i documenti acquisiti dagli inquirenti dei ricoveri nelle case di cura dell’anziana donna, malata di Parkinson. Questo “stratagemma” sarebbe servito, appunto, a non farle pagare le tasse nel suo Paese. Persino il cane di villa Frescot, a Torino, secondo l’esposto, era stato intestato a un prestanome. A darle appoggio, secondo l’ipotesi accusatoria, avrebbe avuto un ruolo “attivo” anche suo nipote John, ora indagato per «dichiarazione fraudolenta mediante altri artifizi» insieme a Gianluca Ferrero, storico commercialista della famiglia e numero uno della Juve, e Urs Robert Von Gruenigen, il notaio svizzero incaricato di amministrare il patrimonio della defunta Marella. Questi ultimi due avrebbero predisposto e sottoscritto le dichiarazioni dei redditi, che i pm torinesi ritengono non veritiere, mentre Elkann avrebbe assunto in Stellantis collaboratori domestici che sarebbero invece stati al servizio della nonna. Tant’è vero che dei sette dipendenti sentiti negli scorsi giorni come testimoni dai militari del nucleo di polizia economica-finanziaria soltanto una sarebbe rimasta al servizio di John dopo la morte della nonna. Il rampollo della famiglia, erede principale di Gianni Agnelli, è accusato quindi di aver contribuito a impedire «l’assoggettamento all’imposizione fiscale della rendita vitalizia» che Marella riceveva dalla figlia Margherita: poco più di 8 milioni di euro nel 2018 e circa 580mila fino al 23 febbraio 2019, quando poi lady Fiat morì. L’evasione fiscale è stata calcolata complessivamente in oltre 3,7 milioni di euro (senza contare gli interessi su questi redditi).

I DOCUMENTI SPARITI
Le perquisizioni della Guardia di Finanza hanno l’obiettivo di cercare l’originale di 14 documenti: il testamento del 12 agosto 2011 di Marella Caracciolo, redatto da Urs Robert von Gruenigen, con le due aggiunte fatte il 14 agosto 2012 e il 22 agosto 2014 dallo stesso notaio svizzero. Le cessioni della nuda proprietà delle quote della “Dicembre s.s.” a John, Lapo e Ginevra Elkann il 19 maggio 2004; nonché due modifiche all’oggetto sociale della cosiddetta cassaforte della famiglia Agnelli-Elkann. I finanzieri cercano anche una comunicazione di maggio 2004 alla società “Gabriel fiduciaria Srl”, due contratti di locazione a uso abitativo di una villa sulle colline torinesi e due contratti di comodato, uno relativo a un immobile a Roma, a due passi dal Quirinale, e l’altro a un immobile della storica residenza di Villar Perosa. Il sospetto è che sulle aggiunte testamentarie e sui contratti di affitto, la firma di Marella Caracciolo non sia realmente sua.

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