il femminicidio

Alessandro Impagnatiello: «Ho ucciso Giulia perché stressato». Convalidato il fermo, gip esclude premeditazione

«L'unica forma di pentimento che abbia un senso è togliermi la vita». Sono le parole che ha ripetuto Alessandro Impagnatiello al suo legale dopo aver confessato l'omicidio della fidanzata

Alessandro Impagnatiello, convalidato il fermo e disposto il carcere per il killer di Giulia Tramontano: il gip esclude la premeditazione
Alessandro Impagnatiello, convalidato il fermo e disposto il carcere per il killer di Giulia Tramontano: il gip esclude la premeditazione
Venerdì 2 Giugno 2023, 17:52 - Ultimo agg. 3 Giugno, 09:08

Impagnatiello: «Mangiavo una piadina, poi ho ucciso Giulia»

«Dopo che io ho mangiato una piadina, Giulia è andata in cucina per prepararsi la cena ed ha iniziato a tagliare dei pomodori. Io ero in sala. A quel punto Giulia ha riaperto la discussione dicendomi che la vita per lei era diventata pesante e non riusciva più a vivere». È uno dei passaggi dell'interrogatorio reso l'altra notte al pm e ai carabinieri in cui Alessandro Impagnatiello ha raccontato gli ultimi attimi di vita della sua fidanzata, Giulia Tramontano, che poi ha accoltellato. «Giulia ha cercato di difendersi muovendosi e divincolandosi - ha aggiunto - ma in maniera debole. (...) Non ha urlato».

Impagnatiello: Giulia si era «involontariamente» ferita un braccio

Alessandro Impagnatiello, il 30enne in carcere per aver ucciso Giulia Tramontano, la sua fidanzata incinta di sette mesi, oggi, durante l'interrogatorio di convalida del fermo ha corretto il tiro in merito alla dinamica dell'accoltellamento. Da quanto si è appreso l'uomo ha spiegato, rispondendo alle domande del giudice, che la ragazza, prima che lui la uccidesse, si era «involontariamente» ferita un braccio con il coltello da cucina che stava usando per tagliare dei pomodori. Quella sarebbe stata la «scintilla» che lo avrebbe portato a colpirla più volte all'altezza del collo. In precedenza Impagnatiello aveva detto, confessando il delitto, che Giulia sabato sera, mentre era intenta a prepararsi la cena, gli avrebbe detto per per lei la vita era diventata «pesante». Dopo di che «ha iniziato a procurarsi dei tagli sulle braccia». «Lei si era inferta già qualche colpo all'altezza del collo e io, arrivato vicino a lei, per non farla soffrire le ho inferto anche io tre o quattro colpi». Una versione, questa, stamane ritrattata.

Cade anche l'aggravante della crudeltà

Il giudice ha inoltre ritenuto di far cadere anche l'aggravante della crudeltà sottolineando che «l'azione omicidiaria non risulta, allo stato, caratterizzata da particolare pervicacia, tenuto conto del tipo di arma utilizzata e del numero e dell'entità dei colpi inferti». Riguardo alla premeditazione per il gip, che cita la giurisprudenza, da quando è sorto il proposito di uccidere al momento in cui Impagnatiello ha accoltellato Giulia non è trascorso un arco di tempo sufficiente per riconoscere l'aggravante.

Impagnatiello: ho ucciso Giulia perché stressato

Alessandro Impagnatiello, in cella per aver ucciso Giulia Tramontano, la sua fidanzata incinta al settimo mese, ha spiegato di «aver agito senza un reale motivo perché stressato dalla situazione che si era venuta a creare, menzionando tra l'altro, quale fonte di stress, non solo la gestione delle due ragazze ma anche il fatto che altri ne fossero venuti a conoscenza». Lo si legge nel provvedimento con cui il gip Angela Minerva ha convalidato il fermo e disposto la custodia cautelare in carcere per il 30enne.

 

 

Giulia all'amica: Alessandro mi ha rovinato la vita

«Alessandro le aveva rovinato la vita e adesso», dopo la scoperta del tradimento «sarebbe stata costretta a tornare in meridione dopo tutti i sacrifici fatti per lasciarlo».

Sono le confidenze di Giulia Tramontano, raccolte da un'amica qualche ora prima che la 29enne, incinta al settimo mese, venisse uccisa dal suo fidanzato, ora in carcere, Alessandro Impagnatiello. Come si legge nel verbale agli atti dell'indagine, la testimone ha raccontato di una telefonata di sabato pomeriggio in cui Giulia, «scioccata» le ha raccontato dell'incontro con la donna con cui Impagnatiello, «visto male» sul lavoro e «soprannominato lurido», aveva da tempo una relazione parallela.

 

 

 

Il gip esclude la premeditazione

Il gip di Milano, Angela Minerva, nel convalidare il fermo e disporre la custodia cautelare in carcere per Alessandro Impagnatiello, ha escluso l'aggravante della premeditazione. Il 30enne è accusato di aver ucciso Giulia Tramontano, la sua fidanzata al settimo mese di gravidanza, accoltellata più volte sabato sera scorso nel loro appartamento di Senago, nel Milanese.

La pista del complice

Le indagini sull'omicidio di Giulia Tramontano, uccisa sabato sera scorso da Alessandro Impagnatiello, il fidanzato reo confesso e padre del figlio che la giovane aveva in grembo, stanno proseguendo a ritmo serrato per accertare, non solo gli spostamenti dell'uomo successivi all'accoltellamento, ma anche per verificare se abbia avuto o meno un complice. Inquirenti e investigatori hanno molti dubbi sul fatto che il 30enne, ora in carcere a San Vittore, si sia sbarazzato del corpo senza vita di Giulia da solo. Per questo, tra le varie attività di indagine, i carabinieri del nucleo investigativo assieme ai loro colleghi della compagnia di Rho, stanno recuperando i video di tutte le telecamere di sorveglianza di Senago, il comune del Milanese dove la coppia viveva e dove è avvenuto il delitto e nascosto il cadavere, per poi analizzare le immagini. L'autopsia, invece, dovrebbe essere disposta a partire dalla prossima settimana e dovrebbe essere effettuata da Cristina Cattaneo, l'anatomo patologa a cui sono stati affidati in passato parecchi casi di rilievo, come quello di Yara Gambirasio.

 

 

Diretta - «L'unica forma di pentimento che abbia un senso è togliermi la vita». Sono le parole che ha ripetuto Alessandro Impagnatiello al suo legale dopo aver confessato l'omicidio di Giulia Tramontano. Parole che oggi il legale, l'avvocato Sebastiano Sartori, ha riferito al termine dell'interrogatorio di convalida del fermo nel quale il barman ha confessato l'omicidio «aggiungendo particolari che riguardano l'ultima fase dell'accoltellamento». «Il barman ha negato la premeditazione e ha detto che ha fatto tutto da solo», ha conluso l'avvocato.

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