Baby squillo, testimonianza choc della 14enne:
senza quei soldi non vivo più

Baby squillo, testimonianza choc della 14enne: senza quei soldi non vivo più
di Cristiana Mangani
Mercoledì 27 Novembre 2013, 09:06 - Ultimo agg. 10:26
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Due Agnese, quella che si sdoppia e diventa un’altra per guadagnare soldi, e quella che piange alla sua prima esperienza e dice ai magistrati: Questi anni non me li ridar pi nessuno. La più piccola delle baby squillo dei Parioli incontra il pubblico ministero titolare dell’inchiesta, Cristiana Macchiusi. Nel verbale dell’interrogatorio parla di sé, dei rapporti con i genitori, con il fratello e con l’amica del cuore, Angela, l’altra giovanissima coinvolta nella vicenda. È un percorso di dolore e di difficoltà a reagire.

I MOTIVI

Il pm vuole conoscere il contesto in cui è maturata la decisione di prostituirsi. E chiede: «Dimmi il tuo pensiero?». Agnese risponde: «Non sa niente nessuno e così io ritorno alla vita normale». Pm: «Senza tutti quei soldi come pensi di poterti adattare?». «Non lo so, non lo so - si stringe nelle spalle la ragazzina - non so nemmeno se ce la farò, e sinceramente non so nemmeno se ce la faccio a non rifarlo...cioè è difficile adesso per me pensare che devo andare con i mezzi pubblici, io giro con il taxi. Io voglio troppo, penso anche tutti gli adolescenti, soprattutto me e Angela, noi vogliamo troppo. La macchinetta, voglio quello, quell’altro, voglio tanti vestiti e mia madre può, però fino a un certo ambito. Io le cose che ci facevo, detto proprio con tutta sincerità, era taxi, vestiti, shopping, tutto quello che volevo...vestiti, tanti vestiti, borse di marca. Era questo il mio scopo». C’è spazio anche per una riflessione: «Ma non è facile, cioè sembra facile ma non è per niente facile. Cioè hai la testa tutta da un’altra parte, devi pensare a tremila cose, poi quando arrivi là stai imbarazzata, pensi “che cosa sto facendo?”. E alla fine lo penso che lo faccio per soldi».

I RICORDI

La prima volta che è andata con un cliente, però ha pianto, anche se prostituirsi con l'amichetta non lo giudica grave. «Ho provato questo incontro - racconta - Scandalizzata mi sono messa a piangere...ho pensato: ma che sto a fa’ eh? Ci è venuto a prendere questo signore che aveva 35 anni...così...sui 40, non mi ricordo. Ci ha portate a casa sua, una persona molto tranquilla, assolutamente...Inizialmente facevamo insieme, perché io c'avevo paura. Cioè insomma non ero abituata. Ci pagava e poi cominciammo a fa’ un po’ così. E poi io vedevo come andava fatto l'incontro e piano piano ho imparato». E ancora: «Mi sdoppiavo quando andavo là. Non lo so, cioè, può sembrare strano questo che sto per dire, ma sembra una cosa tanto tanto grave, anche se alla fine non lo è secondo me. Secondo me non lo è». «Quale?», chiede la psicologa che assiste all’interrogatorio. «Questa cosa che io mi prostituisco insieme ad Angela - dice - Secondo me non è grave dal momento in cui Mirko ci obbliga, ma lui non ci obbliga, cioè lui non ci ha mai obbligate». A volte Agnese ha provato anche a sottrarsi all’incontro. «Non mi andava - spiega al pm - cioè ero stanca. Non mi andava e certe volte mi veniva pure da dirgli in faccia: “senti aho, ma io c’ho quindici anni”». Il magistrato insiste per sapere con quale frequenza succedeva? Agnese: «Quando lavoravamo da sole tre volte alla settimana...Con Mirko tutti i giorni. Se ci andava male facevamo due incontri a testa, o insieme, sempre due comunque. Se c’andava bene pure...la volta che è andata bene che poi io sono partita per Ponza, in due giorni c’avevamo 800 euro in tasca». «E la droga?» le chiede il magistrato. «Facevo uso di droga ogni sabato, cioè vabbè a Ponza quasi tutti i giorni», ammette la ragazzina.

I RAPPORTI CON LA MADRE

L’interrogatorio punta alla famiglia, ai rapporti personali. C’è da capire quanto la madre di Agnese sapesse quello che la figlia stava facendo. La donna è ora in carcere, accusata di aver approfittato anche economicamente della figlia. Davanti al pm la difende: «L'ho aiutata, ma lei non mi chiedeva i soldi - mette a verbale - servivano a fare la spesa...tutte 'ste cose». «Io le avevo detto che spacciavo.. oh però a me sembrava meno grave di dirgli che mi andavo a prostituire, tutto qui. Mi sembrava meno grave, poi ovviamente mamma mi ha detto “ma che sei matta, cioè non lo fare, ma che stai fa’?”, tutte queste cose così. Però quando potevo gli davo qualche soldo, perché comunque per me è importante che mamma sta bene. Lei non c’entra assolutamente niente. Non sapeva. Lo posso giurare su qualsiasi altra cosa».

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