Coronavirus, infermiera denuncia partoriente a Bari: «Veniva da Parma e non ha detto niente»

Coronavirus, infermiera denuncia partoriente a Bari: «Veniva da Parma e non ha detto niente»
Coronavirus, infermiera denuncia partoriente a Bari: «Veniva da Parma e non ha detto niente»
Giovedì 12 Marzo 2020, 17:07 - Ultimo agg. 13 Marzo, 09:35
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In piena emergenza coronavirus una partoriente risultata positiva e sua madre si sarebbero rivolte ad un ospedale di Bari senza specificare un particolare fondamentale, cioè che la donna proveniva da quella che fino a pochi giorni fa era la zona rossa, in particolare da Parma. Per questo una infermiera pediatrica 40enne ha denunciato sia lei che sua madre per aver taciuto la provenienza esponendola al rischio di contagio, e costringendo lei e la sua famiglia ad una quarantena domiciliare: l'esposto sarà depositato nelle prossime ore.

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L'ESPOSTO È successo all'ospedale Mater Dei del capoluogo pugliese: stando all'esposto dell'infermiera assistita dall'avvocato Fabio Campese, la paziente era arrivata in ospedale nella tarda mattinata del 7 marzo, mentre l'infermiera era in servizio. La partoriente era in compagnia della madre, anche lei dipendente della stessa clinica come biologa. L'infermiera racconta di aver compilato la cartella di ingresso, riferendo che, «al momento della richiesta di provenienza/residenza, hanno dichiarato che la donna fosse residente» in provincia di Bari, «ma hanno omesso di comunicare - si legge nell'esposto - che proveniva da Parma, una zona individuata come zona rossa ai sensi dell'emergenza sanitaria per contagio da Coronavirus».

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LA MASCHERINA Il giorno successivo, tornata in ospedale per il suo turno di lavoro, l'infermiera si era resa conto che dopo il parto la paziente era stata trasferita in una stanza da sola e indossava una mascherina. Solo a quel punto, stando al suo racconto, ha appreso dalle altre infermiere che la donna proveniva da Parma. E l'indomani, il 9 marzo, ha saputo che la paziente, sottoposta a tampone, era risultata positiva al Coronavirus. L'infermiera ha quindi contattato il suo medico di famiglia che ha ordinato l'isolamento di 14 giorni per lei e la sua famiglia: il marito che ha anche «dovuto chiudere la propria attività di autoriparazioni», e due figli, «auspicando - si evidenzia nell'esposto - che non si sia verificato il contagio».

IL LEGALE: COMPORTAMENTI IRRESPONSABILI «Lungi da voler fare allarmismo, ritengo opportuno che siano denunziati comportamenti irresponsabili», ha dichiarato l'avvocato Fabio Campese, legale della infermiera. Nell'esposto, il difensore, per conto della sua cliente, chiede alla Procura che accerti responsabilità per i reati di dichiarazioni mendaci all'autorità, violazione di ordini impartiti dall'autorità, diffusione di epidemia e delitti colposi contro la salute pubblica. «Oltre alla sofferenza psicologica per il timore derivante dalla situazione creatasi - spiega il legale - sussiste un grave danno morale e patrimoniale di cui i miei assistiti chiedono il risarcimento attraverso la punizione delle persone ritenute responsabili».
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