Coronavirus, il team guidato da Colao contrappreso agli scienziati

Coronavirus, il team guidato da Colao contrappreso agli scienziati
di Alberto Gentili
Sabato 11 Aprile 2020, 08:05 - Ultimo agg. 17:56
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Per stilare l'elenco della task force per la ripartenza, guidata dall'ex ad di Vodafone Vittorio Colao, Giuseppe Conte ha voluto consultare anche il Quirinale. Il nuovo organismo, per il quale si era pensato perfino a Mario Draghi, nella mente del premier ha infatti il compito di far «rialzare il Paese, come avvenne nel Dopoguerra». E, pur dipendendo da palazzo Chigi, il nuovo organismo assorbirà alcune competenze di vari dicasteri, sulla falsariga del Comitato per la ricostruzione varato nel 1945. Perché, esattamente come all'ora, è in vista un tracollo del Pil superiore al 10%. Ed è indispensabile trovare le ricette giuste per porvi rimedio.

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«Non dobbiamo procedere a tentoni», ha spiegato Conte, «la task force perciò dovrà studiare processi razionali per ripensare l'organizzazione della nostra vita e introdurre nuovi modelli organizzativi del lavoro».

Il gruppo guidato da Colao «dialogherà e si coordinerà con il Comitato tecnico scientifico e sarà composto da varie professionalità e personalità che risiedono in Italia e all'estero», ha aggiunto Conte, come il professore di statistica economica Enrico Giovannini, la professoressa della Harvard business school Raffaella Sadun, il presidente di Cdp Giovanni Gorno Tempini, il presidente della società italiana di epidemiologia psichiatrica Fabrizio Starace, la professoressa dell'University College di Londra e Mariana Mazzucato. Quest'ultimo nome è molto gradito al ministro della Salute, Roberto Speranza e al mondo della sinistra. Tutti lavoreranno a titolo gratuito. All'elenco, in serata, palazzo Chigi ha aggiunto il capo della Protezione civile Angelo Borrelli e il commissario Domenico Arcuri.
 


La task force di Colao servirà a bilanciare e a integrare il Comitato tecnico scientifico che finora ha dettato legge, imponendo il prolungamento della stretta fino al 4 maggio. Un approccio non sempre gradito a Conte, basta pensare alla sortita di martedì scorso quando disse: «Ascolto gli scienziati, ma chi governa deve guardare anche ad altri aspetti come la tenuta psicologica del Paese, eventuali problemi di ordine pubblico e la ripresa dell'attività economica. Bisogna riaccendere i motori del Paese, il lockdown non può essere infinito». Ebbene, dopo che il Comitato è riuscito anche per il pressing di Speranza, a convincere il premier ad allungare le misure di contenimento fino al 4 maggio, la task force servirà al governo per immaginare e strutturare la fase 2. Quella della «ripartenza», della «ricostruzione» e della «convivenza con il virus», che segue al periodo di esplosione dell'epidemia in cui gli epidemiologici l'hanno fatta da padrone.
 
 

«Adesso l'emergenza», spiega un ministro che ha lavorato a stilare l'elenco dei componenti della task force, «è la ricostruzione del Paese. E i virologi non sanno come funziona l'organizzazione aziendale, una fabbrica, non conoscono su quali canali investire. Per la ripartenza servono invece modelli economici, gestionali e di impresa. Servono psicologi», tant'è che proprio Speranza ha insistito per inserirne due nel nuovo gruppo di lavoro.

«Con l'organismo guidato da Colao», aggiunge un altro ministro, «diciamo agli italiani: si riparte, ci si rimette in moto, guardiamo al domani. La task force potrà dare il contributo più importante anticipando, prima del 4 maggio, la riapertura di alcuni settori produttivi in grado di garantire livelli adeguati di sicurezza. A questo servono gli esperti. Finora ci siamo dovuti occupare di acquistare respiratori, di terapie intensive, e sugli scudi è stato il Comitato tecnico-scientifico perché c'era l'urgenza drammatica di strutturare i Covid-hospital. Ora il quadro cambia. E pur continuando a testa bassa a lottare sul fronte sanitario, perché l'emergenza sanitaria è tutt'altro che finita, al tempo stesso con la task force integriamo il lavoro dei medici, mettendo in campo nuove competenze per la ripartenza produttiva».

 

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