Fabrizio Toffolo, sei mesi all'ultrà laziale: aveva 5 grammi di droga. Multa di 1.400 euro

Toffolo era stato fermato dopo una rissa nell’auto la polizia aveva trovato marijuana

Fabrizio Toffolo, sei mesi all'ultrà laziale: aveva 5 grammi di droga. Multa di 1.400 euro
Fabrizio Toffolo, sei mesi all'ultrà laziale: aveva 5 grammi di droga. Multa di 1.400 euro
di Federica Pozzi
Martedì 26 Settembre 2023, 00:44 - Ultimo agg. 09:11
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Condannato a 6 mesi e al pagamento 1400 euro di multa Fabrizio Toffolo, storico ex capo ultrà della Lazio, per spaccio. Era stato fermato a Piazza Biffi nel 2020 dalla polizia, chiamata da alcuni passanti per una rissa. Quando gli agenti sono intervenuti sul posto Toffolo era però solo. La sua auto è stata perquisita e all’interno sono stati trovati quasi cinque grammi di marijuana. Altra sostanza stupefacente oltre a soldi in contanti e un bilancino di precisione erano stati poi sequestrati nella sua abitazione. Gli agenti erano stati chiamati da alcuni testimoni per una rissa in strada. Ma al loro arrivo, come sottolineato in aula dalla difesa, non c’era alcuna traccia del litigio: «Hanno trovato Toffolo che parlava tranquillamente al telefono». C’era soltanto l’imputato e, nella sua macchina poi perquisita dalla volante, un involucro contenente quasi cinque grammi di marijuana. Così la perquisizione è continuata all’interno della sua abitazione dove è stato rinvenuto un altro involucro di quasi un grammo della stessa sostanza (per un totale di 37 dosi, come ha poi confermato la perizia), un bilancino di precisione e alcuni soldi in contanti, oltre ad alcuni fogli manoscritti con nomi di pregiudicati. Per gli inquirenti non c’è stato dubbio, si trattava di elementi riconducibili a un’attività di spaccio da parte dell’ex capo ultrà, già in precedenza arrestato per lo stesso reato. 

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LA DIFESA

In aula l’avvocato della difesa, Marco Marronaro, ha provato a chiedere l’assoluzione perché il fatto non costituisce reato, sottolineando come la perquisizione nella macchina fosse «immotivata».

E ha spiegato: «Nulla faceva presupporre che Toffolo stesse lì per spacciare, ed essendo stato trovato da solo, mentre parlava al telefono, non c’era neanche la necessità di cercare armi o strumenti utilizzati nella colluttazione», come hanno affermato gli agenti che erano stati chiamati proprio per una rissa. L’avvocato ha poi dato una spiegazione anche dei soldi trovati in casa, giustificati – con tanto di prove – visto che all’epoca dei fatti guadagnava oltre 2000 euro al mese». Non solo, il legale ha sostenuto che il quantitativo poteva equivalere, per un consumatore abituale, a una scorta per due giorni. Infine, per quanto riguarda i fogli manoscritti, ha Marronaro smentito fossero collegati a soggetti con precedenti, dei quali c’era invece traccia sul telefono del mio assistito «ma gli agenti non hanno ritenuto di verificare se fossero conoscenti o acquirenti». Spiegazioni che non sono bastate per far assolvere Toffolo, il quale è stato condannato ieri dal Tribunale di piazzale Clodio a sei mesi di reclusione, con la possibilità di accedere a una detenzione alternativa al carcere, e al pagamento di 1400 euro di multa. 

LA CARRIERA DA ULTRÀ

Toffolo, 58 anni, insieme a Fabrizio Piscitelli (Diabolik), Yuri Alviti e Paolo Arcivieri, nei primi anni 2000 formava il quartetto di comando degli Irriducibili e dell’intera Curva Nord. Finito più volte in carcere per spaccio e detenzione di stupefacenti, lesioni gravi, tentata estorsione, falsa testimonianza, è stato gambizzato due volte. La prima il 6 agosto del 2007 quando era agli arresti domiciliari ed era imputato nel processo per la tentata scalata alla Lazio e per le minacce al presidente Claudio Lotito. In quell’occasione, venne ferito alle gambe da tre colpi di pistola da due finti poliziotti che gli citofonarono a casa di notte invitandolo a scendere in strada con la scusa di un controllo. La seconda nel 2013, mentre passeggiava al parco della Caffarelletta insieme a un amico, anche lui vicino agli ambienti ultrà della Lazio. Venne colpito alle gambe e all’inguine e si salvò rifugiandosi nei garage di un’autofficina. Secondo gli inquirenti in quella circostanza l’agguato era riconducibile a questioni di spaccio. 

In seguito a discussioni legate alla gestione della curva e della tifoseria, Toffolo dopo poco lasciò il comando della Nord e quando nel 2019 Diabolik venne ucciso avrebbe dichiarato che le loro strade si erano divise da tempo e non andava allo stadio dal lontano 2006.

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