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Infermiera da Treviso in Spagna per amore: ammazzata a coltellate dal compagno

Nicoleta Lupo, 51 anni, era strumentista in sala operatoria al San Camillo fino a giugno

Infermiera da Treviso in Spagna per amore: ammazzata a coltellate dall amico
​Infermiera da Treviso in Spagna per amore: ammazzata a coltellate dall’amico
di Maria Elena Pattaro e Lucia Russo
Articolo riservato agli abbonati
Mercoledì 20 Settembre 2023, 08:04 - Ultimo agg. : 19:20
4 Minuti di Lettura

TREVISO - Da Treviso alla Spagna, per iniziare una nuova vita con l’uomo di cui si era innamorata e che poi l’ha uccisa. È finito nel sangue il sogno di Nicoleta Buliga Lupo, infermiera romena di 51 anni che per 19 ha lavorato all’ospedale San Camillo di Treviso, come strumentista di sala operatoria: dal 2004 al giugno scorso. La donna è stata uccisa a pugnalate, nella notte tra giovedì e venerdì, dal compagno nel loro appartamento di Castellónde la Plana, un comune di 170mila abitanti nella zona di Valencia. L’uomo, Ioan Corbaceri, 54enne anche lui romeno, si è impiccato subito dopo il delitto. Nicoleta si era trasferita a Castellón lo scorso giugno, per raggiungere il nuovo compagno. La loro relazione era iniziata due anni fa, ma lui viveva e lavorava in Spagna. Una distanza che lei aveva deciso di annullare: aveva studiato spagnolo ed era partita, decisa a scrivere un nuovo capitolo della propria vita. Cinque anni fa aveva divorziato dal marito, da cui aveva avuto un figlio, Emmanuel, di 26 anni. Nella nuova città aveva trovato lavoro in un ospedale.

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IL RITROVAMENTO

Sono stati proprio i colleghi a dare l’allarme, venerdì mattina perché l’infermiera non si era presentata al lavoro e non aveva dato spiegazioni. L’ultimo accesso a WhatsApp risaliva al giorno prima. Poi più nulla. Il cellulare squillava a vuoto. Doveva esserle successo qualcosa. I colleghi hanno allertato la polizia, che è andata a controllare l’appartamento di Calle La Unión, dove viveva la coppia. La scena che li attendeva oltre la soglie era agghiacciante: la donna in una pozza di sangue, accoltellata al collo, al torace, alle braccia e in altre parti del corpo. Colpita più e più volte, con ferocia. Accanto a lei l’assassino, impiccato. Un femminicidio-suicidio. Tutti gli elementi raccolti sulla scena del crimine vanno in questa direzione. Gli inquirenti stanno cercando di chiarire l’esatto movente. Ma ci sono pochi dubbi sul fatto che sia maturato all’interno della relazione. Alcuni vicini di casa, intervistati dalla stampa spagnola, hanno riferito che l’uomo aveva problemi di alcolismo e aveva già creato problemi nel quartiere. Al punto che più di qualcuno si era chiesto che cosa potesse aver fatto innamorare Nicoleta di quell’uomo in apparenza così problematico e violento. Pare che il 54enne avesse il divieto di avvicinamento alla propria ex moglie per violenze nei suoi confronti. «Era una relazione recente» dicono fonti vicine alla vittima, interpellate dai giornali locali. 
I cadaveri sono stati ritrovati venerdì mattina, ma secondo la polizia il delitto sarebbe avvenuto la notte precedente, sebbene i vicini non abbiano sentito urla né trambusto. 

SGOMENTO E DOLORE

A Treviso Nicoleta lascia il figlio Emmanuel. Il ragazzo, appena ricevuta la terribile notizie, ha preso il primo volo utile, insieme al padre, e ha raggiunto il luogo Castellon. La notizie della tragica fine dell’infermiera ha raggiunto gli ex colleghi del San Camillo soltanto nelle scorse ore. Dolore e sgomento: sono state queste le reazioni da parte di chi aveva lavorato al suo fianco. Tutti la descrivono come una donna responsabile, la cui unica sfortuna è stata quella di essersi innamorata dell’uomo sbagliato. Ieri in piazza Mayor, a Castellón de la Plata, è stato osservato un minuto di silenzio in ricordo di Nicoleta, ennesima vittima di femminicidio. Al sit-in organizzato in piazza era presente anche la sindaca della città spagnola, Begoña Carrasco García, insieme ai rappresentanti delle associazioni anti violenza e a decine di cittadini. «Oggi convochiamo, insieme a numerosi castellonesi, un minuto di silenzio in Plaza Mayor per condannare l’omicidio di una donna in città per mano del suo compagno, dopo aver confermato il caso da parte della delegazione del governo contro la violenza di genere. Le mie condoglianze alla famiglia e ai cari della vittima - è il messaggio che la prima cittadina ha affidato ai social -. Faccio appello a tutte le donne che sentono una situazione a rischio di denunciare. Possiamo combattere questa piaga della società solo con prevenzione, unità, coordinamento ed educazione nei valori e nella parità». Parole condivise anche nella Marca, dove in tanti ora piangono l’infermiera uccisa. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA
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