Kitesurfer risucchiato dall’elicottero durante l'esibizione Nato, risarcimento 243mila euro

Ognibene era stato ferito in spiaggia a Torre Flavia nel 2018 durante un’esercitazione Nato

Kitesurfer risucchiato dall’elicottero durante l'esibizione Nato, risarcimento 243mila euro
di Emanuele Rossi
Domenica 31 Marzo 2024, 00:25 - Ultimo agg. 2 Aprile, 00:04
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«La domanda è accolta: questo tribunale condanna il ministero della Difesa». C’è già una prima svolta nel caso di Alessandro Ognibene, il kitesurfer ferito il 3 ottobre 2018 sulla spiaggia di Ladispoli da un elicottero militare durante un’esercitazione. E a mettere nero su bianco la sentenza di primo grado nel processo civile è il giudice Adolfo Ceccarini dopo le indagini della Capitaneria di porto.

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GLI IMPUTATI
In ambito penale è ancora in corso il processo che vede alla sbarra il capo dell’addestramento denominato “Notte Scura 2018” e i due piloti del Chinook che avrebbero risucchiato con la doppia elica lo sportivo che stava entrando in acqua nel tratto di Torre Flavia.

Intanto però la decisione del tribunale civile è una liberazione per l’uomo di 54 anni, romano, che ha vissuto un incubo rischiando di morire e ritrovandosi al Policlinico Gemelli con traumi su tutto il corpo.  «Appena è uscita la sentenza – racconta Ognibene – abbiamo pianto. A livello emotivo è stata una sensazione importante anche se a distanza di anni convivo con dolori allucinanti. Di notte ho ancora gli incubi, ho difficoltà fisiche, a volte mi sembra di aver infilato un coltello nel bacino. L’altro giorno non riuscivo a scendere dal letto e sono preoccupato per la mia vecchiaia. Però almeno è arrivata questa soddisfazione dal tribunale, un piccolo passo verso l’iter penale».


Il Ministero dunque dovrà risarcire oltre 243mila euro ad Ognibene, più altri interessi maturati, e poi ci sono le spese riconosciute al suo legale, Giuseppe Maccarone. «Questa sentenza – commenta l’avvocato – rappresenta un precedente importante in vista del giudizio penale. È stato ricostruita per filo e per segno la dinamica dell’incidente a carico del Ministero». Eppure finora la difesa aveva sempre negato l’impatto con il velivolo puntando più sul «colpo di vento» che sul risucchio che ha sbalzato il kitesurfer per parecchi metri fino a farlo crollare rovinosamente sulla sabbia.


LA RICOSTRUZIONE
Proprio quell’elicottero potente “CH47C Ermes 50” era impegnato con altri mezzi italiani e di altri Paesi alleati per conto della Nato. «Aveva alzato la vela del kitesurf – ricostruisce la sentenza riferendosi ad Ognibene – e aveva completato la vestizione nell’imbracatura alla quale si assicurano i cavi che tengono la vela». Ecco spuntare il Chinook. «In quel frangente, sopraggiungevano in volo alcuni elicotteri militari, in forza all’Aereonautica Militare e al Ministero della Difesa, i quali procedevano a bassissima quota». 


Fino all’incidente. «Improvvisamente, a causa dello spostamento d’aria provocato dalle pale dell’elicottero birotore, posizionato nell’area balneare a una quota di 152 metri, il surfista veniva proiettato con violenza verso l’alto, trascinato dall’ala del kitesurf a cui era agganciato, per poi precipitare a terra, privo di conoscenza con un impeto tale da provocargli gravi lesioni personali». Impianto difensivo dunque smontato dal giudice anche riguardo alla presenza o meno del vento. «Spirava con una forza al massimo di 8-10 nodi, assolutamente insufficiente a sbalzare l’uomo». Perciò Ognibene è stato aspirato «per almeno 10 metri d’altezza» dalla forza della doppia elica. Nel procedimento penale, presso il giudice di pace, sono state mostrate immagini e ascoltati diversi testimoni presenti quel giorno sulla spiaggia. Prossima udienza lunedì 8 aprile.
 

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