Olindo e Rosa, la nuova pista della strage di Erba legata allo spaccio. Dalla prova del sangue alle confessioni: cosa non torna

La testimonianza di un tunisino: «Nella casa i soldi della droga»

Olindo e Rosa, la nuova pista: strage legata allo spaccio. Tutte le falle dell'inchiesta
Olindo e Rosa, la nuova pista: strage legata allo spaccio. Tutte le falle dell'inchiesta
di Valeria Di Corrado
Mercoledì 10 Gennaio 2024, 00:01 - Ultimo agg. 15:06
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Indotta la confessione degli imputati, inattendibile l’unico testimone oculare e mal repertata la macchia di sangue che ha funto da “prova regina”. Olindo Romano e Rosa Bazzi in tutti e tre i gradi di giudizio sono stati ritenuti colpevoli per la strage di Erba «oltre ogni ragionevole dubbio». Ma i dubbi paventati dai loro difensori, dal sostituto procuratore generale di Milano Cuno Tarfusser e da una folta schiera di innocentisti sono molteplici. E ora, per la prima volta, saranno posti al vaglio dei giudici della Corte d’appello di Brescia.

Nelle 58 pagine dell’istanza con cui Tarfusser ha chiesto la revisione del processo per i coniugi, vengono innanzitutto messi in discussione i tre “pilastri probatori” su cui si è arrivati alla loro condanna all’ergastolo per aver ucciso a colpi di coltello e spranga, l’11 dicembre 2006, Raffaella Castagna, il figlio di 2 anni Youssef Marzouk, la nonna del piccolo Paola Galli e la vicina di casa Valeria Cherubini.

Il marito di quest’ultima, Mario Frigerio, ferito con un fendente alla gola, riuscì a salvarsi grazie a una malformazione congenita alla carotide che gli evitò la morte per dissanguamento.

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IL TESTIMONE OCULARE

Nel processo che ora si vuole mettere in discussione Frigerio (poi deceduto nel 2014) disse che era stato Olindo a uccidere sua moglie. Tuttavia interrogato dai carabinieri dal letto di ospedale, con modalità giudicate non “rituali”, non puntò subito il dito contro il suo vicino di casa; anzi, descrisse il killer come un uomo dalla carnagione olivastra, con tanti capelli neri, occhi neri e una mascella grossa. Un identikit lontano dalle caratteristiche somatiche di Romano. Secondo un pool di neurologi e neuropsichiatri interpellato dai difensori della coppia, è scientificamente impossibile che un ricordo cambi in maniera tanto radicale, passando da un volto sconosciuto a uno familiare.

«Il peggioramento della condizione psichica e i deficit cognitivi manifestati da Mario Frigerio nel corso della degenza ospedaliera, le errate tecniche di intervista investigativa dense di numerosissime suggestioni su di lui attuate e la palese violazione di precise e note leggi scientifiche in materia di memoria e di riconoscimento di volti dimostrano in modo incontrovertibile - scrive il sostituto pg nella sua istanza - che la memoria riguardante Olindo Romano quale suo aggressore è una falsa memoria e che Frigerio era soggetto inidoneo a rendere valida testimonianza».

LA DOPPIA CONFESSIONE

Così come «false», o meglio indotte, sono - secondo Tarfusser - le confessioni degli imputati. «Sono stata io, perché non ce la facevo più a sopportarla», aveva ammesso Rosa, riferendosi ai frequenti litigi con la Raffaella Castagna per i rumori molesti e i pianti del suo bimbo. «Ho sbagliato, lo so. Devo pagare», gli aveva fatto eco Olindo. Il sostituto pg, sulla base di più avanzati dati scientifici, le definisce «dichiarazioni auto accusatorie da considerarsi false confessioni acquiescenti», fatte nella speranza di usufruire di qualche beneficio. Successivamente, i coniugi hanno cambiato versione, professandosi innocenti. 

LA MACCHIA DI SANGUE

Viene messa in discussione nell’istanza di revisione del processo anche la «genuinità» della macchia di sangue di Valeria Cherubini trovata sul battitacco dell’auto di Olindo: non convince il modo in cui è stata repertata. «Una prova che trasuda criticità», secondo il magistrato della Procura generale di Milano, sia «sull’origine che sulla modalità di conservazione». Risulta strano pure il fatto che non sia stata trovata alcuna traccia ematica delle vittime sui vestiti dei coniugi Romano o nella loro abitazione. Così come nessuna traccia della coppia è stata rinvenuta sul luogo del delitto. Sono ritenute, poi, inadeguate le loro capacità fisiche e intellettive di organizzare e mettere in atto un quadruplice omicidio.

LA PISTA ALTERNATIVA

Tarfusser punta il dito su un’indagine lacunosa che non ha valutato piste alternative. Una di queste porta allo spaccio. La difesa di Olindo e Rosa ha chiesto di sentire un nuovo testimone: Abdi Kais, amico di Azouz Marzouk (marito della Castagna). Il tunisino ha riferito di una faida con un gruppo rivale di marocchini e ha riferito che i proventi della droga venivano custoditi nell’appartamento dove poi si consumò la strage. Altri due testimoni hanno parlato dell’avvistamento, nei pressi del condominio, di tre uomini (due all’apparenza extracomunitari), mai identificati. 
 

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