Ragazzi morti a Terni, il fermato confessa: «Ho dato metadone per 15 euro»

Ragazzi morti a Terni, l'uomo fermato: «Ho venduto il metadone per 15 euro»
Ragazzi morti a Terni, l'uomo fermato: «Ho venduto il metadone per 15 euro»
Giovedì 9 Luglio 2020, 12:53 - Ultimo agg. 10 Luglio, 15:59
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Quindici euro: tanto hanno pagato Gianluca e Flavio per acquistare mezza boccetta di metadone diluito con acqua che poi hanno bevuto insieme. In attesa delle autopsie e degli esami tossicologici certezze scientifiche non ce ne sono ma poche ore dopo avere ingerito quel liquido i due ragazzi, 15 e 16 anni, sono morti nel sonno nelle loro case di Terni. E di sicuro a dargli la sostanza è stato Aldo Maria Romboli, 41 anni, con un passato e un presente di tossicodipendenza. È stato lui ad ammetterlo davanti al gip. Al termine dell'udienza il giudice ha convalidato il fermo e disposto la custodia cautelare in carcere. L'uomo è stato bloccato dai carabinieri al termine di una rapida indagine. Già nel primo interrogatorio aveva detto di essere stato lui a fornire il metadone ai due adolescenti. Dichiarazioni che insieme agli altri altri elementi raccolti dagli investigatori hanno portato al fermo con l'accusa di morte come conseguenza di altro reato.
 



Romboli - difeso dall'avvocato Massimo Carignani - ha ribadito la sua ricostruzione anche davanti al giudice per le indagini preliminari. Una volta acquistato il metadone diluito, Flavio, 16 anni, e Gianluca, 15, lo hanno assunto praticamente subito. In un parco vicino a casa di uno dei due, ha riferito al giudice Romboli. L'uomo ha parlato per circa un'ora, ammettendo le sue responsabilità. L'avvocato Carignani ha detto che è «molto provato, distrutto» da quanto successo. Eppure per Romboli non era la prima volta che cedeva ai due ragazzi il metadone che prendeva regolarmente al Sert e avrebbe dovuto utilizzare per uscire dal tunnel della droga. Un altro episodio di cessione risalente ai mesi scorsi è infatti contestato nel capo d'accusa nei suoi confronti. Questa volta qualcosa però è andato storto. I due ragazzi hanno cominciato praticamente subito a sentirsi male. Tanto da non permettere loro di partecipare a una partita di calcetto tra amici in un campo della zona. Poi il ritorno nelle loro case in due diverse zone della città e la morte nel sonno senza che qualcuno potesse accorgersi di nulla. Finché la mattina dopo sono stati i genitori a trovare Gianluca e Flavio ormai morti. Perché lo dovranno chiarire le autopsie in programma sabato mattina e soprattutto gli esami tossicologici. I risultati dei quali saranno poi messi a confronto con quelli delle analisi sui due flaconi contenenti del liquido sequestrati a casa del fermato. Intanto va comunque avanti l'indagine dei carabinieri che hanno sentito una ventina tra amici e parenti dei due ragazzi. Dalle testimonianze è emerso che Romboli era conosciuto nel giro degli adolescenti nonostante la differenza d'età. Gli investigatori stanno cercando anche di capire se anche altri di loro abbiano acquistato qualche sostanza dall'uomo. Che secondo il procuratore della Repubblica di Terni Alberto Liguori ha reso una «confessione pulita» al gip. Il magistrato ha ribadito oggi di essere stato «colpito» dalla «facilità» con la quale il quarantunenne era riuscito ad avvicinare i ragazzi nonostante appartenessero a generazioni differenti. «Bisogna capire - ha aggiunto - se abbia avuto contatti anche con altri loro coetanei». Secondo il procuratore «non bisogna fare allarmismi ma della gravità di quanto successo parlano gli atti d'indagine». Liguori ha ripetuto di essere stato sorpreso dalla «naturalezza con la quale diversi dei ragazzi sentiti hanno parlato di principi attivi e colori delle varie sostanze». 

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