Roma, riciclavano soldi della camorra, 9 arresti: c'è anche un produttore cinematografico

Roma, riciclavano soldi della camorra, 9 arresti: c'è anche un produttore cinematografico
Giovedì 17 Marzo 2022, 08:15 - Ultimo agg. 17:18
3 Minuti di Lettura

Un produttore cinematografico di origini campane ma operante da anni a Roma - Daniele Muscariello - insieme ad altre otto persone, sono state colpite da misure cautelari perchè indiziati di riciclare nella Capitale soldi del clan camorristico D'Amico - Mazzarella di Napoli. Il blitz è scattato all'alba di stamattina tra Roma e Napoli. A coordinarlo la Direzione distrettuale antimafia di Roma, con i carabinieri del Nucleo investigativo di via In Selci e il nucleo di polizia economico finanziaria della Finanza. Sono in corso le notifiche delle ordinanza di custodia cautelare emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Roma nei confronti di nove persone.

Gli arresti

 Il provvedimento cautelare trae origine da una costola dell'indagine, svolta dai carabinieri del Nucleo investigativo di via In Selci, che lo scorso 18 gennaio aveva portato all'esecuzione di misure cautelari personali relative a soggetti gravemente indiziati di aver costituito due sodalizi armati dediti al narcotraffico facenti capo rispettivamente ad Elvis Demce ed a Ermal Arapaj; erano emersi, infatti, nel corso delle indagini, dei rapporti con il Muscariello finalizzati alla realizzazione del sequestro di persona di un imprenditore che aveva accumulato un rilevante debito nei confronti del clan camorristico D’Amico-Mazzarella, operante nel quartiere di San Giovanni a Teduccio di Napoli, progetto delittuoso poi non andato a buon fine. 

Roma, blitz antidroga ad Acilia: 9 arresti, anche una cantante albanese

Gli approfondimenti investigativi inerenti il versante imprenditoriale delle indagini portavano a ricostruire e documentare le diverse fasi di un sistema di riciclaggio di somme ritenute provento delle attività del citato clan di camorra, che da Napoli "partivano" alla volta di Roma, nascoste in borsoni, per poi tornare "pulite" nel capoluogo campano.

Invischiati nell'indagine anche due appartenenti alle forze dell’ordine, uno della polizia di Stato e l'altro dell’Arma dei carabinieri, gravemente indiziati di concorso nel medesimo reato; questi, oltre a offrire maggiori garanzie di poter sfuggire a eventuali controlli durante il trasporto, avrebbero – alla stregua degli elementi indiziari emersi - esteso la propria collaborazione alla acquisizione e comunicazione di informazioni riservate utili a consentire l’elusione di eventuali indagini. Una volta arrivato nella Capitale il denaro da ripulire veniva consegnato ad un'azienda vitivinicola e alle società cinematografiche controllate e gestite dal produttore con la copertura documentale di fatture per operazioni inesistenti, con particolare riferimento ad asserite sponsorizzazioni di opere filmiche, particolarmente indicate allo scopo di giustificare grosse transazioni grazie agli importanti flussi finanziari sottostanti (come captato nel corso delle intercettazioni: “perché un film può costare 200 mila ma può costare pure 50 milioni di euro”). Infine il denaro "ripulito" tornava a Napoli attraverso transazioni bancarie eseguite dalle società cinematografiche a beneficio di altre società ritenute riferibili alla organizzazione camorristica beneficiaria delle operazioni ricostruite, in termini di gravità indiziaria, come riciclaggio.   

© RIPRODUZIONE RISERVATA