Assolti i due medici sotto processo per difendersi dall’accusa di non avere individuato i sintomi della meningite che si rivelò fatale per la 19enne di origini brasiliane Elys Andreza De Souza Ferreira, con residenza nel Salento a Corigliano d’Otranto, deceduta il 13 aprile del 2015.
Il giudice della prima sezione penale del Tribunale di Lecce, Stefano Sernia, ha assolto G.P.T., 64 anni, di Zollino; ed A.S., 52 anni, di Casarano. Il primo, guardia medica, assolto con la formula "perché non costituisce reato" dall'accusa di omissione di atti di ufficio, relativamente alla mancata visita a casa della ragazza, dopo il sollecito della madre la sera del 2 aprile ed in relazione al fatto di essersi limitato a fornire una consulenza al citofono della postazione di guardia medica di Corigliano, sulla febbre a 40, sui conati di vomito e sulla continua necessità di evacuare l’intestino sofferti quella sera dalla ragazza. Assolti, inoltre, entrambi dall'accusa di concorso in omicidio colposo con la formula "il fatto non sussiste" per non avere colto i sintomi del contagio da meningicocco gruppo C (dato accertato dalle analisi del laboratorio dell’istituto di Igiene del Policlinico di Bari): “codice verde”, nessun ricovero.
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La Procura: condanna
Un anno e quattro mesi di recluisione ha chiesto il pubblico ministero della Procura di Lecce, Massimiliano Carducci (l'inchiesta era stata condottas dalla collega Paola Guglielmi intanto passata alla Procura per i minorenni) per G.P.T. per l'accusa di non avere lasciato il posto di guardia medica per andare a visitare di persona la ragazza. La madre della vittima si era costituita parte civile con l'avvocato Carlo Guidi.
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L'inchiesta
Le indagini si erano concentrate sulla fasi precedenti i ricoveri in Rianimazione negli ospedali "Orazio Veris Delli Ponti" di Scorrano e "Vito Fazzi" di Lecce di Elys. Anche perché nell'esposto presentato ai poliziotti del commissariato di Galatina, i genitori ritennero necessario chiedere di chiarire se fosse stato professionalmente corretto l'approccio dei medici a cui è stato fatta presente la gravità delle condizionin cui versava Elys prima che fosse disposto il ricovero.
Nessun dubbio, invece, sui medici che cercarono di strapparla alla morte in quei dieci giorni in cui è rimase in Rianimazione. Ad ogni modo il magistrato fece acquisire tutte le cartelle cliniche per sottoporle all'analisi del medico legale che si occupò dell'autopsia, il dottore Alberto Tortorella. Riguardo agli imputati assolti nel processo, le indagini e poi il processo hanno voluto chiarire se una diagnosi immediata o comunque un comportamento più prudente rispetto a quello indicato nella denuncia, poteva salvare la ragazza.
La disperazione della madre
La madre dopo essersi rivolta alla guardia medica chiamò il 118. Con l'ambulanza arrivò un medico che visitò Elys. Lo stesso medico tornò a visitare la ragazza alle cinque del mattino del giorno, dopo con la seconda
chiamata al 118 dei genitori presi ormai dalla disperazione nel vederla quasi priva di coscienza, dolorante e con la febbre oltre i 40. Quella volta l'ambulanza trasportò Elys nel Pronto soccorso dell'ospedale di
Galatina.
Motivazioni
Nessuna responsabilità in capo ai due medici, se e cosa si sarebbe potuto fare per salvare questa ragazza di 19 anni lo dirà il giudice nelle motivazioni della sentenza che saranno depositate entrio i prossimi tre mesi.
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