Stupratore seriale di Anzio colpì anche a Garbatella: le tracce genetiche sul reggiseno della vittima romana

L’uomo è già in carcere a Velletri per la violenza nella cittadina sul litorale

Lo stupratore seriale di Anzio colpì anche Garbatella: le tracce genetiche sul reggiseno della vittima romana
Lo stupratore seriale di Anzio colpì anche Garbatella: le tracce genetiche sul reggiseno della vittima romana
di Flaminia Savelli
Venerdì 22 Dicembre 2023, 00:16 - Ultimo agg. 13:00
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Per il brutale stupro alla Garbatella a inchiodare Valentine Omwanta, 32enne clandestino e di origini nigeriane già in carcere a Velletri con l’accusa di violenza sessuale e rapina, è stato il Dna. Le sue tracce trovate dalla polizia Scientifica sul reggiseno della vittima, una romana di 44 anni che la sera del 30 settembre del 2022 era stata aggredita in via Alessandro Valignano all’interno della sua macchina, per la Procura è la prova regina che chiude il cerchio delle indagini. Un’inchiesta complessa quella degli investigatori della IV sezione della squadra Mobile, che sono partiti dalle analogie con uno stupro che si era consumato ad Anzio: lo scorso maggio una 19enne era stata bloccata mentre rientrava a casa lungo la via Nettunense e trascinata in una cascina dove era stata poi legata e brutalmente violentata per ore. Grazie a un momento di distrazione dello stupratore, era riuscita a fuggire e a chiedere aiuto. Partì una caccia all’uomo che portò all’arresto, due mesi dopo, del 32enne. Durante i primi accertamenti emerse inoltre che già nel 2016 l’uomo era stato arrestato in Sicilia, a Trapani, per violenze, lesioni e rapina. Aveva infatti abusato di una 57enne e poi condannato a 7 anni di carcere. Tornato in libertà, si è trasferito sul litorale romano ed è tornato a colpire. 

IL MODUS OPERANDI 

La prima luce nell’inchiesta sullo stupro della Garbatella si era accesa confrontando quanto riferito dalla 44enne con il racconto della 19enne di Anzio. «Aspetti peculiari delle due violenze che non potevano essere una casualità» sottolineano gli investigatori: «In entrambi gli episodi di violenza le vittime sono state seguite e poi aggredite. L’arrestato si aggirava come un predatore per poi colpire. Inoltre, sono indicative la violenza e la brutalità con cui l’arrestato si è accanito sulle donne. Ancora, l’uomo ha utilizzato dei guanti e un laccio, con cui ha legato la ragazza di Anzio e la vittima della Garbatella. Infine, in entrambi gli abusi, ha stretto le vittime al collo» sottolineano ancora i poliziotti, che per quindici mesi hanno proceduto con rilievi, accertamenti e controlli. Con un’accelerazione nell’inchiesta e l’intuizione, dopo lo stupro di Anzio, che ha aperto una nuova pista investigativa, fino a inchiodare Omwanta.

LE TRACCE

«Abbiamo così definito quello che è il profilo di uno stupratore seriale - sottolineano gli investigatori della squadra Mobile - perché già nel 2016 era stato condannato per violenza e, una volta scontata la pena, è tornato a colpire.

Ancora prima delle indagini genetiche abbiamo raccolto indizi determinanti a suo carico». Nel nuovo fascicolo contro Omwanta non ci sono infatti solo le tracce del Dna che lo inchiodano per i due stupri. I poliziotti sono riusciti a tracciare gli spostamenti del 32enne la notte dello stupro di via Massaia e a collocarlo, nei minuti in cui si è consumata la brutale violenza, nel parcheggio della Garbatella. Attraverso le celle telefoniche e nei lunghi mesi di indagini, hanno inoltre stabilito che l’arrestato, la sera in cui abusò della 44enne alla Garbatella, era arrivato nella Capitale la mattina dello stesso giorno: «Quanto abbiamo ricostruito attraverso gli spostamenti ci ha confermato che la vittima era stata individuata poco prima dell’aggressione, così come avvenne poi ad Anzio. Questo elemento, e la brutalità con cui si è accanito sulle due donne, sono la firma del modus operandi dello stupratore seriale» concludono gli agenti della Mobile. 

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