Non solamente colonie di vespe Orientalis nascoste nelle intercapedini o nei contatori della luce o del gas, nella Capitale, per la seconda volta, è stata segnalata la presenza della vespa Germanica. E dopo il caso di Piazza Bologna dove gli insetti si erano rifugiati nel sottotetto di un appartamento, al secondo piano, di un palazzo in via Trapani, un altro nido è stato rinvenuto all’interno di un edificio storico romano: almeno 1.000 imenotteri avevano costruito la loro dimora nella scalinata del Mausoleo Doria Pamphilj costruito dall’architetto bolognese Odoardo Collamarini, nel 1902. Una costruzione che si sviluppa su due livelli e con una lunga gradinata che conduce direttamente alla cappella. Proprio qui, un cospicuo gruppetto di insetti, aveva edificato la propria dimora. «E’ l’insetto più pericolo in assoluto», il commento dell’etologo Andrea Lunerti intervenuto per mettere in sicurezza l’area frequentata dalla famiglia Doria e dagli addetti dalla manutenzione.
«Il nido - prosegue - è stato realizzato solo con legno masticato dalla stessa vespa che aveva nidificato fuori dalla cavità della terra.
Un nido di calabroni nel centro commerciale “Parchi della Colombo”
Lo scorso agosto un nido di Vespa Crabro è stato rimosso in un appartamento in via Appia. Un uomo era stato punto, ma fortunatamente senza alcuna conseguenza grave. Il calabrone europeo è stato avvistato, diversi giorni fa, all’interno di un’area verde del centro commerciale “Parchi della Colombo”, a Roma, e aveva costruito un nido nella cavità interna di un grande carrubo. Sul posto erano intervenuti i volontari della Protezione Civile, ma senza riuscire a rimuovere l’enorme nido. Poi la Polizia di Roma Capitale che aveva interdetto l’area mediante un telo in modo da ostacolare le attività della colonia e proteggere, al tempo stesso, gli altri passanti. «Siamo riusciti ad estrarre la colonia e salvare tre quarti della famiglia, ma i restanti insetti sono stati neutralizzati», spiega l’esperto Lunerti.
Perché è importante salvare queste specie? «Sono considerati cacciatori di api, ma sono anche animali di fauna selvatica autoctona: la loro salvezza rappresenta un bene per la natura perché sono ottimi predatori di tafani e ditteri. La Orientalis, invece, è saprofaga: vive in zone desertiche dove la presenza di insetti è scarsa e si nutrono di animali che non vivono in buone condizioni», aggiunge l’esperto.
Profilo Abbonamenti Interessi e notifiche Newsletter Utilità Contattaci
Logout