Lamentamos la muerte de los cinco uniformados militares del Comando Estratégico de Operaciones de Lucha Contra el Contrabando en Villa Montes, Tarija y expresamos nuestras condolencias a las familias de Yamil Argani Espinoza, José María Romero Chambi, Braulio Pacaje Mamani, Ruddy… pic.twitter.com/uqCkOvsjcS
— Evo Morales Ayma (@evoespueblo) January 10, 2024
Cinque militari boliviani sono stati bruciati vivi mentre partecipavano ad un'operazione contro una banda di trafficanti al confine con l'Argentina. Il fatto ha scioccato la Bolivia e le autorità parlano di un agguato, come riferisce la stampa locale.
I sottotenenti dell'esercito, Yamil Argani e José María Romero, insieme ai sergenti Braulio Pacaje, Vladimir Pacasi e Ruddy Medoza, hanno perso la vita vicino a Villamontes, nel sud della Bolivia, a circa 90 chilometri dal confine con l'Argentina.
Il crudele episodio è iniziato con i militari che inseguivano un veicolo carico di sostanze chimiche illegali.
Giunti sul posto, gli investigatori hanno analizzato l'ipotesi di un incidente stradale. Tuttavia, il viceministro della lotta al contrabbando, Daniel Vargas, ha respinto questa versione e l’ha denunciata come un crimine atroce.
Il ministro della Difesa, Edmundo Novillo, ha confermato che l'imboscata e l'omicidio dei soldati sono avvenuti in seguito ad un'operazione contro il contrabbando, precisando che i militari sono stati aggrediti dopo aver sequestrato merce illegale.
In un messaggio sui social network, l'ex presidente Evo Morales si è espresso su quanto accaduto, esprimendo le sue condoglianze alla famiglia e chiedendo alle autorità di indagare rapidamente e chiarire l'incidente.
«È stato riferito che si sta indagando sulla possibilità che essi possano essere stati vittime di un attacco mentre partecipavano ad attività di intervento nell'importazione di prodotti illegali nel paese», ha detto. E ha proseguito: «Chiediamo alle autorità di indagare rapidamente e di chiarire questo fatto».