Coronavirus in Giappone, le Geisha e la sfida per non scomparire

Coronavirus in Giappone, le Geisha e la sfida per non scomparire
di Erminia Voccia
Venerdì 24 Luglio 2020, 20:00
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«Quando si sta seduti vicino, è facile parlare con sentimento, la passione riesce ad emergere, ma quando si è a due metri di distanza la conversazione si annulla». Non nasconde il pessimismo Ikuko, sorella maggiore del distretto delle geisha di Akasaka, a Tokyo, mentre parla avvolta nel kimono in seta ricamato con le iris. E sarebbe impossibile nasconderlo. La pandemia da nuovo coronavirus ha assestato un duro colpo all'antica professione della geisha, artista famosa per la conversazione arguta, la bellezza, il canto, la musica e la danza, già in difficoltà da prima dell'imposizione delle norme sul distanziamento sociale. 

Ikuko e le colleghe, racconta Reuters, sono rimaste per mesi senza lavoro a causa dello stato di emergenza deciso in Giappone e ora, lentamente, stanno provando a riemergere riprendendo le attività tra rigide norme di sicurezza. Disposizioni complicate da osservare per continuare a praticare le arti che duramente hanno imparato e che si tramandano da secoli. Anche solo indossare la mascherina diventa complesso per gli ornamenti della geisha, l'articolata pettinatura, in primis. Ma non si può nenche bere, versate delicatamente il the agli ospiti, una delle doti che hanno reso famose le geisha nel mondo, oppure toccarsi, stringersi le mani. «Ce n'erano 400 di geisha ad Akasaka quando sono arrivata io. Così tante che fatico a ricordare i nomi, ora è tutto cambiato», continua Ikuko, che ha 80 anni ed è arrivata a Tokyo per trovare fortuna nel 1964, quando il Giappone ospitò l'Olimpiade. Ora, nel 2020, con i Giochi rimandati, la diffusione del nuovo coronavirus che in Giappone non sembra arrestarsi, le geisha temono di non riuscire a sopravvivere e aspettano i sussidi del governo. Di geisha ad Akasaka ne sono rimaste 20 e non ci sono abbastanza impegni per loro. Trent'anni fa solo ad Asakasa c'erano 120, ora ce ne sono appena 230 in tutta Tokyo. Le richieste sono scese del 95%, i guadagni sono quasi zero, in tempi di virus ci sono ancora meno persone disposte a spendere per gli eleganti incontri con le geisha. Le lezioni sono costose, come i kimono, il trucco. Ma per le più anziane, prossime al ritiro, la situazione non è così drammatica come per le più giovani. L'associazione che le aiuta sta fornendo loro dei prestiti e tutte le geisha, da freelancer, possono fare domanda al governo per i sussidi. L'idea di una seconda ondata di contagi è semplicemente terrificante. 



Tokyo ha registrato numeri record per le infezioni da Covid-19 e la governatrice Koike, da poco rieletta, ha chiesto ai cittadini di non uscire nel weekend e di comportarsi come se la città stesse già fronteggiando una nuova ondata di contagi. Molti dei 366 casi registrati nella capitale il 23 luglio sono legati alla vita notturna. A inizio luglio due maiko, apprendiste geisha, sono risultate positive al test, secondo un'associazione locale. Non si è riusciti a capire l'origine del contagio, scrive il giornale giapponese Asahi Shimbun, ma i posti dove si erano recate le ragazze sono stati chiusi al pubblico.

Alcune però in pandemia hanno saputo reinventarsi.

Chacha, 32 anni, ha pensato di mettere online i servizi. I clienti potevano guardarla attraverso lo schermo del pc, anche a chilometri e chilometri di distanza. Per Chacha, è stato complicato perché non aveva neanche il pc, ma solo l'iPad. Ma dopo di lei, tante altre hanno iniziato a lavorare grazie a Zoom. Così, per esempio, è successo che un gruppo di ragazzi sudcoreani ha regalato una serata virtuale con una geisha a un amico che compiva gli anni. Cose mai pensate prima. Altre hanno aperto un canale Youtube. «Come faremo a superare questo momento? - si chiede Ikuko - ci metteremo tutto il corpo e tutta l'anima». Ganbatte!  

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