Maradona, le figlie denunciano l'avvocato Morla: «Lo ha raggirato»

Maradona, le figlie denunciano l'avvocato Morla: «Lo ha raggirato»
di Francesco De Luca
Sabato 13 Marzo 2021, 07:30 - Ultimo agg. 12:35
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La minaccia di Dalma Maradona era stata chiara. «Ci vedremo in tribunale», aveva scritto come commento ai tweet di Matias Morla, l'avvocato-manager di suo padre Diego, uscito dall'ombra venerdì 12 marzo con una serie di polemici messaggi, uno indirizzato anche alle figlie del campione morto il 25 novembre in circostanze che per la magistratura sono tutt'altro che chiare. «Ci sono quelle dominate dal denaro, squilibrate e distanti, che non hanno mai lavorato», aveva detto il legale, finito adesso non solo sui social sotto accusa.

Dalma e Gianinna Maradona, figlie di Diego e Claudia Villafane, hanno depositato una denuncia contro Morla presso il tribunale di Talcahuano, in Cile, e non si capisce per quale ragione non si siano rivolti a un giudice argentino. Nell'atto preparato dallo studio legale Alonso-Huber-Stratatiotis accusano l'avvocato di «comportamenti fraudolenti» nei confronti del padre, di cui era diventato avvocato nel 2012. «Infedeltà, tradimento, abuso di potere», queste le parole forti adoperate nei confronti di Morla, che l'11 giugno 2015 aveva creato la società Sattvica SA per gestire i contratti e il marchio Maradona. Lui ne era il presidente, suo cognato Maxi Pomargo l'amministratore supplente.

Proprio Maxi e la sorella di Morla, Vanesa, erano state le persone più vicine a Diego negli ultimi anni, dopo il suo rientro da Dubai. Maxi era diventato il suo assistente e lo accompagnava in giro per il mondo, Vanesa ne amministrava le finanze. «Il rapporto - è scritto nella denuncia delle sorelle Maradona - aveva superato di gran lunga quello normale tra avvocato e cliente».

Le figlie di Diego accusano Morla di aver manipolato e sfruttato il padre, gestendo direttamente i suoi contratti e la sua immagine. E aggiungono: «Per una disabilità temporanea nostro padre potrebbe non aver capito cosa firmava». Aggiungono che il 16 novembre 2016, quattro anni prima della sua morte, Maradona trasferì la gestione del marchio a Morla. Era lucido in quel periodo? O era sottomesso anche psicologicamente a quel clan che aveva creato Morla? Dalma e Gianinna hanno chiesto al tribunale che Morla non disponga più della titolarità dei marchi registrati presso l'Istituto nazionale di proprietà intellettuale di Buenos Aires. E hanno evidenziato che l'avvocato ha prodotto «argomentazioni fumose» all'amministratore della successione Sebastian Baglietto.

Due mesi fa, in un'intervista al Mattino, l'avvocato Mauricio D'Alessandro, legale di Morla, aveva dichiarato che il marchio Maradona apparteneva a Sattvica SA, quindi al suo assistito e non agli eredi. Le tensioni tra Morla e le figlie di Diego non sono nate dopo la morte, quando Dalma gli vietò l'accesso nella camera ardente della Casa Rosada, il palazzo presidenziale. Morla ha curato la causa contro Claudia Villafane, la madre delle ragazze, accusata da Diego di aver utilizzato i suoi soldi - si parlò di 4 milioni di dollari - per investimenti in Florida, oltre che di essersi appropriata di migliaia di cimeli della carriera dell'ex campione del Napoli e della Seleccion argentina. In quel periodo Maradona dichiarò: «Non lascerò niente a Dalma e Gianinna». Le due donne e la madre Claudia mercoledì 10 marzo erano state in testa al corteo organizzato a Buenos Aires da comitati di tifosi per chiedere giustizia per la morte del padre. «Non è morto, lo hanno ammazzato», lo slogan. E quei manifestanti avevano esposto striscioni contro Morla, che non è indagato dai magistrati che indagano sul decesso di Diego, e il dottor Leopoldo Luque, che è invece uno dei sette indagati: «La vostra condanna è sociale». L'ennesimo triste aspetto di questa vicenda è che Morla è il legale delle tre sorelle di Diego Maradona: Claudia, Ana e Rita continuano a considerarlo il migliore amico del fratello e ad attaccare le nipoti, a cui hanno chiesto di «smetterla con questo circo mediatico». Che, invece, va avanti. 

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