Forum Ambrosetti, Sos dei governatori: «Più fondi e infrastrutture al Sud»

Emiliano: «Così rischiamo la paralisi», Marsilio: «Gap viabilità». Assente De Luca

Il Forum Ambrosetti a Sorrento
Il Forum Ambrosetti a Sorrento
di Nando Santonastaso
Domenica 21 Maggio 2023, 00:00 - Ultimo agg. 17:51
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«Il Mezzogiorno non è un luogo di problemi, ma di opportunità e può davvero candidarsi ad essere l’hub dell’Europa sul Mediterraneo, in grado anche di interloquire con i Paesi della sponda Sud del Mediterraneo» dice il governatore della Calabria Roberto Occhiuto al Forum Ambrosetti conclusosi ieri a Sorrento. È la sintesi efficace del ragionamento posto alla base di “Verso Sud”, ovvero una nuova attenzione verso un’area fondamentale per i nuovi equilibri geopolitici e peraltro già oggi, a dispetto di loghi comuni e pregiudizi, molto competitiva nell’ottica del Mediterraneo allargato, come dimostrano gli investimenti energetici e infrastrutturali in corso. Il fatto è, però, che su questa prospettiva, inevitabilmente condizionata da storici ritardi e quotidiane difficoltà di ogni genere (il tasso di occupazione del Sud resta distante 20 punti da quello del Nord, ad esempio), si innestano anche nuove incognite. La mancata assegnazione da parte del governo, ad esempio, dei soldi del Fondo sviluppo e coesione 2021-27 che all’80% è destinato al Sud, e sul quale il ministro Fitto sta svolgendo un ampio monitoraggio dopo i deludenti risultati della spesa 2014-20. Inevitabile che se ne parlasse ieri nella sessione dedicata alle Regioni e al loro (scarso) coinvolgimento nel Pnrr. 

Assente anche quest’anno il presidente della Campania, Vincenzo De Luca, tocca al governatore della Puglia Michele Emiliano, collegato in streaming, ribadire le preoccupazioni già espresse in questi ultimi mesi: «Questo blocco significa paralizzare l’attività delle Regioni – dice -. Ciò nonostante, la situazione non è ancora tracimata anche perché stiamo cercando di capire le ragioni di questo stop. Il ministro sostiene di dover rimettere in ordine e coordinare tutte le linee di finanziamento ma per noi è un’operazione impossibile. Bloccare l’Fsc significa anche impedire l’utilizzo dei fondi europei poiché c’è il principio del cofinanziamento: quindi, bisogna semplicemente accelerare. Abbiamo proposto unanimemente, da destra e da sinistra, di fissare un Cipess (Comitato Interministeriale per la Programmazione economica e lo sviluppo sostenibile), distribuire l’Fsc e dare le quote a ciascuna Regione come è sempre avvenuto per farci realizzare i programmi». 

La strada indicata da Fitto prevede invece incontri con ogni Regione per confrontare i dati sulla spesa e sui progetti da finanziare e capire dove e come si inceppa il meccanismo.

Una strada che il governatore Occhiuto condivide, prendendo in parte le distanze da Puglia e Campania: «Non credo che Emiliano abbia ragione quando dice che ci sia l’intenzione da parte del governo di dirottare verso altri lidi le risorse dell’Fsc. Le risorse destinate alle Regioni devono essere spese in quelle Regioni. Dobbiamo però dimostrare di essere una classe dirigente che abbia onestà intellettuale. Certo, anche io vorrei che questo lavoro di ricognizione dei programmi di spesa che sta facendo il ministro fosse rapportato ai dati attuali, e vorrei anche si passasse presto alla fase operativa dell’accordo con le singole Regioni. Ma confido che a questa fase ci si arrivi da qui a qualche giorno».

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Risorse a parte, il Sud in chiave euro-mediterranea è anche quello raccontato dal governatore dell’Abruzzo Marco Marsilio: e cioè, «il problema della sponda adriatica che ha difficoltà ad avere rapporti con la sponda tirrenica. Gli Appennini, catena che qui sembra insuperabile, al Centro-Nord non hanno impedito la realizzazione dell’alta velocità e dell’autostrada. Da Pescara a Roma ci vogliono ancora 3 ore e 22 minuti in treno, L’Aquila è l’unico capoluogo di regione senza un collegamento diretto con la capitale pur stando a 100 chilometri. Questo è inaccettabile. La carenza infrastrutturale è la vera zavorra che impedisce la crescita». In Molise, ricorda il presidente Donato Toma, si è scelta la strada delle sinergie, pressoché obbligata per via della piccola dimensione territoriale, ma i risultati arrivano: «Abbiamo una Zes in comune con la Puglia e sta funzionando molto bene, ma anche con la Regione Abruzzo abbiamo stretto degli accordi per lo sviluppo infrastrutturale: dobbiamo inserirci laddove riusciamo a fare massa critica». 

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