Uscite di casa solo per lavoro, per necessità come la spesa, urgenza tipo andare in ospedale. O per andare andare a fare il vaccino anti Covid. Stringi stringi, il disegno di mobilità ridotta che desidera il Comitato tecnico scientifico sarebbe questo. Una blindatura totale e vaccini a tutto spiano, o ancora: vaccini mirati nelle zone che hanno urgenza di frenare la curva. Si parla di una super zona rossa. In cosa consiste? Weekend blindati e anticipazione del coprifuoco, in sostanza.
Il sistema dei colori, e delle sue sfumature serve tenere traccia dell'aggressività del coronavirus; questo è un aspetto fondamentale perché abbiamo imparato che la macchina amministrativa e sanitaria si muove meglio quando sa individuare e isolare contatti e focolai di positivi.
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Si pensa piuttosto a rafforzare le misure di contenimento e quindi il colore delle regioni: dopo l'arancione scuro potremmo infatti conoscere anche il rosso scuro, cioè la famigerata zona super rossa di cui si sta parlando in queste ore.
Le restrizioni sono chieste e prospettate dagli stessi governatori regionali. Anche gli aperturisti si trovano in difficoltà a fronteggiare l'ondata delle varianti Covid. Non possono che ragionare su nuove, possibili, magari flessibili e calibrate restrizioni. Ma restrizioni saranno.
La pandemia non dà tregua: oggi che è lunedì in Piemonte si vedono già in zona rossa lunedì prossimo, nonostante manchino cinque giorni al nuovo monitoraggio dell'Istituto superiore di sanità. «È molto probabile» che da lunedì prossimo il Piemonte entri in zona rossa. Ad affermarlo, in un'intervista a Radio Veronica One, l'assessore regionale alla Sanità, Luigi Icardi. «Il rischio zona rossa - dice - è piuttosto concreto. Ci avviciniamo ai 250 positivi ogni 100 mila abitanti, che è la soglia che fa scattare la zona rossa. Questa contagiosità molto elevata della variante inglese sta facendo aumentare in modo molto significativo i contagi» sottolinea Icardi anticipando che «domani sera avremo tutti i dati e mercoledì mattina potremo già dare una proiezione, ma è probabile».
Le varianti corrono, questa è una possibile spiegazione dell'allarme che arriva da un territorio colpitissimo come quello piemontese che fa rima con quel che diceva solo pochi giorni fa il presidente di un'altra regione funestata dal coronavirus: l'Emilia Romagna. Stefano Bonaccini nel giro di un paio di settimane è passato a proporre la possibilità di aprire i ristorante la sera, dove i contagi lo consentissero, a dire: «La zona arancione non basta più». l'indice Rt è , se il CovIndex è maggiore di 1 l’epidemia si trova in una fase di espansione, con i contagi che sono in fase crescente. Al contrario, sei il CovIndex è minore di 1, la curva epidemica è in fase calante.
La super zona rossa e il lockdown
Attualmente la zona rossa scatta con 250 contagi su 100mila abitanti in sette giorni, parametro questo individuato per imporre nelle scuole la didattica a distanza e stoppare quella in presenza, fonte di possibili contagi. Diverse regioni stanno raggiungendo questa soglia. Si pensa a chiusure mirate nel weekend (la movida e il tempo libero fanno paura), didattica a distanza per tutti, e poi c'è anche l'ipotesi del coprifuoco anticipato alle 20.