Cuore, il bypass è amico dell'uomo non della donna: per lei effetti collaterali più gravi

Cuore, il bypass è amico dell'uomo non della donna: per lei effetti collaterali più gravi
di Antonio G. Rebuzzi *
Mercoledì 26 Gennaio 2022, 08:10 - Ultimo agg. 11:05
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Infarto, ictus, necessità di nuova rivascolarizzazione coronarica. Dopo 5 anni dall'impianto di bypass aorto coronarico il 33.6% delle donne hanno avuto uno di questi eventi, mentre negli uomini la percentuale è stata del 28,7%. Come leggiamo in uno studio di Mario Gaudino e collaboratori del dipartimento di Chirurgia Cardiotoracica della Weill Cornell Medicine di New York, pubblicato sulla rivista European Heart Journal.

Ecco un'altra ricerca che ci mostra la differenza di genere per le malattie cardiovascolari.

Gli autori hanno analizzato i dati di oltre 10.400 uomini e di 2.741 donne operate di bypass aorto coronarico e seguiti per cinque anni per valutare gli esiti cardiaci e cerebrali dell'intervento chirurgico effettuato.

La differenza tra uomini e donne era maggiore tra i pazienti più giovani mentre tendeva a scomparire con l'aumento dell'età. E non cambiava quali che fossero le tecniche chirurgiche usate. In particolare le donne avevano un rischio d'infarto post intervento superiore del 30% a quello degli uomini ed un rischio di ripetere una rivascolarizzazione superiore del 22%. 

I risultati di questo studio confermano quelli di Viola Vaccarino della Emory University di Atlanta che, in un lavoro pubblicato su Circulation avevano evidenziato, nelle donne con meno di 50 anni, una mortalità post intervento di bypass triplicata rispetto a quella dei coetanei maschi (3,4% verso 1,1%). Anche in questo studio la differenza tra uomini e donne tendeva a ridursi con l'avanzare dell'età.

Quali sono le cause di questa differenza? Possono essere molteplici. Le coronarie delle donne sono mediamente più piccole di quelle degli uomini e questo potrebbe rendere più complicato il compito del chirurgo. Inoltre sembrerebbe che le coronarie delle donne tenderebbero a spasmizzarsi di più in seguito alle manipolazioni chirurgiche.

Le giovani donne sono parzialmente protette dagli ormoni femminili per quanto riguarda lo sviluppo di malattie coronariche. E sembrerebbe che tale vantaggio si manterrebbe, pur notevolmente ridotto, anche dopo la menopausa.

Qualora però avessero un infarto, soprattutto se con meno di 50 anni, la prognosi delle donne è peggiore dei loro coetanei maschi. Parzialmente simili sembrerebbero i dati per quanto riguarda gli interventi di bypass aorto coronarico. 

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Il dato però più importante, e che merita considerazione è che la cardiopatia ischemica nella donne è spesso riconosciuta meno degli uomini e più tardi. Non solo. Quando pure è provato che la donna ha una cardiopatia ischemica, tale patologia nelle donne è trattata peggio che negli uomini.

In particolare alle donne vengono prescritti meno farmaci antiaggreganti e statine (a parità di ipercolesterolemia). Vengono consigliati meno test da sforzo (73% contro 78%) e meno coronarografie (31% contro 49% negli uomini). Vengono fatte inoltre meno rivascolarizzazioni(con angioplastica o bypass) in una percentuale di circa il 30%. 

* Professore di Cardiologia Università Cattolica Roma

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