Muore una donna di Cusano Mutri, soccorsa dall'ambulanza demedicalizzata del 118 di Cerreto Sannita, ma il decesso scatena le reazioni dell'Ordine dei medici e del sindacato Fp Cgil. Secondo la ricostruzione dei fatti, l'ambulanza - senza il medico nelle ore notturne - sarebbe stata chiamata alle 3 di notte e sarebbe arrivata dopo 15 minuti a casa della paziente che, con molta probabilità, aveva un edema polmonare in atto. A questo punto il personale in servizio sull'ambulanza avrebbe chiesto l'intervento del medico di continuità assistenziale (ex guardia medica), che non ha le competenze per operare nell'emergenza, in servizio al Psaut di Cerreto, luogo dal quale era partita l'ambulanza. Tra la chiamata e l'intervento del primo medico sarebbero trascorsi 30 minuti, senza diagnosi né terapia farmacologica: un lasso di tempo infinito in caso di insufficienza respiratoria.
Solo nella fase successiva sarebbe stato allertato il medico del 118, arrivato da Benevento, a distanza di un'ora dall'accaduto. Ora la priorità è stabilire se l'intervento fosse stato effettuato in codice rosso, condizione che prevede la richiesta immediata dell'intervento del medico alla centrale del 118, e perché si sia atteso che l'infermiere ne facesse richiesta dal luogo dell'intervento.
«Come Ordine e Federazione - precisa il presidente dell'Ordine dei medici Giovanni Ianniello - ribadiamo la necessità di ripristinare la figura del medico a bordo delle ambulanze del 118 perché le competenze e le responsabilità del medico non possono essere trasferite ad altro tipo di personale. Pur riconoscendo le ragioni dell'Asl e la professionalità delle altre figure coinvolte, riteniamo che questa modalità di assistenza, soprattutto in emergenza, rischia di provocare danni irreparabili da evitare». In sintonia il sindacato Fp Cgil: «Abbiamo appreso con dolore del decesso di una donna a Cusano - evidenzia il segretario generale Domenico Raffa - e della circostanza di non aver avuto a disposizione l'intervento immediato del medico, che apre a dubbi importanti sull'adeguatezza del nuovo servizio dell'emergenza-urgenza predisposto dall'Asl. Questa non è la risposta giusta alla carenza di medici dell'emergenza e non è la soluzione per alcune zone del Sannio, con caratteristiche geografiche particolari, che necessitano di un'attenzione e di un carico sanitario e medico maggiore rispetto alle aree urbane per cui il progetto dell'Asl è evidentemente inadeguato. Demedicalizzare e inserire auto mediche in zone come il Fortore, il Matese e l'Alto Titerno va rimodulato con la presenza del medico a bordo delle ambulanze, anche ricorrendo alle prestazioni aggiuntive per garantire una servizio adeguato alle zone periferiche del nostro territorio». Un appello chiaro, in attesa dell'espletamento del concorso di cui non si ha notizia da giugno e che ovviamente verrebbe a colmare dei vuoti importanti.