Cultura performativa e standard irraggiungibili, sono queste le caratteristiche principali del perfezionismo maladattivo, un fenomeno che colpisce in particolare millennials e gen z.
«Il perfezionismo è un tratto della personalità caratterizzato da standard eccessivamente elevati, con comportamenti sottesi al raggiungimento degli stessi, spesso oltre le capacità dell'individuo», afferma Anna Chiara Venturini, psicologa psicoterapeuta.
«Diventa maladattivo - continua - quando si assiste a un'eccessiva paura di commettere degli errori, a controlli per prevenire errori o punizioni, all'intolleranza dell'incertezza, alla procrastinazione, alla valutazione di sé in base ai risultati, alla marginalizzazione di aspetti della vita, nel senso che la persona che ne soffre tende a investire in settori nei quali sa di riuscire, alla costante insoddisfazione di sé e alla paura e all'ansia del fallimento e del giudizio altrui».
«I giovani sono oggi immersi in un mondo più cinico che va sempre più veloce, in cui il riconoscimento e le prestazioni eccellenti rappresentano gli standard irraggiungibili.
Un successo che non viene riconosciuto adeguatamente soprattutto in relazione a ciò che avveniva con le vecchie generazioni. Secondo Malcolm Harris in “Kids these days”, i giovani fanno di più ottenendo meno in una società che ha incentivato il loro lavoro con la promessa di una giusta ricompensa, che si rivela in realtà, un obiettivo vago e ipotetico.
Una ricerca di Porru, Robroek, Bultmann e Portoghese su un campione di 4.760 studenti universitari italiani conferma che è il mancato riconoscimento degli sforzi assieme alla mancanza di prospettive lavorative a causare disagio psicologico nei giovani.
«Tutto questo contribuisce alla creazione di un individuo che deve essere perfetto, pena il fallimento e l'emarginazione. Ciò pesa su personalità che sono già improntate alla perfezione e all'eccellenza. In qualche modo però si può uscire da questa condizione, prendendo innanzitutto consapevolezza che la perfezione è un obiettivo irrealizzabile, riconoscendo il diritto a non essere impeccabili», conclude.